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Interoute estende l’offerta Cloud per le aziende italiane

L’azienda rafforza la sua presenza a Milano per fornire al mercato enterprise servizi di Infrastructure as a service

Pubblicato il 06 Mar 2014

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Simone Bonannini, Amministratore Delegato della sede italiana di Interoute

Posizionarsi sempre più non solo come fornitore di servizi tradizionalmente rivolti agli operatori di telecomunicazioni, ma anche come provider di servizi Cloud dedicati alle aziende che oggi hanno la necessità di ammordernare il loro data center: Interoute lo sta facendo.

Quando si parla di servizi Cloud, una delle maggiori preoccupazioni per i CIO resta la sicurezza delle informazioni, specie se si tratta di trasferire fuori dall’organizzazione applicazioni, processi core e workload di natura business-critical. Soprattutto, prima di scegliere un Cloud provider, rimane di vitale importanza comprendere a fondo come esso gestirà, nell’infrastruttura della nuvola, i dati che gli sono stati affidati dall’azienda utente, e dove li ospiterà fisicamente.

In questo quadro, l’annuncio da parte di Interoute dell’apertura di un virtual data centre (VDC) a Milano, dopo quelli di Amsterdam, Berlino, Ginevra, Londra e Parigi, promette una risposta più concreta alle attuali esigenze dei CIO: in altre parole, adottando questo modello di virtual network computing, le aziende italiane potranno avere l’opportunità di sostituire l’infrastruttura IT tradizionale in-house con i servizi cloud IaaS (Infrastructure as-a-Service) forniti dal VDC di Milano, senza compromessi sulla sicurezza, e con la garanzia che i dati verranno ospitati in un virtual data centre di prossimità.

Usando questi servizi, gli utenti aziendali, sottolinea Interoute, sono in grado di controllare completamente la piattaforma, scegliendo la città e il nodo, tra i sei attualmente attivi in Europa, entro il quale configurare le proprie risorse virtuali. Al contempo le varie organizzazioni possono avere la certezza di usare un’infrastruttura certificata, e ottemperare agli obblighi di legge previsti dalle normative europee sul trattamento dei dati, in termini di integrità e riservatezza. Si pensi anche alla valenza del nodo di Milano per aziende fortemente radicate nel territorio, come quelle della Pubblica amministrazione.

Oltre ad articolarsi in maniera strategica sul nodo milanese, la rete, puntualizza Simone Bonannini, Amministratore Delegato della sede italiana di Interoute, è basata sul concetto tecnologico di SDN (software-defined networking) e si differenzia per caratteristiche uniche in termini di larghezza di banda, ridotti tempi di latenza, resilienza e sicurezza delle connessioni.

Gli oltre 60 mila chilometri di fibra formano un’infrastruttura paneuropea, in cui Cloud pubbliche e private coesistono su un’unica piattaforma: l’utilizzo di una comprovata tecnologia MPLS (multi protocol label switching) permette infatti di creare connessioni private al VDC, usando le VPN (virtual private network) aziendali, oppure di accedervi tramite la rete Internet pubblica, o attraverso una combinazione di entrambe le soluzioni. Tramite MPLS è possibile ‘segregare’ VLAN (virtual LAN), dati, applicazioni e altri asset aziendali. I progetti di Interoute in Italia non sembrano comunque fermarsi al nodo milanese.

Fra gli obiettivi, fa intendere Bonannini, attorno alla metà del 2015, c’è anche la realizzazione di un secondo VDC, in Sicilia. Il sud del Belpaese costituisce infatti una naturale propaggine verso l’Africa, e quest’ultima può rappresentare potenzialmente un enorme bacino di utenza, dove la tecnologia e la cultura digitale e social stanno sempre più emergendo.

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