Il 35% delle imprese coinvolte non ha alcuna strategia formale di private Cloud, mentre il 27% non presenta alcun piano per il Cloud pubblico. A rivelaro una ricerca comdotta da VMTurbo su un campione di 1.370 organizzazioni finalizzata a scadagliare il livello del Cloud in azienda.
Nonostante i risultati, i ricercatori hanno evidenziato che molte di queste aziende utilizzano il Cloud computing, pubblico o privato che sia.
“Questo utilizzo infatti – ha spiegato Charles Crouchman, CTO di VMTurbo – non è basato su una strategia interna intenzionale, ma sulle attività dei singoli individui che acquistano spazi sul Cloud pubblico senza l’approvazione dei responsabili IT: per questo ora le imprese si stanno rendendo conto che è per loro necessario formalizzare un accordo per gestire queste prassi. Analizzare questo processo permette ai responsabili IT di aprire gli occhi, in quanto i singoli costi di queste implementazioni Cloud non autorizzate presto iniziano ad accumularsi”.
I costi inaspettati del Cloud
Il costo imprevisto legato all’utilizzo non autorizzato del Cloud, secondo i ricercatori, ha colpito in particolare le piccole e medie imprese che stanno sottovalutando l’impatto finanziario dato dall’uso di servizi off-premise. Ad esempio, gli intervistati che stanno pianificando l’implementazione di Cloud privato hanno detto di aver messo in conto un budget di medio di 149.605 dollari per coprire il costo di tale attività, mentre coloro i quali hanno già completato con successo l’implementazione di un tale ambiente hanno finito per pagare più di sei volte tanto (in media 898.508 dollari). Secondo quanto emerso dalla ricerca, in ogni caso, non sono solo le PMI a commettere l’errore di sottovalutare i costi del Cloud: “Quando parlo con i CIO delle aziende di grandi dimensioni – ha sottolineato Crouchman – riscontro lo stesso problema. La tendenza generale vede una percezione dei costi del Cloud pubblico come molto bassi e la maggior parte delle persone crede che i fornitori di Cloud pubblico siano in grado di fornire l’infrastruttura a un costo molto più basso rispetto a quanto si potrebbe fare da soli. In realtà poi capita che si ricevano fatture esorbitanti, perché il costo di utilizzo dei servizi è molto più alto del previsto”.
Cloud pubblico, privato o ibrido?
Lo studio aiuta a fare il punto, offrendo una migliore comprensione di come le aziende stanno adottando le tecnologie Cloud e per cercare di capire se stanno raccogliendo i vantaggi dall’utilizzo dell’IT off-premise.
“Ogni fornitore – ha commentato Crouchman – nell’ambito delle infrastrutture sta cercando di comprendere il percorso dalle risorse private del computer verso Cloud privato, Cloud pubblico, Cloud ibrido e multi-Cloud. Vogliamo capire i fattori chiave che spingono queste diverse imprese ad adottare il cloud computing, sia questo pubblico, privato o entrambe le cose”.
Shadow IT tra le nuvole della governance
Un altro tema legato al cloud è lo Shadow IT. I dipendenti che utilizza servizi di information technology sulla nuovala senza avvertire il responsabili IT la governance è a rischio. Le attività incluse nello Shadow IT sono le più variegate: si va dalla sincronizzazione e condivisione dei dati (ad esempio le email sincronizzate tra i da dispositivi mobile personali dell’utente e il client desktop utilizzato in azienda) all’utilizzo di piattaforme di backup alternative a quelle implementate dall’azienda (chiavette o dischi USB o servizi di cloud) per arrivare a progetti di business che prevedo la condivisione di file, tramite allegati, con alcuni clienti. Il tutto senza alcun presidio informatico.
La sicurezza impone una pianificazione più controllata da parte dei manager e dei responsabili di sistema: la nuvola è comoda ma, come tutte le soluzioni, va programmata e gestita in tutte le sue dinamiche.