Quando il Fibre Channel over Ethernet (FCoE) si è affacciato sulla scena dello storage networking, diversi anni fa, molti si aspettavano un rapido aumento della sua adozione sin da subito, visto che questo protocollo offre opzioni di consolidamento dell’I/O (Input/Output) e traffico ad alta velocità sulle reti Fibre Channel. Ma questo non è accaduto. Perché?
Diversi sono i motivi, tra cui spiccano:
• La mancanza di un vantaggio significativo a livello di prestazioni, a causa della disponibilità attuale di reti Fibre Channel a 8 GB (e ora a 16 GB)
• Inconsistenza o incongruenza delle caratteristiche e delle funzionalità della maggior parte dei prodotti, che portano a problemi di interoperabilità
• Disagi e confusione a livello organizzativo per quanto attiene alla specifica
• Disponibilità di altre opzioni tecnologiche per il consolidamento delle reti, come Internet Small Computer System Interface (iSCSI) e Network File System (NFS)
• Costo non proprio contenuto degli apparati
Tuttavia, gli utenti alla fine hanno superato questi ostacoli iniziali, portando di recente a un aumento nel tasso di adozione di FCoE. Questa crescita è stata favorita dall’inclusione di alcuni elementi di supporto nell’offerta dei fornitori di apparati di rete, storage e server. Data Center Bridging (DCB), che include funzionalità Ethernet lossless (tra le altre funzioni utili) è ora incluso nella maggior parte dei dispositivi di rete e i fornitori di server stanno incorporando i Converged Network Adaptor (CNA) all’interno dei blade server e degli array di storage, assicurando in questo modo il supporto nativo a FCoE.
Attualmente, i due principali vantaggi legati all’adozione di FCoE sono:
• La capacità di convergere su un’unica tipologia di rete, cosa questa che semplifica notevolmente il cablaggio e che, in presenza delle giuste condizioni, può consentire di ridurre i costi e le operazioni di gestione dei diversi dispositivi di rete storage
• La possibilità di sfruttare la larghezza di banda dei 40 GB Ethernet
Pertanto, due risultano ancora i dubbi principali da sciogliere:
• Reti convergenti vs reti non-convergenti. E questa è una questione di tempo (cioè relativa al quando, non al se abbracciare il consolidamento dei network storage)
• Una volta optato per le reti convergenti, la scelta di adottare FCoE o un’altra alternativa
La possibilità di ottenere risparmi più o meno consistenti adottando FCoE dipende dallo scenario specifico. Ci sono, infatti, altre opzioni disponibili per far convergere tutte le reti storage, inclusi i protocolli iSCSI e quelli file-based come SMB (Server Message Block) o NFS. Se l’organizzazione è già fortemente impegnata sul fronte Fibre Channel per lo storage e sta valutando la riprogettazione del centro dati o un importante aggiornamento a livello tecnologico, allora dovrebbe considerare seriamente i benefici offerti da FCoE, in quanto questa scelta permetterebbe di proteggere gli investimenti sostenuti e sfruttare le competenze e le capacità esistenti. Se lo storage della società cresce, però, solo in modo incrementale, allora questo passaggio potrebbe rivelarsi meno conveniente.
Mentre la roadmap per il Fibre Channel prevede prestazioni potenziali a 32 GB nel giro di pochi anni, il percorso futuro per Ethernet è stabilito più chiaramente, in quanto il passo successivo agli attuali 40 GB è rappresentato dai 100 GB. Quindi, Ethernet offre il vantaggio di una larghezza di banda sicuramente in crescita per il prossimo futuro e le organizzazioni che sfruttano il Fibre Channel possono già decidere ora di passare a FCoE, con l’obiettivo di essere pronte per sfruttare la maggiore larghezza di banda nel momento in cui questa diventerà realmente disponibile.