Il fatto di poter intervistare un “environmental manager” la dice lunga sull’attenzione che, in termini pratici, Hp sta dando alla tematica green. La società ha infatti portato la gestione eco compatibile delle proprie sedi e delle attività aziendali, del risparmio energetico e della riduzione di sostanze nocive al centro di policy e direttive interne mirate.
Silvio Remonato, environmental manager per HP Italia, racconta la lunga storia dell’azienda in relazione alle scelte “verdi”: “La politica ambientale di Hp si concretizza oggi nell’offerta di prodotti e servizi concepiti nel massimo rispetto dell’ambiente, ma i tasselli che hanno portato a questa capacità risalgono ormai a molti anni addietro. “Nel 1987, per esempio, siamo stati i primi ad attivarci nel campo del riciclaggio dell’hardware, anticipando le normative internazionali che oggi impongono alle aziende produttrici di avere un ruolo diretto per il recupero e il riciclaggio delle apparecchiature e dei materiali di cui sono composte. I nostri servizi di ritiro delle cartucce delle stampanti porta come data il 1991 ed è dell’anno successivo l’Hp Design for Environment, il nostro programma di efficienza energetica, innovazione nei materiali e riciclaggio che coinvolge il portafoglio prodotti e le soluzioni Hp”.
Un programma che ha portato ad una vera e propria revisione organizzativa con l’inserimento, in tutte le fasi del ciclo di vita dei prodotti e delle soluzioni Hp, di persone preposte alla ricerca, allo sviluppo, al controllo, ecc. in un’ottica Green, secondo le direttive dell’organizzazione (per ogni singolo progetto è previsto un responsabile ambientale che lavora a stretto contatto con la divisione R&d e con gli sviluppatori in qualità di consulente ma anche e soprattutto di garante). “Uno degli interventi primari, per esempio, è stato nell’impiego di materiali innovativi o riciclati – spiega Remonato. – I nostri laboratori di ricerca dedicano molta attenzione all’impiego di sostanze non pericolose e non inquinanti; ma l’innovazione nel rispetto dell’ambiente avviene anche su altri fronti come quello dell’impiego del minor numero possibile di materie per l’assemblaggio delle apparecchiature”. Non da meno la ricerca nel campo degli imballaggi. “Non va dimenticato che non è solo la costruzione di un prodotto informatico ad inquinare ma anche la sua distribuzione sul mercato”, dice Remonato. “Prodotti meno ingombranti, più leggeri e con imballaggi più idonei possono contribuire ad una migliore gestione della catena distributiva e a gestire il trasporto in modo più efficiente”.
Anche il consolidamento da parte di HP dei propri data center attraverso l’impiego di tecnologie volte ad un miglior controllo e gestione del bisogno energetico, alla riduzione degli spazi fisici necessari a contenere le attrezzature e al miglioramento dei sistemi di raffreddamento può essere letta nel segno delle politiche green dell’azienda, e ha portato vantaggi ambientali ed economici allo stesso tempo.
Le scelte green di HP si traducono anche in una riduzione delle emissioni di gas serra. “Abbiamo aderito ad un programma internazionale con il Wwf e ci siamo impegnati a ridurre, entro il 2010, le emissioni di CO2 dei nostri impianti del 15% rispetto ai livelli del 2006”, spiega Remonato.
Quanto al risparmio energetico relativo alle “macchine”, Remonato sottolinea che “migliaia di prodotti Hp sono qualificati come Energy Star e i server Hp Blade System dispongono della tecnologia HP Thermal Logic che consente di monitorare l’uso effettivo, limitando il consumo fino al 50% rispetto ai server tradizionali”.
Hp: l’eco-compatibilità nei fatti. Intervista a Silvio Remonato
L’industria informatica produce soluzioni inquinanti. I primi ad adottare una politica di sostenibilità e rispetto dell’ambiente devono essere quindi proprio i grandi player. Ecco la visione di Hp che in fatto di eco-compatibilità può vantare una strategia world wide di lunga data . Intervista a Silvio Remonato (nella foto), environmental manager per HP Italia
Pubblicato il 01 Feb 2009
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