Modernization: l’efficienza It vista dalla parte delle applicazioni

Quali sono oggi le opportunità da cogliere per una efficace It Governance, in generale, e una proficua relazione tra il dipartimento It e le varie linee di business, nello specifico? Una delle leve più efficaci sulle quali poter agire per raggiungere determinati obiettivi di Governance e di efficienza è senz’altro quella delle application; partendo dalla loro modernizzazione fino ad una loro efficace gestione. Una tematica che è stata affrontata nel corso di una tavola rotonda organizzata da ZeroUno in collaborazione con Micro Focus

Pubblicato il 23 Nov 2009

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Il tema dell’ottimizzazione dei sistemi informativi è molto dibattuto, soprattutto in questo preciso momento storico, caratterizzato dalla complessità, dove le aziende devono riuscire a fare scelte positivamente strategiche per mantenere i livelli di efficienza raggiunti e, perché no, migliorarli. La ricerca della miglior efficienza non necessariamente deve passare per un rinnovamento “tout court”, soprattutto quando esistono sistemi funzionali frutto di importanti investimenti precedenti. ZeroUno ha organizzato, in collaborazione con Micro Focus, due eventi distinti per analizzare come il parco applicativo delle aziende, spesso caratterizzato da un puzzle molto variegato in cui coesistono ambienti differenti con applicazioni sviluppate in diverse modalità e periodi, possa diventare strategico dal punto di vista di una migliore efficienza It e un maggior valore al business attraverso un’attenta modernizzazione e miglior gestione. In particolare, attraverso i due eventi, circa una quarantina (vedi elenco a fine servizio) di Cio e top manager della community di ZeroUno si è riunita per cercare di capire come poter oggi valorizzare e meglio controllare questo patrimonio al fine di renderlo allineato alle esigenze di nuove funzionalità ed efficienza da parte degli stakeholder aziendali.

Patrimonio applicativo: strategie evolutive
Gli spunti di riflessione partono dai risultati di un’indagine (su un campione di circa 80 aziende attive in Italia equamente distribuito per settori e dimensioni) effettuata da ZeroUno in collaborazione con NetConsulting dai quali emerge che le prime tre problematiche per l’It sono la percezione del valore dell’It presso il top management, la razionalizzazione del parco applicativo e la ricerca di nuove soluzioni o funzionalità applicative. A tal proposito vi invitiamo a leggere il dettaglio dei risultati dell’inchiesta nell’articolo “Modernizzare le applicazioni: come e con quali strumenti” pubblicato sul numero di Aprile 2009 di ZeroUno e disponibile anche online all’indirizzo www.zerounoweb.it. Qui, ci limitiamo a dire che dall’indagine emerge una fotografia della situazione del parco applicativo della maggior parte delle aziende italiane di medio grandi dimensioni caratterizzata dalla coesistenza di decine di applicazioni sviluppate in diverse modalità e periodi, che crea complessità di gestione oltre che rappresentare un freno a possibili cambiamenti innovativi. “Una delle chiavi interpretative della

