Tiscali SpA è una delle principali società di telecomunicazioni in Italia, e con la continua crescita degli ultimi anni ha dovuto porsi il problema di adeguare il sistema IT per supportare i volumi d’attività aziendali. I requisiti critici di rapidità e reattività nel soddisfare le esigenze dei clienti e di affidabilità e sicurezza dei dati hanno portato Tiscali a instaurare una partnership con Netapp sia per fruire di servizi Cloud, sia per erogarne ai suoi clienti.
Nella filiera del Cloud, quindi, come racconta l’Osservatorio Cloud & ICT as a Service del Politecnico di Milano nel suo ultimo report, Tiscali è nello stesso tempo azienda utente e fornitrice di soluzioni as a Service. Nel primo ruolo, Tiscali ha visto negli anni costituirsi un parco macchine che comportava complessità di gestione e dunque perdita di efficienza, benché marginale, con un limitato sfruttamento dello spazio su disco. A fronte di un ulteriore investimento, l’azienda ha scelto di ricorrere a servizi di Storage in Cloud, migrando in una nuova architettura Storage di NetApp all’interno del proprio Cloud privato oltre due milioni di caselle postali attive, e le macchine di proprietà.
Attualmente Tiscali ha installato 1,5 petabyte di storage, backup e recovery degli applicativi e delle infrastrutture virtuali, fruendo ed erogando servizi di Disaster Recovery as-a-service con 500.000 utenti attivi. I maggiori benefici sono stati riscontrati a livello energetico e ottimizzazione spazi. Grazie all’uso di dischi più capacitivi, è stato ridotto il numero dei rack, e in generale grazie alle strategie di “storage efficiency” Tiscali ha risparmiato circa il 18% dello spazio disco globale, raggiungendo per alcune applicazioni oltre il 70% di risparmi.
Il consolidamento sulla piattaforma del provider ha permesso una riduzione dello spazio fisico riservato allo storage entro il data center di circa il 40%, e di circa il 50% del consumo elettrico. Inoltre la nuova infrastruttura garantisce disponibilità del 99,999%, scalabilità e dimensionamento commisurato alle esigenze aziendali, e manutenzione senza interruzione dei servizi.
Anche dal punto di vista gestionale la diminuzione delle macchine che necessitavano di un presidio da parte dei dipendenti Tiscali ha permesso una più efficace allocazione delle risorse e gestione della catena di fornitura interna, in grado di garantire una continua conoscenza aggiornata del servizio e dell’infrastruttura.
Come accennato inoltre Tiscali, oltre a usufruire di servizi in Cloud, collabora con il fornitore per erogare soluzioni as a Service dal proprio data center di Cagliari. Le due aziende hanno implementato un ambiente di Private Cloud aperto e integrato ai servizi Cloud di Tiscali, abilitando così un modello ibrido.
Da qui tra l’altro viene erogata una soluzione di Disaster Recovery as-a-service che ha consentito al cliente di raggiungere un’affidabilità del 99,95%. Il ruolo ibrido di Tiscali, scrivono i ricercatori del Politecnico di Milano, pone quindi il Cloud sotto una nuova prospettiva, mostrando come la stessa tecnologia di base possa abilitare un service provider a erogare soluzioni di SaaS mediante un’infrastruttura di Cloud privato, e rendere possibile, mediante un altro Private Cloud di un’azienda esterna, una movimentazione molto agile dei dati.
Caso tratto dal report “Cloud: ora si fa sul serio” dell’Osservatorio Cloud & ICT as a Service della School of Management del Politecnico di Milano