Nel linguaggio comune flop un insuccesso. Nel caso del centro di ricerca tedesco Forschungszentrum Juelich, invece, è la parola chiave della sua strategia per affermarsi come il più avanzato sito di supercalcolo scientifico in Europa. Con i finanziamenti del ministero della ricerca federale tedesco (Bmbf) e del ministero della ricerca della Renania Settentrionale-Westfalia (Miwft), Ibm e il germanico Gauss Centre for Supercomputing installeranno presso il Forschungszentrum Juelich, nella prima metà dell’anno, il nuovo supercomputer Ibm Blue Gene/P System con prestazioni di un petalo, ossia un milione di miliardi di operazioni al secondo.
“I supercomputer con questa potenza – così ha spiegato la scelta il professor Achim Bachem, presidente del consiglio di gestione del Forschungszentrum Juelich – sono strumenti fondamentali per risolvere problemi scientifici urgenti e complessi in aree come i cambiamenti climatici, il folding delle proteine nelle cellule, il funzionamento dei semiconduttori, il miglioramento delle celle a combustibile”.
Il nuovo Blue Gene/P utilizza un sistema di raffreddamento ad acqua a temperatura ambiente. Quando l’aria attraversa un rack (il supercomputer installato in Germania ne prevede 72), si surriscalda. Prima di farla passare a un rack successivo viene fatta fluire attraverso un sistema di raffreddamento ad acqua. In questo modo, è possibile ottenere, secondo Ibm, una riduzione del 91% dell’aria condizionata che sarebbe necessaria per mantenere alla giusta temperatura il sistema.
Entrando più nei dettagli di quest’ultimo, vale la pensa di segnalare che i 72 rack ospitano 295mila processori PowerPc a 32 bit, 450 core, 850 Mhz. Ciascun nodo di calcolo è costituito da un processore Smp a 4 vie. La memoria di sistema è pari a 177 terabyte, mentre la capacità degli hard disk, integrandosi ed espandendo quella del supercomputer attualmente in uso presso il Centro, raggiungerà i 6 petabyte di spazio, equivalenti a più di un milione di Dvd.
Per concludere le specifiche tecniche dichiarate il supercomputer avrà una latenza di rete di 160 nanosecondi e una larghezza di banda di rete di 5,1 gigabyte al secondo. Il consumo energetico sarà di 2200 kilowatt, una quantità di energia molto elevata ma anche molto inferiore a quella che sarebbe stata necessaria con le metodologie tradizionali utilizzate nei data center. Il rispetto dell’ambiente, obiettivo di parte delle ricerche che verranno effettuate in questo centro di supercalcolo, parte già dalla tecnologia utilizzata dai ricercatori.
Un supercomputer ecologico da un petaflop per vincere nella ricerca
Pubblicato il 17 Mar 2009
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