tematica”, dice Stefano Uberti Foppa (nella foto), direttore di ZeroUno, “è l’analisi dei possibili percorsi evolutivi che si possono intraprendere e delle modalità di approccio all’interno di un ambiente complesso, come quello applicativo, che necessita di interventi evolutivi. L’application modernization può rappresentare, infatti, non tanto una scelta funzionale (i cambiamenti funzionali nell’It sono all’ordine del giorno) quanto, piuttosto, una scelta strategica per un’azienda che vuole continuare ad essere competitiva, raggiungere nuove mete, andare ad un’altra velocità”.
È con questi obiettivi, per esempio, che Accenture Insurance Services & Systems ha fatto una scelta di “revisione” delle proprie applicazioni. Roberto Lecciso (nella foto), amministratore delegato della società, durante il primo degli eventi dedicati a queste tematiche, ha raccontato l’esperienza della propria azienda che ha previsto, in diverse fasi, alcuni interventi di razionalizzazione del parco applicativo, partendo dal presupposto che “Non si volevano fare investimenti ingenti o interventi massivi tali da stravolgere un sistema che, seppur bisognoso di un certo ammodernamento, funzionava discretamente”, dice Lecciso. “Facendo un intervento di application modernization siamo riusciti a “riciclare” moduli delle nostre vecchie soluzioni (basati su Cobol) che, proprio perché consolidati e ben funzionanti, era inutile riscrivere. “Siamo partiti da una situazione iniziale che ci ha visto implementare soluzioni basate su Cobol in ambienti mainframe presso un outsourcer [la parte di sviluppo delle applicazioni era affidata all’esterno, ndr]”, spiega Lecciso. “Si trattava di mainframe Olivetti che, per varie vicissitudini, ci hanno costretto, nel momento in cui Olivetti è uscita dal mercato, a porci il problema di cosa fare: comprarci il mainframe e gestirlo “in casa” o cos’altro? Abbiamo trovato la soluzione con una applicazione [Mainframe Express di Micro Focus, ndr] in grado di emulare l’ambiante mainframe senza però averlo fisicamente in house”.

Oggi l’architettura tecnologica adotta un approccio Web-based: la logica applicativa è sviluppata ancora in Cobol al quale però si è integrato Java usato per i servizi di business”, spiega l’amministratore delegato della società.
Nessuno stravolgimento, quindi, ma “solo” una revisione applicativa che, secondo le parole di Stephen Kelly, Chief Executive Officer di Micro Focus, “Fornisce un’alternativa tecnologica a basso rischio e ritorno elevato”. “Il riutilizzo di codice esistente – dice Kelly – soddisfa le esigenze del business in una frazione del tempo altrimenti richiesto dalla riscrittura o sostituzione di applicazioni business-critical”. E non è solo una questione di tempo; Kelly ha illustrato alla platea come interventi di questo tipo consentano agli sviluppatori, per esempio, di ”Migliorare la produttività fino al 40%, ridurre i costi mediante il trasferimento di carichi di lavoro a piattaforme più economiche, rendere disponibili risorse per realizzare nuovi progetti ad alto impatto”.

Prima di tutto capire

Ma, come in tutti i progetti It, esistono criticità e sfide da superare che vanno valutate prima di qualsiasi intervento di tipo tecnologico. “L’aspetto principale che bisogna affrontare è la comprensione della struttura delle proprie applicazioni, ossia riuscire ad avere una mappatura corretta di ciò che si ha in casa e di come funziona. Cosa che non è affatto semplice”, interviene Pierdomenico Iannarelli (nella foto), country manager di Micro Focus Italia. “La mappatura dell’esistente consente di capire quali sono le applicazioni che possono essere, lentamente e per gradi, “dismesse” o “riviste”, senza ledere o incidere sull’andamento “quotidiano” dell’It e del business”.

Se da un lato, infatti, ai dipartimenti It viene chiesto di trovare il modo per ridurre i costi, dall’altro c’è una continua e incrementale richiesta di nuove performance. “La prima cosa che in questo contesto dovrebbe quindi fare l’It manager – prosegue Iannarelli – è verificare se le applicazioni disponibili sono tattiche o strategiche rispetto agli obiettivi del business. E per rendere l’evoluzione applicativa strategica, è necessario prima di tutto capire quali sono le aree e gli interventi necessari che possono portare quel valore aggiunto in termini di maggior servizio e migliori performance (sia dell’It nei confronti del top management e delle Lob, sia come maggiori servizi verso l’esterno – clienti, partner, mercato, ecc.)”.
E, oggi, queste esigenze stanno diventando sempre più impellenti.

Application portfolio management: serve per allineare l'It al business?
“Le applicazioni – dice Uberti Foppa – rappresentano la sintesi finale di un processo di interpretazione delle esigenze provenienti dalle Line of Business, che l’area It deve saper intercettare, capire e alle quali poter dare risposte rapide e corrette. Si tratta, anche in questo caso, di una capacità di Governance (applicativa, nello specifico) che punta ad ottimizzare la sintonia con il business aziendale nella quale l’Application Portfolio Management assume un ruolo determinante perché rappresenta una soluzione tecnologica che, unitamente ad una corretta metodologia per il governo del portfolio applicativo, è in grado di portare risultati di efficienza in ambito It che si ripercuotono sull’efficienza del business”.

