MONACO – Con una partecipazione stimata in circa 13 mila persone tra utenti, partner e dipendenti delle numerose strutture che Fujitsu ha in Europa, il Fujitsu Forum 2016, tenutosi il 16 e 17 novembre presso l’International Congress Center di Monaco di Baviera è probabilmente la maggiore manifestazione europea del genere. Una prova del ruolo chiave che il Vecchio Continente (che con India, Medio Oriente e Africa forma l’area Emeia) continua ad avere per una realtà che sebbene abbia una dimensione assolutamente globale concentra nel piccolo Giappone (dati 2015) il 60% del fatturato e il 63% dei dipendenti e vede nei paesi Emeia, dove fa il 21% del business (più di tutto il resto del mondo, Giappone a parte) il vero spazio di crescita. Da qui l’enorme impegno organizzativo di un Forum che ha offerto più di cinquanta ‘breakout session’, con centinaia di speaker impegnati nei più diversi temi che oggi possano coinvolgere un responsabile It ad ogni livello e interventi tenuti dai top manager della società.
A partire da Tatsuya Tanaka, President Fujitsu Ltd, che, dopo l’ ‘anteprima’ riservata ai media, ha ufficialmente aperto il Forum con un ‘keynote’ dedicato alla trasformazione digitale, tema portante dell’evento. Ed è appunto in questa chiave che sono stati trattati i principali argomenti del Forum, e cioè: la sicurezza nel mondo virtuale; la trasformazione del workplace, nel duplice significato di strumento e di punto di lavoro; l’iperconnettività portata nel business dall’IoT e infine “Digitalize with Confidence”, tema che in un certo senso sintetizzava i punti precedenti nel dare una guida alle imprese che affrontano la trasformazione digitale. Ovviamente, per ciascuno di questi temi Fujitsu (affiancata da alcuni grandi utenti chiamati sul palco) ha dato una sua risposta.
Digitalizzazione delle imprese: la situazione in Italia e nel mondo
“Driving Digital Transformation” è stato il tema dominante il Fujitsu Forum 2016 di Monaco. Sarà poco originale, ma la trasformazione digitale è una cosa cui non ci si può proprio sottrarre, pena il restare ineludibilmente esclusi. “Ieri dicevo – ha esordito alla conferenza stampa Duncan Tait, Executive Vp nonchè Corporate Executive Officer Emeia & Americas,– che la digitalizzazione era la cosa più importante che fosse capitata al mondo dopo la rivoluzione industriale. Be’, mi sbagliavo: è la cosa più importante da quando gli uomini hanno cominciato a comunicare tra loro. È da lì che la nostra specie è partita alla conquista del pianeta e ora questa trasformazione è a una svolta storica della stessa importanza”.
Questo ruolo centrale della digitalizzazione è documentato da una ricerca che Fujitsu ha svolto presso i suoi utenti nel mondo: la quasi totalità (98%) dei manager intervistati ha ammesso che la digitalizzazione ha portato una “disruption” nella loro organizzazione e il 52% prevede che entro al massimo 5 anni il loro business non sarà più esercitato nelle modalità attuali, riconoscendo alla tecnologia (per il 73%) un ruolo fondamentale nel rendere l’impresa capace di sopravvivere e rivitalizzarsi. Interessanti i dati italiani: le nostre imprese che ritengono di dover cambiare modello di business sono l’80%, molto più della media globale. In teoria ciò potrebbe essere sia per lungimiranza sia per dover partire da posizioni arretrate, ma il fatto che il 39% dei manager ritenga di dover intervenire solo sui processi operativi e non sul modo di fare impresa va a favore della prima ipotesi, così come il fatto che nell’82% dei casi, anche qui più della media globale, la tecnologia sia vista come il fattore critico per il cambiamento.
Problemi e soluzioni, gli annunci dal Fujitsu Forum
Ai grandi temi che hanno animato gli incontri della manifestazione, cioè la sicurezza, la trasformazione del workplace, l’iperconnettività per l’IoT e l’approccio migliore alla digitalizzazione, Fujitsu ha risposto illustrando soluzioni che sono state annunciate (e spesso anche rese disponibili) nei mesi prima del Forum, tra luglio e ottobre, in modo da poterne discutere con partner e clienti nelle numerose sessioni di approfondimento. Non sono mancati però gli ‘annunci del giorno’. Eccoli in breve.
- Sicurezza – In quest’area Fujitsu ha un’offerta a largo spettro: prodotti per il controllo degli accessi e per la protezione dei dati (questi ultimi spesso integrati nello storage) sia a livello data center sia per gli end point; servizi di consulenza per l’assessment e la valutazione dei rischi e, soprattutto managed services erogati da strutture specializzate, i Security Operation Center (SOC). È stata quindi annunciata l’apertura in area Emeia di sei nuovi SOC, mentre i due attivi in Germania e nel Regno Unito avranno un upgrade ad Advanced Cyber Threat Center, equipaggiati contro le minacce più pericolose agendo soprattutto in chiave di previsione e prevenzione degli attacchi. Per la protezione identità e accessi è ora disponibile (anche in Italia, distribuita sotto il brand Fujitsu SURIENT la tecnologia Palmsecure, basata sulla scansione dell’impronta venosa della mano, più sicura dell’analisi dell’iride e dell’impronta vocale.
- IoT – Giunge in Europa la piena disponibilità della Cloud IoT Platform, una soluzione PaaS fornita in pay-per-use come parte dell’ecosistema Enterprise Cloud Service K5. Si tratta di una soluzione che Fujitsu definisce addirittura ‘plug and play’, essendo dotata di un set di Api per la raccolta di dati da più fonti che semplifica drasticamente la progettazione e il deployment di attività basate sul tracciamento degli oggetti e il relativo scambio dati con applicazioni business. Sul tema è stato anche annunciato un importante accordo con BearCom, un vendor globale di dispositivi Rfid e in generale di sistemi wireless bidirezionali, per tracciare e gestire i quali ha scelto la piattaforma Fujitsu GlobeRanger iMotion.
- Workplace – L’offerta più interessante per l’Italia è quella dei Virtual Client Services (VCS), un servizio gestito mirato alle Pmi per fornire, a costi competitivi rispetto a soluzioni in-house, servizi desktop e applicativi. Integrando le collaudate soluzioni di virtualizzazione Citrix (XenServer, XenApp e XenDesktop) e Atlantis USX (pooling di storage eterogenei) di Atlantis Computing, i VCS offrono agli utenti risorse hardware, software e d’automazione scalabili fino a 2.000 workplace per server fisico. A Monaco sono stati anche annunciati importanti accordi con Energias de Portugal (gestione dei servizi Desk) e con Bridgestone Europe (gestione applicazioni e infrastruttura).
- “Confident digitalization” – Qui la strada non può essere che il cloud, anzi il cloud ibrido, modello da sempre propugnato da Fujitsu in quanto rispondente sia alla sua tradizionale capacità di fornitore d’infrastrutture data center sia alla più recente vocazione di fornitore PaaS e IaaS. La risposta è quindi l’ Enterprise Cloud Service K5, soluzione che fa parte della vasta piattaforma di servizi MetaArc e la cui tecnologia (questo è il tratto di novità e semplificazione) supporta VMware, Bare Metal e soprattutto OpenStack, ambiente open source che facilita l’integrazione con sistemi e infrastrutture legacy. L’annuncio è di due nuovi data center K5 ad alta availability, entrambi in Germania, che come quello già annunciato in Spagna saranno operativi a marzo 2017. Tra Spagna e Germania, l’Italia è nel mezzo. Che ci sia un domani un centro K5 anche nel Bel Paese?