Gli scienziati del Trinity College di Dublino, in collaborazione con IBM Dublino, hanno ideato “Stratus”, un sistema innovativo che permetterà alle aziende che utilizzano il Cloud Computing di ridurre le emissioni di gas serra e i costi.
Basandosi sull’utilizzo di algoritmi matematici, Stratus bilancia in maniera efficace il carico tra server situati in tutto il mondo, per raggiungere migliori prestazioni.
Questa è una vera rivoluzione se si pensa che ormai tutti i servizi internet oggi si trovano nella “nuvola”, e che il Cloud Computing consuma megawatt di energia e genera un livello di emissioni che varia a seconda di alcuni fattori tra cui il mix di combustibili utilizzati per produrre energia elettrica e l’utilizzo o meno di tecniche di risparmio energetico sofisticate.
Ad esempio, un impianto alimentato da un generatore di carbone durante una calda giornata estiva consuma energia costosa da acquistare e al tempo stesso sprigiona una quantità molto elevata di carbonio. Al contrario, una struttura che opera accanto a un grande parco eolico magari nelle ore notturne lo farà in modo più conveniente dal punto di vista del consumo e più efficiente dal punto di vista delle emissioni.
Stratus permette di impostare una scala di valori in base a tre variabili principali – i costi dell’energia elettrica, le emissioni di gas a effetto serra e i ritardi nel trasferimento dei dati – e di ottimizzare il funzionamento della rete per una qualsiasi delle tre dimensioni.
«L’obiettivo generale del sistema è quello di consentire alle aziende che utilizzano il Cloud Computing di farlo in base alle loro priorità, alla volontà di essere “super-verdi” o di tagliare i costi all’osso», ha dichiarato il docente di Scienze Informatiche del Trinity College, Donal O’Mahony.
Per testare Stratus, gli scienziati hanno fatto delle simulazioni modellando uno scenario basato sull set up del data center di Amazon Elastic Compute Cloud (EC2), che consente appunto di analizzare tre variabili fondamentali: le emissioni di carbonio, il costo dell’energia elettrica e il tempo necessario per il trasferimento dei dati in rete. In particolare sono stati analizzati gli andamenti di queste variabili nei data canter Amazon EC2 ubicati in Irlanda, in Virginia e California.
È emerso che utilizzando gli algoritmi è possibile ridurre le emissioni del 21% rispetto agli approcci comuni per il bilanciamento dei carichi di elaborazione. Allo stesso modo, in termini di riduzione dei costi di energia elettrica, si potrebbe arrivare a risparmiare addirittura il 61% semplicemente rendendo il carico uniforme.
Secondo Robert Shorten, Optimization Researcher di IBM Research: «Questo progetto rappresenta un bell’esempio di come l’ottimizzazione matematica , la teoria del controllo e l’informatica possono fondersi per perseguire significativi benefici ambientali».
La ricerca è apparsa anche nell’edizione inaugurale della rivista accademica IEEE, “Transaction on Cloud Computing”.