“L’evoluzione del parco applicativo come importante elemento di supporto al business – interviene Annamaria Di Ruscio (nella foto), direttore generale e partner di NetConsulting – incontra però dei freni che, per la maggior parte dei casi, riguardano prevalentemente aspetti economici e sono legati al costo della soluzione, anche in termini di Tco, e all’assenza o scarsità di budget”.

Guardando però ai fattori di stimolo (facciamo riferimento ai risultati dell’indagine pubblicata sul numero di Aprile di ZeroUno, ndr), gli investimenti in soluzioni a supporto dell’ottimizzazione applicativa rispondono, sia pur con diversi gradi di urgenza, ad esigenze di business (miglioramento della soddisfazione degli utenti interni ed esterni delle applicazioni), economiche (costi di gestione della manutenzione e anche consumo energetico dell’hardware), di aumento dell’efficienza (riduzione tempi di risoluzione dei malfunzionamenti, aumento della disponibilità degli applicativi), di efficacia nel diagnosticare preventivamente i malfunzionamenti e nell’identificare le componenti It critiche per lo svolgimento di determinati processi.

I risultati sono stati commentati, nel corso del dibattito, dai Cio presenti all’evento. Marco Bistolfi (nella foto), responsabile sistemi a supporto della ricerca, direzione Ricerca e Sviluppo Tecnologico, Divisione Refining & Marketing di Enitecnologie si dice sorpreso del fatto che la soddisfazione dell’utenza aziendale risulti al primo posto nei driver che spingono la modernizzazione del parco applicativo, ritenendo, invece, che il contenimento dei costi sia un fattore molto più pressante. Michele Franzese (nella foto), Technical/Scientific IT Planning & Architecture Manager di Eni interviene sottolineando come, dal suo punto di vista, “La soddisfazione dell’utente è importante, dato che l’It deve rappresentare un servizio del business, ma bisogna anche saper dire di no. Serve alla base un disegno e un controllo di gestione (che dovrebbe spettare al Cio nel suo nuovo ruolo di abilitatore di business) in grado di valutare quali interventi siano realmente necessari a livello applicativo. Un controllo che, bisogna riconoscerlo, rischia di “fare a pugni” con le esigenze dell’utenza aziendale che, spesso, tende a muoversi autonomamente in modo verticale, ossia prendendo accordi diretti con vendor e fornitori esterni “bypassando” la funzione It”.

“Ed è per evitare proprio questi atteggiamenti che l’Application Portfolio Management diventa un tassello fondamentale dell’It Governance finalizzata al sostegno del business”, interviene Di Ruscio. “Nessuna azienda ha in casa una soluzione esattamente così come “esce dall’azienda di fabbricazione”. Le customizzazioni software sono sempre esistite e continueranno ad esserci ma serve un governo attento del livello di queste personalizzazioni e della gestione del patrimonio applicativo, onde evitare di trovarsi ad avere in azienda decine e decine di applicazioni che creano solo complessità (e quindi elevati costi di gestione)”.

Parere condiviso da Ruggero Carnevali (nella foto), Responsabile Sistemi Informativi di Sandvik Italia, secondo il quale “Non si può avere un sistema efficiente, robusto, efficace, se lo si personalizza troppo”. “Nella nostra realtà – prosegue Carnevali – abbiamo adottato una piattaforma standard per la gestione dei processi e, a livello di applicazioni, definiamo progetti globali che vengono poi replicati nelle singole country. Singolarmente gli utenti aziendali sono spesso critici nei confronti dell’IT ma se andiamo a guardare il supporto che riusciamo a dare nel complesso al business, allora le scelte risultano efficaci, dato che il controllo e la gestione sono tali da garantire i livelli di efficienza attesi dal business”.

