Guardando al passato recente, dalla diffusione di massa del world wide web ai giorni nostri, “ciò che vediamo di fortemente dirompente, al pari dell’arrivo di Internet, è la convergenza di tre forze: IoT (che genera un’enorme quantità di dati); lo sviluppo di nuove applicazioni (che leggono questi dati); la disponibilità di facility (cioè dell’infrastruttura tecnologica che abilita il tutto, soprattutto in ottica cloud)”.
È questa la visione da cui parte Stefano Venturi, corporate Vp e amministratore delegato Hewlett Packard Enterprise in Italia, per spiegare a ZeroUno, durante l’ultimo Hpe Discover tenutosi a Londra, qual è il ‘nuovo’ posizionamento dell’azienda [tenuto conto delle numerose operazioni di scissione e cessione degli ultimi mesi: scissione tra Hpe ed Hp, cessione dei servizi It a Csc, cessione del software non core a Micro Focus e cessione delle tecnologie OpenStack e Cloud Foundry a Suse – ndr]. “La potenza di calcolo non è più una risorsa ‘scarsa’ ma il cloud sarà veramente pervasivo quando arriverà facilmente a tutti, quando sarà una ‘risorsa liquida’ come lo è oggi Internet”.
Ed è su quest’ultimo obiettivo che intende focalizzarsi Hpe, suggerisce Venturi nel ricordare quelli che sono i tre elementi su cui si fonda l’It: “le tecnologie di base (infrastrutture e sistemi), il software ed i servizi. A nostro avviso la strategia vincente sta nella focalizzazione; guardando ‘la storia’, i player che hanno creato più valore, che sono risultati più ‘influenti’ sul mercato, sono stati quelli capaci di indirizzare un’unica ‘value proposition’ – osserva l’Ad [a nostro avviso gettando il guanto di sfida a colossi come Ibm, Dell Technologies (definitivamente entrata nel mercato delle large enterprise dopo l’acquisizione di Emc), Oracle – ndr]. “Noi vogliamo concentrarci sul primo dei tre pilastri dell’It, quello delle infrastrutture, accompagnando le imprese nella transizione ed evoluzione verso l’hybrid It”.
Sistemi iper-convergenti, infrastrutture componibili, networking ed edge computing gli ‘anelli’ tecnologici attorno ai quali si sta modellando la proposta di Hpe che, guardando al futuro, “sta proseguendo la ricerca e lo sviluppo di sistemi innovativi, ‘memory centric’ – osserva in conclusione Venturi -, nell’ottica di far evolvere il paradigma computazione e, come accennavo poco fa, rendere veramente pervasivo il modello cloud (con tutte le infrastrutture che lo devono ‘reggere’)”.