Byte: Software as a service anche nella gestione Hr

“La gestione delle buste paghe è una delle attività con il più alto tasso di esternalizzazione. Ecco perché crediamo fortemente nel modello SaaS”. Così riassume la strategia di Byte il suo amministratore delegato, Roberto Gamerro

Pubblicato il 23 Apr 2009

MILANO – Byte, società italiana che fornisce soluzioni software e servizi per la gestione e l’amministrazione delle risorse umane, chiude il 2008 con un fatturato di circa 47 milioni di Euro, con una crescita rispetto all’anno precedente che oscilla tra il 5  il 6%. “Chiusura in crescita ma non secondo le aspettative, con un miglioramento fermo ad una cifra percentuale, che però è da considerarsi un discreto risultato”. Commenta così, con sano pragmatismo, i dati di fatturato Roberto Gamerro (nella foto), amministratore delegato della società, spiegando anche gli elementi positivi che fanno ben sperare per il futuro: “Sulle licenze confermiamo i dati dell’anno 2007 (2 milioni di licenze vendute). Non c’è stata crescita in questa direzione ma considerando che la vendita di licenze rappresenta il 40% del nostro business i dati sono comunque interessanti. I risultati migliori arrivano dalle scelte di outsourcing e, soprattutto, dalla nuova possibilità di poter fruire delle soluzioni secondo il modello SaaS”. E risultati incoraggianti arrivano anche dall’acquisizione di nuovi clienti: “nel corso del 2008 abbiamo acquisito 35 nuovi clienti (25 aziende medio-grandi e 10 imprese più piccole, ndr) e ampliato il nostro organico con una cinquantina di nuove persone (oggi Byte conta oltre 530 dipendenti). Un risultato di cui essere soddisfatti in un momento in cui si parla tanto di esuberi e cassa integrazione”, dice l’amministratore delegato.
Le soluzioni di gestione delle risorse umane di Byte, oggi, amministrano oltre 2 milioni di buste paga ogni mese (il market share è pari al 12% circa). “La gestione delle buste paga è una delle attività più terziarizzate da parte delle aziende perché piuttosto onerose e difficili (le normative in materia cambiano in continuazione) e perché, spesso, nelle aziende di medio-grande dimensione l’elaborazione dei cedolini paga è considerata una commodity che, però, richiede un’infrastruttura sottostante non banale (server, connettività e software che deve essere predisposta per gestire picchi di lavoro) e le competenze di personale specializzato. Ecco perché il ricorso all’outsourcing è sempre più frequente”.
Una quindicina di clienti nel corso del 2008 è passata da contratti a licenza all’outsourcing (tra questi anche Ferrero); sembra prendere piede anche una forma di outsourcing che Gamerro definisce “light”, ossia l’Application Facility Management, dove il cliente paga un servizio pur mantenendo la gestione a licenza.

A rafforzarsi anche l’offerta del software come servizio che, secondo Armando Mantovani (nella foto), direttore marketing e commerciale della società, “Soddisfa le esigenze di aziende che richiedono di processare le richieste in tempo reale, facendo quindi fronte ai picchi della domanda solo quando realmente serve, sfruttando l’infrastruttura e le tecnologie del nostro data center di Torino”.
Ed è in questa direzione che l’azienda vede i principali sviluppi del proprio business: “All’inizio la scelta del software come servizio viene fatta principalmente per questioni economiche, ma le aziende si rendono poi rapidamente conto che il beneficio maggiore è un altro, ossia quello di liberarsi della complessità tecnologica e della gestione dell’infrastruttura nonché dei relativi costi”, aggiunge Mantovani.
SaaS dunque nel futuro di casa Byte con previsioni però prudenti: “Anche quest’anno i nostri sforzi continueremo ad essere indirizzati sui servizi (che rappresentano il 60% del business). A livello di budget pensiamo di poter continuare su questa rotta, con una crescita limitata ma continua”, conclude Gamerro.

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