Massimo Milano, Apm Solution director di Micro Focus, ribadisce i concetti espressi da Carnevali sottolineando come “Il concetto di governo del patrimonio applicativo non può prescindere dall’allineamento con il business. È fondamentale conoscere esigenze, strategie e obiettivi della propria azienda per trovare le giuste soluzioni e gestirle in linea con quanto chiede il business”.

La comprensione della domanda è fondamentale
Diventa quindi molto importante riuscire ad interpretare correttamente la domanda e, in questo contesto, diventa fondamentale il Cio, nel suo nuovo ruolo “business oriented”. Uberti Foppa, a questo proposito, ha lanciato una provocazione: “La capacità del Cio di avere una certa autorevolezza, a mio avviso, dipende anche dalla capacità di comprensione e gestione della domanda

con un approccio che deve essere anche proattivo”. Secondo Mario Bertola (nella foto), Information & Communication Technology di Fiat Group Automobiles, “Il demand management e la capacità di prioritizzazione sono aspetti fondamentali di una strategia di governance It. Certo è che le richieste degli utenti sono sempre superiori alle reali possibilità dell’It di soddisfarle; oggi i sistemi sono decisamente migliori in termini di efficienza rispetto al passato, ma costano anche di più. Intervenire per soddisfare le esigenze dell’utenza aziendale, di conseguenza, ha dei costi. Diventa quindi fondamentale, prima ancora di capire cosa si può fare e quando, capire chi è il “cliente” della funzione It e quindi interpretare le sue richieste e cercare di soddisfarle (andando anche contro all’insoddisfazione di altri utenti)”.

Parlando poi di esigenze legate al governo dei progetti di sviluppo, Bertola sottolinea come “La fase di gestione della prioritizzazione sia indispensabile dato che gli elementi che influenzano le decisioni in questo senso sono molti e provengono da più parti”.

Concorda con questa visione anche Giuseppe Ingletti (nella foto), Cio di Fiera Milano che portando ad esempio la sua esperienza dice: “Nella nostra realtà il business ha chiesto all’It di ridurre i costi ma, allo stesso tempo, è consapevole del fatto che l’innovazione tecnologica non può arrestarsi. Definire quindi quali sono i reali bisogni e dare una priorità agli interventi diventa importantissimo e il demand management diventa lo strumento di supporto utile a capire cosa sia davvero necessario fare”.

Ingletti aggiunge infine che, oggi, “Hanno la priorità tutti quei progetti che possono dare benefici in termini di maggior efficienza (e la modernizzazione applicativa ne è un esempio), ma i risultati devono essere tangibili e possibilmente immediati”. Parlando di risultati raggiungibili attraverso una migliore governance del patrimonio applicativo Massimo Milano ne cita alcuni legati proprio alla maggior efficienza dell’It che si traduce in beneficio di business: “Riuscire ad avere un assessment generale del patrimonio applicativo It disponibile e dare in tempo reale una fotografia di ciò che c’è in azienda e di come funziona; individuare le criticità e i possibili cambiamenti (per comprendere quali sono i punti di contatto/relazione e verificare quali ottimizzazioni si possono raggiungere); analizzare, verificare e valutare gli impatti dei cambiamenti, siano essi organizzativi o tecnologici; effettuare test in real-time sull’efficacia e l’efficienza dei sistemi”.

Conoscere per agire

Sapere com’è formato il proprio parco applicativo non sembra però essere un fattore così scontato. “Un piano di azione evolutivo, per poter essere gestito, deve prima essere mappato, analizzato e valutato”, dice Di Ruscio. Guido Repaci (nella foto), Responsabile Sistemi Informativi di A. Manzoni e C., ritiene che il “misuratore” corretto dovrebbe essere rappresentato dal business plan; “Se il business plan non tiene conto dell’It, ci sarà sempre difficoltà non solo a governare l’It stesso ma a comprendere anche quali possono essere le aree di miglioramento. Ma questo non basta ancora – sostiene Repaci -. Per riuscire veramente a governare l’It e le scelte tecnologiche a supporto del business, è fondamentale che l’It conosca sé stesso, che abbia una mappatura comprensibile, che parli un alfabeto comune al business”.

