MILANO – Lo stato e le tendenze di sviluppo dei Data Center e dei piani di Disaster Recovery, due tematiche diverse ma spesso correlate nei progetti It delle imprese, sono state indagate sia a livello quantitativo sia qualitativo attraverso due ricerche commissionate da Symantec (www.symantec.com) e condotte su campioni di notevole dimensione e valore. La prima ricerca infatti, svolta da Ziff Davis Enterprise, si è basata su 800 interviste integrate dall’analisi di sei focus-group ristretti cui hanno partecipato 71 responsabili di data center; la seconda, svolta da Dynamic Markets, ha raccolto 1088 interviste ad altrettanti It manager, integrate dall’analisi di 37 colloqui in profondità. Per entrambe il campione era formato da grandi organizzazioni, pubbliche e private, distribuite negli Usa, in Europa-MO (cinquanta nomi per l’Italia) e nell’area Asia-Pacifico. Riservandoci di esporre e commentare in una prossima occasione i dati e le informazioni raccolte, qui ci limiteremo a sintetizzare a grandi linee quanto emerso di più evidente.
I responsabili dei Data center sono sotto forte pressione. La spinta deriva dalla richiesta di sempre maggiore velocità, flessibilità e disponibilità dei servizi al business, a fronte di scarse risorse economiche ed umane. Qualche numero: il 65% degli intervistati si confronta con Sla formalizzati all’interno della propria impresa che, nel 51% dei casi, fa fatica a rispettare. Per contro l’aumento medio globale dei budget negli ultimi due anni è stato solo del 7%, che tolta l’inflazione si riduce a meno del 5%, che, guarda caso, è la crescita annua dichiarata dal 69% dei responsabili di data center. E oltre ai soldi mancano gli uomini: il 52% dichiara di essere sottostaff, sia perché è difficile trovare gente in grado di gestire ambienti sempre più complessi, sia perché è difficile, mancando i soldi, trattenere i pochi che ne sono capaci. Per sfuggire a questa morsa, le parole-chiave sono virtualizzazione e server consolidation, soluzioni che il 90% degli intervistati ritiene in grado di abbattere i costi della gestione operativa e quindi creare margini per lo sviluppo dei servizi. Strategie di virtualizzazione e di consolidamento server sono quindi in atto rispettivamente presso il 50 e il 58% degli intervistati. Ma gli Sla di cui s’è detto, oltre alla velocità e flessibilità comprendono la disponibilità dei servizi erogati, e questo ci porta al Disaster recovery, tema dove, secondo la ricerca citata, c’è molto da fare. Prima di tutto per sensibilizzare i top manager (il 77% dei Ceo non s’interessa al problema); poi per portare sotto controllo quei dati sensibili (il 30%, dato in crescita) che risultano custoditi al di fuori dei Data center; infine per far sì che i piani di DR non siano sterili documenti ma processi costantemente aggiornati e collaudati. In Italia, per dire, solo il 40% delle imprese pensa al recovery dei laptop e dei dispositivi asportabili e i sistemi di DR sono testati in media ogni 8,8 mesi, un tempo nel quale possono cambiare troppe cose perché il test dia garanzie di sicurezza.
Presentando le ricerche citate, Symantec ha anche annunciato la disponibilità di Veritas NetBackup 6.5. Preannunciata lo scorso giugno, si tratta di una piattaforma unificata per la gestione di tecnologie eterogenee di protezione dati (replica, snapshot, de-duplication, virtual-tape e tape library tradizionali) sia di Symantec, sia di altri produttori. Novità di rilievo è anche la completa protezione degli ambienti virtualizzati VMware. NetBackup è uno dei due pilastri (l’altro è Command Central Storage 5.0, soluzione Srm presentata lo scorso agosto) sui quali si fonda l’iniziativa Storage United, con la quale Symantec propone un approccio software-oriented per integrare gli ambienti storage enterprise ed erogare le relative risorse in forma di servizio.
Data center e Disaster recovery: Symantec indaga
Consolidare e virtualizzare: queste, secondo alcune ricerche promosse dalla casa di Cupertino, le parole d’ordine dei responsabili dei data center per ridurre i costi operativi dell’it e dare un miglior livello di servizio al business. Ma sulla sicurezza c’è ancora e sempre da lavorare
Pubblicato il 25 Giu 2008
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