Qual è il reale livello di adozione del Cloud nel settore pubblico? Quali sono le sfide per adottarlo? A queste domande ha cercato di dare risposta lo studio “Exploring the Cloud” di KPMG, dedicato al settore government, realizzato sulla base di un sondaggio che ha coinvolto 430 dirigenti pubblici, in 10 nazioni.
Dallo studio emerge come l’adozione del Cloud stia procedendo più lentamente nel settore pubblico rispetto a quello privato, sia pure con una evidente accelerazione negli ultimi mesi.
Se nel 2011 soltanto il 12% degli intervistati lavorava in ambiti di pubblica amministrazione con una spesa per i sistemi Cloud superiore al 10% del budget annuale totale IT, nel 2012 la percentuale è più che radoppiata, raggiungendo la quota del 28%
Nell’indagine di KPMG, l’Italia appare ben rappresentata tra i Paesi che hanno la più alta percentuale d’investimento in ambito Cloud. Tra i dieci paesi oggetto dell’indagine l’Italia si colloca al secondo posto, preceduta dall’Australia e seguita dalla Danimarca.
Motivi pro e contro l’adozione
L’aspetto della riduzione dei costi non risulta tra i motivi principali di scelta del Cloud nelle pubbliche amministrazioni. Dall’indagine risulta che solo il 50% dei rispondenti si aspetta vantaggi in questo senso e solo il 28% ha scelto il cloud per ristrutturare in modo decisivo le attività IT.
I problemi di sicurezza costituiscono ancora un aspetto critico per il 47% dei rispondenti: percentule che è superiore di 3 punti rispetto al settore privato. Tra le agenzie governative più grandi la percentuale di chi teme i problemi di security sale al 56%. In generale, l’80% dei rispondenti si sentirebbero più sicuri se i fossero accompagnati dalle certificazioni di sicurezza di qualche agenzia governativa.
In generale per KPMG la tecnologia Cloud è oggi matura per gli impieghi negli ambienti della pubblica amministrazione a cui offre migliore utilizzo delle risorse, flessibilità e riduzione dei costi. In aggiunta aiuta l’innovazione permettendo di abilitare nuovi servizi interni o per i cittadini.