Efficienza ed ecososteniblità dei sistemi informativi

Un esperto di tematiche ambientali, quattro Cio e il direttore di Zerouno a confronto per discutere di risparmio energetico, ed efficienza dei sistemi informativi

Pubblicato il 25 Ago 2008

Secondo uno studio condotto dall’Environmental IT Leadership Team, gruppo di lavoro di utenti e professionisti It focalizzato sulle tematiche ambientali promosso dal Global Action Plan (www.globalactionplan.org.uk), l’Ict è responsabile del 3-4% delle emissioni globali di anidride carbonica. Il consumo energetico relativo alle attività Ict cresce in maniera più che proporzionale: se da un lato il “solo” aspetto ambientale è preoccupante e imporrebbe di per se stesso la ricerca rapida di soluzioni, dall’altro i costi energetici stanno diventando una voce di bilancio sempre più difficile da sostenere. E le aziende, sia lato fornitori sia lato utenti, hanno ormai preso pienamente coscienza del problema e stanno iniziando a pianificare la loro evoluzione anche in un’ottica “green”: da uno studio di Forrester Research risulta che il 15% delle aziende ha già un piano generale per l’implementazione del Green It; il 25% è in procinto di crearlo e il 39% lo sta valutando. È stato dunque questo lo scenario di riferimento per il dibattito di due tavole rotonde, svoltesi a Milano e a Roma, promosse da Ibm, focalizzate sul tema “Oltre l’ottimizzazione: la sostenibilità”. Alessandro Musumeci, (a destra nella foto) Cio del

Comune di Milano, Massimo Pernigotti, Cio di Edison, Sergio Martina, Cio di Bmw Italia, Vittorio Gallinella, vice direttore generale di Lait e Simone Molteni, responsabile del progetto Impatto Zero di LifeGate sono i manager che si sono confrontati nei due incontri, coordinati dal direttore di ZeroUno, Stefano Uberti Foppa, il quale ha introdotto i lavori specificando come “obiettivo di questo confronto sia proprio quello di capire il rapporto tra l’oggettivo aumento della fragilità dell’ecosistema in cui viviamo e il sistema economico; l’impatto che tutto ciò ha sullo sviluppo e sulle imprese. Quali sono le opportunità che la stessa tecnologia può offrire per far fronte a queste problematiche? Come perseguire quella semplificazione della gestione dei sistemi informativi, quella ricerca di efficienza attraverso varie strade che passano dal consolidamento e dalla virtualizzazione, sul fronte tecnologico, ma anche dalla revisione dei processi dal punto di vista organizzativo e di ridefinizione dei ruoli?”
“Credo – ha esordito Musumeci – che il Comune di Milano, proprio per il suo ruolo di pubblica amministrazione, abbia il dovere non solo di perseguire, ma addirittura di anticipare alcune tematiche che hanno un forte impatto sul cittadino come la green technology. Qualche mese fa abbiamo quindi completato un percorso di razionalizzazione del data center che ci ha portato a rifare completamente la nostra server farm attuando un processo di server consolidation. I nostri obiettivi sono di rendere più efficiente la pubblica amministrazione ma soprattutto di semplificare la relazione del cittadino con la Pa. Sulle tematiche ambientali credo che l’impegno del Comune di Milano sia evidente; certo, la strada è appena iniziata ma alcune scelte importanti sono state fatte e la decisione di incentrare l’Expo 2015 proprio sul tema dell’ambiente è tra queste. E a questo proposito, il nostro impegno, come Ict, è proprio quello di fornire all’Expo un sistema robusto, sicuro e flessibile in grado di offrire i servizi che il grande evento richiederà”.
Impatto Zero è il progetto di LifeGate (www.lifegate.it), al quale anche Ibm aderisce, che quantifica l’impatto ambientale di attività, aziende, prodotti e persone calcolando le emissioni di anidride carbonica e gas a effetto serra e aiutando a ridurre e compensare le emissioni di CO2 con la creazione e tutela di nuove foreste in Italia e nel mondo; Molteni nel suo intervento ha ricordato come “viviamo in un sistema che è fortemente interconnesso e quando parliamo di problemi climatici e di riscaldamento globale non dobbiamo pensare solo a problematiche di ampia scala, sulle quali c’è una minima possibilità di intervento o che, in fin dei conti, non ci riguardano da vicino. In realtà i problemi hanno una scala di tempo molto ristretta e gli effetti sono vicino a casa”. Molteni

