Osservatori

Startup di Cloud Computing, ecco cosa fanno le principali 400 (58 sono italiane)

Una rassegna internazionale delle realtà emergenti del settore finanziate da investitori istituzionali negli ultimi 2 anni. Il 16% si rivolge ai consumatori, il 76% ad aziende e sviluppatori: tra queste il 58% offre software as a service. L’analisi dell’Osservatorio Cloud & ICT as a Service del Politecnico di Milano, con l’Osservatorio Startup e Polihub, cita le più interessanti

Pubblicato il 06 Mag 2015

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Il Cloud Computing è una delle aree più dinamiche e in fermento del mondo ICT in questi anni, e un significativo indice di questo è il gran numero di startup che nascono e ricevono finanziamenti sia a livello mondiale che in Italia. Per avere un’idea precisa del fenomeno, l’Osservatorio Cloud & ICT as a Service del Politecnico di Milano, insieme all’Osservatorio Startup dell’ateneo milanese e a Polihub, ha analizzato le principali 400 startup a livello internazionale operanti nel mercato Cloud Computing, e finanziate da investitori istituzionali negli ultimi due anni.

Al contrario dei big provider, scrivono i ricercatori, queste startup si rivolgono a specifici target di clienti, in base ai quali si possono classificare. La prima distinzione è tra startup rivolte ad aziende e organizzazioni (B2B), o a sviluppatori e/o produttori (76%); e startup che si dedicano al mondo consumer (B2c), in gran parte dei casi offrendo soluzioni di entertainment o per agevolare le attività e semplificare gli accessi ai documenti, in combinazione anche con servizi mobile (16%). Le startup che offrono soluzioni sia a imprese, sia al consumatore finale, sono il restante l’8%.

Considerando solo il mercato B2B, l’analisi procede in base al tipo di servizi: le startup attive nell’ambito Infrastructure as a Service (IaaS) sono il 16%, quelle nel Platform as a Service (PaaS) sono il 26%, e quelle nel Software as a Service (SaaS) il 58%. Quest’ultimo è quindi il gruppo più numeroso, e i ricercatori lo approfondiscono per aree applicative, citando anche le realtà più note per ciascuno.

L’offerta SaaS: dall’ERP alle soluzioni verticali

Le startup che operano in ambito Collaboration ERP sono il 23%, e tra esse c’è Erply, che offre soluzioni SaaS per l’inventario commerciale e Blue Jeans Network con il suo servizio di video collaboration. Quelle in ambito Business Intelligence & Analytics sono il 22%, e comprendono Bime, che offre un tool di analisi integrabile con i principali software aziendali, e InsightOne, un provider di servizi di analytics e big data.

Le startup in ambito Sales sono il 17%: tra loro ci sono Avalara e Artesian Solutions, che offrono una gestione del CRM integrata con i principali social network, BigCommerce con la sua piattaforma per il lancio di online store professionali, e BloomReach, che ha sviluppato una piattaforma di cloud marketing basata su analisi dei big data. Le startup che offrono soluzioni di Document Management, Office Automation ed Email sono il 16%. Tra loro Captricity (digitalizzazione dei dati cartacei), e Message Bus, un’applicazione che abilita l’uso di email e messaggistica aziendale.

L’11% delle startup SaaS invece si occupa di soluzioni per Amministrazione e HR. Tra loro Anaplan, provider di soluzioni di modellizzazione e pianificazione finanziaria e Silkroad, che offre funzionalità di gestione dei talenti. Infine l’8% propone soluzioni verticali (un esempio è Illumio, specialista di cloud security), il 2% si occupa di IT Operations, come AppNeta (gestione di applicazioni business-critical per la direzione IT), e l’1% di Logistica e Distribuzione: un esempio è Supply Vision.

L’analisi cita anche qualche startup anche tra i fornitori di IaaS e PaaS. Nel primo caso gli esempi sono actifio (data protection e business continuity), Panzura (cloud storage), e Skyera (storage per applicazioni cloud, Big data e mobile e social networking). Nel secondo Eucalyptus e apperian, e le loro piattaforme rispettivamente di sviluppo di software compatibile con sistemi di private e hybrid cloud, e di mobile application management.

In Italia metà degli imprenditori ha meno di 40 anni

Il fermento a livello internazionale si riflette anche in Italia: le startup in ambito cloud & ict as a service censite dall’analisi sono 58, pari al 15% del campione: hanno ottenuto finanziamenti da venture capital, business angel, family office, venture incubator, investment company e finanziarie pubbliche Regionali negli ultimi due anni.

Il 39% opera in ambito esclusivamente B2c, mentre il 61% comprende startup sia esclusivamente B2B che B2c/B2B. Inoltre ben il 90% delle realtà censite offre servizi in ambito SaaS, il restante 10% negli ambiti PaaS e IaaS.

Approfondendo il profilo del fondatore delle startup italiane, nel 50% dei casi l’età è compresa tra 30 e 40 anni, nel 33% è inferiore a 30 anni, nel restante 17% è superiore a 40 anni. Nel 51% dei casi il profilo del fondatore è di tipo manageriale, nel 38% dei casi ha competenze tecniche, e nell’11% competenze manageriali che tecniche.

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