La Commissione Europea, che da marzo sta affrontando l’argomento della privacy nel Cloud Computing, si è riunita per aggiornare l’Article 29 Working Party, lo statuto che norma la protezione dei dati personali degli utenti.
Dalle prime indiscrezioni sono state fornite le linee guida per utilizzare il Cloud in maniera sicura e capire come tutelare la privacy anche negli ambienti di Cloud computing pubblico.
Le pressioni dei fornitori
Le società che operano nel settore del Cloud hanno fatto pressione affinché l’Europa possa allinearsi alle direttive statunitensi sulla privacy. In effetti la stessa Commissione Europea deve intervenire al più presto in questo senso visto che gli investimenti delle società nordamericane nel Cloud sono stati scoraggiati proprio da regole sulla privacy poco chiare.
La speranza dei fornitori di Cloud computing è che l’intervento europeo possa far guadagnare fiducia nei loro servizi, allontanando i rischi relativi alla privacy e al furto dei dati. Secondo l’analisi di Gartner sul mercato Cloud europeo queste paure hanno rallentato vistosamente la crescita del Cloud computing nel nostro continente.
Legislazioni troppo diverse
Tuttavia il percorso non è semplice: in Europa i singoli membri hanno legislazioni molto diverse per quanto riguarda la privacy. I paesi scandinavi e britannici hanno regole piuttosto permissive, mentre Francia e Spagna hanno norme molto esigenti sulla trasparenza e i diritti degli utenti. La Commissione Europea ha la facoltà di indicare la strada da percorrere, ma non può imporsi sui 27 Stati membri.
Le linee d’azione per la diffusione del Cloud Europeo
Nel frattempo le istituzioni europee tentano altre strade per favorire e diffondere il Cloud. Saranno annunciate a breve termine le linee d’azione per la strategia sul Cloud Computing. Si partirà da una legislazione più cloud-friendly accompagnata dalla promozione realizzata attraverso investimenti, aiuti alla ricerca e dallo scambio di tecnologie e informazioni con i Paesi terzi.
Il primo pilastro del documento strategico riguarderà proprio la privacy. Ad oggi la maggior parte delle legislazioni rigide di alcuni Stati membri si spiegano con i timori sulla circolazione e fruizione delle informazioni personali, una delle aree più sensibili impattate dal Cloud computing. Queste preoccupazioni possono essere eliminate solo attraverso un corpo di leggi chiare e coerenti.
Il secondo focus di attenzione del documento riguarderà il rapporto tra il Cloud Computing e il settore pubblico. L’obbiettivo è far si che gli enti pubblici si impegnino nel diffondere la tecnologia attraverso la loro esperienza. La Commissione Europea ha già in cantiere una serie di misure di stimolo in questo senso, ad esempio programmi di finanziamento comunitari per lo sviluppo delle infrastrutture e per la ricerca.
Il terzo ed ultimo punto del documento tratterà la cooperazione internazionale con i Paesi più avanzati dal punto di vista della diffusione del Cloud. Questo al fine di cooperare per condividere le soluzioni tecnologiche, ma anche di collaborare sul piano legale per promuovere lo sviluppo in modo più efficiente.
I primi risultati del documento saranno pubblicati nel 2013 in un rapporto della Commissione Europea sui progressi della strategia per il Cloud.