Che il mainframe sia sempre stato, e rimanga, una delle soluzioni indispensabili per le grandi organizzazioni è quasi inutile ripeterlo; la sua in passato decretata agonia non è mai stata seriamente presa sul serio dai Cio di banche e grandi aziende o amministrazioni e il rimpiazzo del “re” del supercalcolo con schiere di server, in queste realtà, è stato valutato sempre con molti “se” e molti “ma”. Certo è che anche i “grandi” hanno qualcosa da imparare dai “piccoli” ed è proprio su alcuni dei punti di forza di questi ultimi, in particolare risparmio energetico e aggiunta di servizi incapsulati nell’hardware, che Ibm ha concentrato parte dei suoi sforzi nel rilascio del nuovo mainframe.
Prima di tutto evidenziamo le novità prestazionali di System z10, quelle che ne fanno, appunto, il “re” del supercalcolo. Il nuovo mainframe, disponibile in 5 modelli, utilizza processori quad-core e raggiunge una velocità di calcolo del 50% superiore del System z9, nato tre anni fa; in pratica equivale a quasi 1.500 server x86, ma con un ingombro pari al 15% di una tale batteria di macchine e costi energetici inferiori fino all’85%. Ma ora passiamo rapidamente dai numeri e dalle percentuali a quello che appare uno degli aspetti più qualificanti della nuova soluzione Ibm: la strategia che ha guidato lo sviluppo di System z10 è quella di una macchina orientata ai servizi per consentire a molte unità all’interno di un’azienda di condividere le stesse risorse IT, utilizzandole nel modo più efficiente e allineandole agli specifici obiettivi di business in condizioni di mercato sempre più mutevoli. Non stiamo qui parlando di “semplice” virtualizzazione di base, ossia delle diverse attività di calcolo ripartite su un server, bensì di un data center che sia realmente in grado di gestire l’IT come un servizio con un sistema basato sulle politiche aziendali, capace di ripartire, gestire e, fondamentale, tenere traccia le risorse IT necessarie laddove e quando serve, in due parole: il data center on-demand.
Cosa significa in pratica? Significa che System z10 integra (senza quindi rendere necessaria l’implementazione di software specifici) una gamma completa di funzioni in grado di gestire l’IT sulla base delle esigenze aziendali: non si tratta “semplicemente” di allocare più risorse in presenza di maggiori esigenze di calcolo (questo è ormai l’ABC dei data center), ma di allocare le risorse sulla base delle priorità, definite dalle policy aziendali, delle diverse applicazioni e delle diverse attività. In un momento di picco, una banca può, per esempio, decidere che una determinata applicazione, tipicamente la richiesta di contante agli sportelli bancomat, ha la priorità su un’operazione di backend di ricalcolo dei mutui.
Ma anche nella “semplice” allocazione di risorse sulla base di una maggiore richiesta di elaborazione in momenti particolari, System z10 presenta delle novità automatizzando il provisioning della potenza di elaborazione quando si presenta una domanda imprevista, in pratica il just in time del deployment delle risorse.
Infine, basata sulle policy aziendali anche la gestione delle autorizzazioni, basata su algoritmi crittografici, che consentono agli amministratori di autenticare e autorizzare chi può accedere a specifici servizi di business e alle risorse IT associate, definendo differenti livelli di sicurezza. La sicurezza è un altro dei “pezzi forti” di System z10, come dimostra la certificazione Evaluation Assurance Level 5, il livello di sicurezza più alto del governo statunitense, per quanto riguarda le partizioni virtuali: in pratica, questa certificazizone assicura che le partizioni virtuali aperte con gli specifici sistemi operativi sono le stesse che si avrebbero se si gestisse un altro server collegato a System z10.
System z10: contenimento dei consumi, aumento delle prestazioni e servizi
Contenimento dei consumi energetici, sostanziale miglioramento delle prestazioni e servizi, servizi, servizi: sono queste le principali caratteristiche del nuovo mainfraime System z10 presentato da Ibm e per il quale Big Blue ha investito un miliardo e mezzo di dollari, dedicando cinque anni di sviluppo e il lavoro di 5.000 persone.
Pubblicato il 28 Feb 2008
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