Della stessa opinione Graziano Tosi, IT Manager di UniCredit Global Information Services, che dice: “Vedendoci come centro di servizi a supporto del business, il nostro approccio metodologico è orientato proprio alla comprensione della nostra funzione e all’individuazione delle aree di miglioramento. Riuscire a capire quali sono le “debolezze” tecnologiche e sopperirle, diventa di primaria importanza non solo per meglio governare la nostra struttura e ciò che “gestiamo” dal punto di vista informatico ma anche per dare risposte concrete alle richieste delle Lob”.

Tecnologie e framework: serve una metodologia precisa
Quest’ultimo aspetto, in particolare, ha portato l’accento sulla tecnologia e sugli standard o framework dedicati all’It Governance. Quasi tutti i Cio sono concordi nel ritenere le tecnologie mature da questo punto di vista. Tra le funzionalità più apprezzate delle soluzioni di Application Portfolio e Performance Management ci sono il monitoraggio del funzionamento delle applicazioni, l’identificazione delle cause del malfunzionamento e la parte di Software Asset Management (funzionalità che migliorano la Governance It e quindi l’efficienza e il supporto alle Lob e al top management). Certo non mancano i “desiderata”. Silvio Sorrentino (nella foto), Responsabile Sistemi Informativi di Corepla, lanciando una provocazione ai vendor, sottolinea come questi siano poco chiari non solo sul reale costo delle soluzioni ma anche sul valore che queste possono concretamente portare all’interno dell’azienda. Entrando quindi nel dettaglio delle tecnologie, Sorrentino sottolinea come la necessità dell’It oggi sia di trovare soluzioni “Poco costose, soprattutto in termini di Tco ma anche, indirettamente, relativamente all’overhead dei sistemi; facilmente integrabili per poter “salvare” gli investimenti precedenti; facilmente gestibili e monitorabili”.
A questo proposito interviene ancora Milano che, dal punto di vista di osservazione di vendor, pur sostenendo il parere di Sorrentino, sottolinea come “L’approccio tecnologico all’Application Portfolio Management debba essere demistificato”. “Non esiste un approccio tecnologico – dice il manager di Micro Focus – ma un approccio metodologico che può trovare sostegno, per esempio, dai vari framework adottati a livello internazionale”.
Dal punto di vista degli standard adottati, la maggior parte dei Cio presenti si è dichiarata orientata verso Itil, anche se non sono mancati interventi, come quello di Andrea Cervino (nella foto), Responsabile Ict di Manpower che sottolinea come “Le aziende incontrino molte difficoltà ad avviare concretamente framework e metodologie che sono generalmente di complessa attuazione, preferendo, spesso, soluzioni meno rigide, magari studiate “in casa” che meglio si adattano alla particolare situazione, complessa, dell’azienda e del dipartimento It”.


Carta d’identità Micro Focus

Micro Focus è una società di software specializzata in soluzioni di Enterprise Application Modernization & Management. Si tratta di tecnologie indirizzate alla “revisione” delle architetture applicative, ossia soluzioni di consolidamento e razionalizzazione. All’interno di una strategia di governance It, “modernizzare” le applicazioni significa evolvere verso ambienti più attuali senza dover tuttavia fare scelte tecnologiche drastiche e, soprattutto, riutilizzando l’esistente (riutilizzare le “vecchie” applicazioni mainframe basate su Cobol, per esempio, via web in ambienti Linux, Unix, Microsoft, ecc.). Fattor comune delle soluzioni di modernizzazione proposte da Micro Focus è, infatti, il riutilizzo di uno dei linguaggi operativi più diffusi al mondo (Cobol, appunto) senza dover ricorrere alla “riscrittura” del software. Per ulteriori informazioni: www.microfocus.com


I protagonisti dei due eventi di ZeroUno

Questi i manager che hanno partecipato ai due eventi di ZeroUno contribuendo ad arricchire e sviluppare il dibattito.

