Lo sviluppo di prodotti e servizi basati sulla customer experience è il mantra di questi anni, ma perché si riesca ad attuarlo è necessario disporre di architetture di data management evolute ed essere in grado di gestire l’enorme mole di dati disponibile. Cosa significa lavorare in un’ottica veramente data driven senza essere sopraffatti dalla quantità di dati a disposizione? Lo abbiamo chiesto a Luisa Arienti, Amministratore Delegato di SAP Italia: “È noto che negli ultimi due anni – risponde la top manager – sono stati generati più dati che nel resto della storia umana. Per poter gestire questo tsunami di informazioni, le aziende devono per forza sviluppare una strategia che parta da una corretta raccolta del dato; molte aziende infatti adottano soluzioni di archiviazione che si rivelano inutili per l’impossibilità di ricondurre i dati a scenari di business concreti e reali. In realtà, lavorare in un’azienda data driven, presuppone la possibilità di accedere al dato corretto in tempo reale, indipendentemente dalla fonte che lo ha generato (sia essa interna o esterna all’azienda) e dal dispositivo su cui questo dato viene ‘consumato’.
La possibilità di accedere al dato ‘live’, cioè nel momento stesso in cui si genera l’opportunità e la conseguente richiesta di informazione, diventa il fondamento alla base di un’azienda che sa ottimizzare il proprio business, competere con successo e innovare”.
Come abbiamo visto nell’articolo “I trend di spesa Ict per il 2017: i tre fenomeni in atto e le priorità emergenti” il consolidamento applicativo, lo sviluppo e il rinnovamento dei sistemi ERP risultano al primo posto tra le priorità di investimento delle aziende italiane: “Questo risultato non mi stupisce e non deve stupire”, afferma Arienti commentando il dato, e prosegue: “È molto forte la richiesta che registriamo dalle aziende su come far evolvere sistemi ERP ormai datati. L’economia digitale presuppone la disponibilità di soluzioni software in grado di sfruttare fenomeni come big data, social media, modelli di accesso al software in cloud, applicazioni IoT. Queste tecnologie – prosegue l’AD – devono comporre il backbone digitale dell’azienda, una dorsale a cui collegare soluzioni a supporto del core business (come produzione, distribuzione, logistica, ecc.) e soluzioni per la gestione di aree funzionali specifiche (procurement, marketing, HR, finance, solo per citare alcune aree di business). Da qui nasce l’esigenza, che è sempre più sentita dalle organizzazioni, di rinnovare il digital core, cioè il fulcro intelligente di un sistema IT.
La nostra strategia si basa proprio sullo sviluppo di questa ‘dorsale digitale’ che corre attraverso tutta l’azienda, e che noi chiamiamo SAP S/4Hana, la business suite che abbiamo lanciato sul mercato ormai tre anni fa, completamente disegnata e ottimizzata per SAP Hana. Per un’azienda che vuole competere sul mercato, rinnovare il digital core con queste componenti innovative e real-time è un passo fondamentale per intraprendere in maniera solida e concreta un percorso di trasformazione digitale e cogliere le opportunità del cambiamento”.