Dell, politica responsabile a 360 gradi

Nuove policy per lo smaltimento dei rifiuti e impegno verso l’adozione di energia da fonti pulite e rinnovabili. Così Dell prosegue il suo cammino ecosostenibile

Pubblicato il 08 Lug 2009

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Continua l’impegno globale di Dell (www.dell.com) verso una politica di responsabilità volta all’ecosostenibilità. Lo scorso maggio, durante una teleconferenza mondiale, Tod Arbogast, director of sustainable business della società, ha annunciato due nuove importanti azioni che l’azienda ha deciso di adottare per proseguire una strategia che dura ormai da diversi anni: da un lato, Dell ha scelto di bandire l’esportazione di componenti elettronici non funzionanti verso i Paesi in via di sviluppo, in nome di una politica responsabile di smaltimento dei rifiuti elettronici; dall’altro, ha deciso di ampliare la definizione stessa di Raee (rifiuti elettrici ed elettronici) in modo da ricomprendere praticamente tutti i componenti di un Pc (indipendentemente dai materiali e da come sono composti – vengono ora considerati Raee nel loro insieme). L’obiettivo è aiutare a prevenire l’accumulo di scorie tecnologiche nei Paesi in via di sviluppo, in quanto possono essere esportati solo se testati e certificati come “funzionanti”. “In materia di smaltimento dei rifiuti pericolosi esistono le norme imposte dalla Convenzione di Basilea, ma con questa nuova policy Dell va oltre quanto definito dalla convenzione ed estende la sua responsabilità anche ai rifiuti meno pericolosi”, ha detto Arbogast precisando però che la politica di Dell è fortemente orientata al riciclo e quindi al riutilizzo in produzione di tutti i materiali possibili.
In dettaglio, la nuova policy aziendale stabilisce che: l’esportazione o l’importazione dei rifiuti elettronici gestita da Dell e dai partner autorizzati deve essere conforme alle normative e alla legislazione internazionale esistente sull’argomento; Dell non consente l’esportazione di rifiuti elettronici dai Paesi industrializzati (membri dell’OECD Organisation for Economic Co-Operation and Development o della Comunità Europea) verso Paesi in via di sviluppo (non-OECD/EU), sia direttamente sia tramite terzi; nella gestione dei rifiuti elettronici non viene utilizzato lavoro carcerario o minorile; viene mantenuto ogni sforzo per controllare che tutti i rifiuti elettronici non siano smaltiti tramite discariche e inceneritori.
Il processo di gestione dei rifiuti elettronici è controllato e documentabile in ogni sua fase, dal consumatore fino alla destinazione finale; non solo: Dell effettua direttamente l’auditing annuale delle attività di riciclo e recupero presso le terze parti, per garantire che standard e politiche vengano rispettate. E visto l’impegno è comprensibile l’ottimismo di Arbogast sui risultati: “Siamo convinti che incoraggiare gli altri produttori a lavorare secondo queste indicazioni porterà a grandi risultati per l’ambiente”, ha detto in conference call.
Altro tema su cui si soffermato Arbogast è quello dell’energia elettrica e della politica verde adottata dalla compagnia: “Il 26% del fabbisogno di energia elettrica di Dell a livello mondiale è soddisfatto da fonti rinnovabili (nel 2008 era del 20%; il +6% è stato raggiunto solo nei primi mesi del 2009). Sono nove le sedi attualmente alimentate al 100% da energie pulite; Bracknell e Glasgow, nel Regno Unito; Francoforte e Halle, Germania; Oslo in Norvegia; Stoccolma, Svezia; Round Rock, Texas; Twin Falls, Idaho e Oklahoma City, in Oklahoma)”.
Il 74% di strada ancora da compiere non è certo poco, ma l’impegno è certamente costante tanto che la US Environmental Protection Agency ha recentemente classificato Dell tra i primi cinque maggiori acquirenti nel settore delle energie rinnovabili nella sua ultima EPA Fortune 500 Green Power Challenge. La società di energia pulita si è ampliata rapidamente dal mese di aprile 2008, quando ha annunciato una partnership con TXU e la gestione dei rifiuti nel suo quartier generale mondiale, anch’esso alimentato al 100% da energia verde.
E sul tema del risparmio di energia Arbogast ha ricordato quelle che sembrano regole semplicissime ma che spesso non vengono messe in pratica (basterebbero piccoli accorgimenti per diventare un po’ più “ecoinformatici”): impostare le opzioni di risparmio energetico dei sistemi operativi, in modo che il computer vada in stand-by se non utilizzato; sostituire gli alimentatori vecchi che sprecano energia (con quelli nuovi il risparmio energetico può arrivare fino al 90%); sostituire le batterie dei notebook; scegliere display Lcd (consuma circa il 40% in meno dei vecchi monitor Crt); verificare le periferiche e i loro alimentatori, scegliendo quelli con alti valori di “efficiency level”. Piccoli accorgimenti che però visti con gli occhi di una grande azienda (e quindi all’impatto che i singoli Pc hanno sul data center) diventano importanti accorgimenti di risparmio (energetico e di costi).

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