_Marco Andolfi, Responsabile Sistemi Informativi di Cbs Outdoor
_Giuseppe Angioli, Sviluppo Progetti Area Mainframe di Eni
_Riccardo Baraldi, CFO, Membro del Cfrs di Andaf
_Mario Bertola, Information & Communication Technology
di Fiat Group Automobiles
_Luca Bertoletti, Project Manager di Ghirlanda Scs
_Marco Bistolfi, Responsabile Sistemi a Supporto Della Ricerca,
Direzione Ricerca e Sviluppo Tecnologico, Divisione Refining & Marketing di Enitecnologie
_Vincenzo Bloise, Responsabile Sviluppo Sistemi Commerciali e Assistenza alla Clientela di Trenitalia
_Massimo Boano, Presidente, Amministratore Delegato, Direttore Gen di CapGemini
_Walter Brambilla, Teamleader IP Telephony western europe di Roche
_Alessandro Carbone, Sistemista di Don Gnocchi Sistemi
_Ruggero Carnevali, Responsabile Sistemi Informativi di Sandvik Italia
_Daniele Cericola, Responsabile Sistemi Informativi di Almaviva Finance
_Andrea Cervino, Responsabile Ict di Manpower
_Marcello Chifari, General Manager di Reply
_Gabriele Colli Lanzi, Amministratore Delegato di Segula Technology Italia
_Fabrizio Di Peppo, Area Manager di Sempla
_Andrea Donzelli, Responsabile ICT di Cognis
_Sergio Errigo, Responsabile Sistemi Informativi di Sint
_Giulio Falsina, CIO di Autogrill
_Roberto Faraguti, Responsabile Sistemi Informativi di Number 1 Logistics Group
_Roberto Filippelli, Responsabile Sistemi Informativi di Microsoft
_Domenico Finucci, Security Manager di Fiditalia
_Michele Franzese, Technical/Scientific IT Planning & Architecture Manager di Eni
_Francesca Gatti, Direzione Sistemi Informativi Planning Quality Security di Bticino
_Giuseppe Ingletti, CIO di Fiera Milano
_Giuseppe Ingoglia, Insurance Solution Manager di CSC
_Cesare Longari, Supply Chain Manager di Avanex Corporation
_Sergio Martina, Presidente di Martina Team
_Giuseppe Omodei, Responsabile Sistemi Informativi di Messaggerie Libri
_Guido Repaci, Responsabile Sistemi Informativi di A. Manzoni E C.
_Silvio Sorrentino, Responsabile Sistemi Informativi di Corepla
_Marco Spina, CIO di Olympus
_Graziano Tosi, IT Manager di UniCredit Global Information Services
_Gianni Visigalli, Incaricato Sistemi Informativi di Rottapharm
_Andrea Zoboli, Project Manager di Eni


“Vuoi partecipare agli incontri di ZeroUno?”

ZeroUno organizza periodicamente incontri con la propria comunità di lettori, Cio, responsabili delle varie aree IT, manager delle Line of business aziendali, top manager, per approfondire e discutere delle principali problematiche IT rapportate all’efficienza aziendale e allo sviluppo del business. Proposti in forma assolutamente gratuita per i partecipanti, questi eventi hanno lo scopo di individuare, attraverso il confronto, percorsi, metodologie, tecnologie e competenze in grado di dare all’Ict quella funzione di creazione di valore per il lavoro delle persone che utilizzano le soluzioni Ict nella propria attività quotidiana. E in ultima analisi per supportare la capacità competitiva dell’azienda.

Se sei interessato a partecipare, scrivi a eventi@zerounoweb.it oppure telefona allo 02.43981567 e ti terremo aggiornato sui nostri prossimi appuntamenti. Entra nella community di ZeroUno. E’ un’occasione per affrontare insieme la complessità confrontandoti con altri colleghi.

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