Barcellona – Nel futuro multi-cloud prospettato allo scorso VMworld 2016 Europe, le soluzioni di backup, recovery e archivio acquisiranno un ruolo chiave perché permetteranno di ottenere una vista complessiva sulle informazioni e razionalizzare i volumi di dati per una migrazione più agevole tra le diverse nuvole.
Parte da qui l’intervista a Nigel Williams, Senior Director Marketing Emea di CommVault, tra i maggiori specialisti del settore data protection & management, che ZeroUno ha incontrato in esclusiva all’evento VMware.
“Concordiamo – ha affermato il top manager -: la tendenza è verso ambienti ibridi. L’It si trova sotto pressione, perché deve soddisfare contemporaneamente le esigenze di velocità [nella delivery dei servizi, per soddisfare le richieste del business, ndr] e solidità [delle infrastrutture, perché garantiscano continuità e sicurezza, ndr]”. Il cloud come parte essenziale di un percorso verso modelli di hybrid IT può restituire la flessibilità architetturale auspicata, ma non può essere adottato tout-court senza una revisione iniziale dei processi. “Le aziende che effettuano la migrazione al cloud senza un ripensamento dei sistemi di data management – ha detto Williams – non ottengono i risultati attesi. La chiave consiste innanzitutto nella capacità di separare i dati dalle applicazioni e dall’infrastruttura sottostante così da ottenere i massimi livelli di agility e portability, in sicurezza e con ridotta complessità”.
Ed ecco che “La data governance in ambienti on premise-cloud diventa la leva che permette ai sistemi informativi di essere sia agili sia affidabili”.
Ma qual è il contributo di CommVault nella realizzazione dello scenario descritto? Williams dettaglia le caratteristiche della Data Platform (il portfolio di soluzioni offerte dal vendor per la protezione, il recupero, l’archiviazione, la condivisione delle informazioni), evidenziandone i benefici: “Innanzitutto, le funzionalità di indicizzazione dinamica permettono di avere una visione olistica e cross-cloud sui dati. Le tecniche di deduplica e compressione favoriscono il passaggio alla nuvola, perché riducono il volume dei dati da distribuire nei nuovi ambienti ibridi, mentre l’encryption offre livelli elevati di sicurezza. Il ricorso agli snapshot riduce la complessità, perché permette di moltiplicare il numero di viste, riducendo quello delle copie. Il supporto a oltre 25 cloud pubblici, a un’ampia gamma di hypervisor e a una varietà crescente di workload sulla nuvola permette ai clienti un’ampia libertà in relazione alle scelte tecnologiche”.
Williams prosegue sottolineando le feature più interessanti della Data Platform, lanciata nella versione 11 lo scorso ottobre: nuove interfacce utente role-specific su Html-5, tra cui la console per gli amministratori di database e virtualizzazione; funzionalità di automazione migliorate; i nuovi Software Defined Data Service, che permettono di scalare rapidamente le risorse di backup, recovery e archiviazione della piattaforma per supportare applicazioni Big Data; Api aggiuntive per aumentare l’apertura e le possibilità di integrazione della piattaforma.