(nella foto a destra) ha quindi presentato alcuni dati impressionanti sui consumi dell’acqua e gli effetti disastrosi che la riduzione di questo bene primario sta portando in tutto il mondo: ci sono alcune zone in Italia dove la produttività agricola è talmente scesa a causa della scarsità di acqua da rendere impossibile ogni tipo di coltivazione.
La consapevolezza dell’importanza di questi temi non è pero uniformemente diffusa, per esempio, Gallinella (nell’immagine in basso) [ricordiamo che Lait gestisce il data center della Regione

Lazio ndr] evidenzia come spesso ci si scontri con una mentalità radicata, di esclusività dell’informazione, per esempio, che rende difficili scelte tecnologiche il cui obiettivo è, oltre l’aumento dell’efficienza, anche un maggiore risparmio energetico: “La Regione Lazio non ha un unico sistema informativo; ce ne sono diversi, ciascuno è in qualche modo geloso del proprio sistema e accetta con molta difficoltà di condividere le informazioni di cui è in possesso. Quindi, oltre ad affrontare il tema dal punto di vista tecnologico con la virtualizzazione, il consolidamento ecc. dobbiamo compiere un grande sforzo dal punto di vista organizzativo e dei processi”.
E questa semplificazione, se attuata, si ripercuote inevitabilmente su maggiori efficienza, risparmi e anche minori impatti ambientali e di consumo. Cio di un colosso dell’energia,

Pernigotti (nella foto a fianco) ha premesso al proprio intervento il paradosso di trovarsi a discutere della necessità di riduzione di un bene la cui vendita è il core business della sua azienda, ma ha evidenziato subito come “proprio perché sappiamo qual è l’impatto anche sociale dell’energia sappiamo quanto risparmiare energia si possa e si debba”. In materia Ict la scelta di Edison è chiara: “Laddove l’It costituisce vantaggio competitivo per l’azienda, cerchiamo di mantenere un know how distintivo, originale e protetto; laddove l’It non riteniamo possa avere questo ruolo ma sia necessario ottenere il miglior rapporto prezzo prestazioni ci rivolgiamo all’esterno. Edison non possiede un data center e non possiede un server, riteniamo che sul mercato ci siano le competenze per far svolgere queste attività in modo che Edison possa concentrarci sul proprio core business. Rivolgendoci all’esterno, quindi, i due parametri che rappresentano il nostro punto di riferimento sono due: Sla e costi. Ma non solo. Non ci laviamo le mani dal problema dell’impatto dell’Ict sull’ambiente esternalizzando queste attività; per Edison l’attenzione dei propri fornitori a questi temi rappresenta un altro parametro importante perché diventa una sorta di certificazione di affidabilità e sicurezza dei nostri partner”.
Non è detto che quella del consolidamento rappresenti però l’unica scelta tecnologica percorribile in termini di efficienza dei sistemi informativi. Martina (nella foto in basso a destra) ha infatti constatato che,

per una realtà come la sua, la disponibilità di molti piccoli server distribuiti rappresenta una maggiore garanzia anche in termini di flessibilità rispetto a soluzioni centralizzate: “La nostra attività Ict è suddivisa in due livelli: tutti i processi core risiedono ovviamente in sistemi centralizzati nella sede della corporate; come filiale abbiamo poi una serie di attività, che chiamerei di collective productivity, per le quali abbiamo bisogno di sistemi di produttività per piccoli gruppi; portare queste attività su sistemi centralizzati aumenterebbe i costi, accrescerebbe la complessità di gestione e ridurrebbe la flessibilità dell’intero sistema. Forse in termini energetici la scelta di avere tanti piccoli server non è la migliore, ma ovviamente il consumo va misurato anche in termini assoluti. Il nostro impegno ambientale è su altri fronti, oltre naturalmente alla ricerca che, come casa automobilistica, dedichiamo allo sviluppo di auto che consumino sempre meno, come Ict ci muoviamo, per esempio, sul maggiore utilizzo possibile di documentazione elettronica al fine di ridurre costantemente l’utilizzo di carta”.»

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