Quale livello di conoscenze dimostrano di possedere le aziende italiane quando si parla dell’argomento cloud? Come valutano le capacità e funzionalità che la “nuvola” promette di fornire loro, per risolvere in maniera agile alcuni problemi chiave di gestione delle attività di business, oggi sempre più frenetiche? Ma, soprattutto, fra le voci della spesa IT, quale posto occupa il cloud nei progetti di nuovi, immediati, o prossimi investimenti in tecnologia e innovazione programmati dalle varie organizzazioni?
Per scoprirlo, e scattare un’immagine aggiornata dell’attuale scenario, HP ha organizzato e condotto un sondaggio online con la collaborazione di ICT4Executive, basato su una serie di domande con risposte multiple, e sulla formula del gioco a punti.
Al sondaggio hanno partecipato oltre un centinaio di imprese italiane di medie dimensioni, appartenenti soprattutto a settori come il mondo commerciale e della moda, e distribuite in dodici regioni (Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana, Trentino Alto Adige, Veneto).
Attraverso il questionario, ciascuna azienda rispondente ha potuto costruire, quesito dopo quesito, la propria immagine di nuvola.
E ha potuto mettersi alla prova, quantificando la predisposizione ad affrontare la sfida del cloud per accelerare il business, tramite un punteggio finale, più o meno elevato a seconda delle risposte fornite.
Pochi i budget pianificati
Quello che emerge è che le aziende italiane dimostrano di conoscere il tema cloud computing, anche se per il momento sono solo una minoranza (meno del 10%) quelle che hanno già pianificato un budget di spesa per la transizione verso questo modello IT.
Riguardo all’orizzonte temporale di spesa stabilito per la transizione verso il cloud computing, il 39,2% lo fissa oltre un anno, motivando la risposta con il fatto che l’impresa in questione si trova ancora in fase di riflessione.
Buono il livello di conoscenza sul cloud
La ricerca mette anche a fuoco il livello di nozioni e conoscenze tecniche possedute dalle varie organizzazioni sulle caratteristiche del cloud e sui passi da attuare per avvicinarsi ad esso.
Facendo una similitudine che paragona le infrastrutture cloud alle nuvole del cielo, e assegnando un punteggio a ciascuna risposta, la “Classifica Meteo Cloud” stila una graduatoria in cui, partendo dal livello più basso, i risultati vengono suddivisi in “Cumuli” (cloud ancora poco maturi), “Cirrocumuli” (cloud avviati sulla buona strada) e “Cirri” (cloud maturi e pronti ad accogliere e rilanciare il business aziendale).
Il quadro risultante è nel complesso positivo: circa il 70% delle infrastrutture cloud italiane si posizionano come Cirri, con un restante 30% costituito da Cirrocumuli. Nessuna nuvola si colloca nella categoria peggiore (Cumulo).
Infine, il “commitment” dei dirigenti sul tema cloud viene giudicato «medio» dalla più alta percentuale di rispondenti (23,4%). L’interesse c’è, ma manca il tempo da dedicare alla nuvola. Per un altro 11,2%, l’interesse ci sarebbe, ma mancano completamente il budget e le competenze per gestire la transizione verso il cloud.