Per quanto talvolta il ‘Green It’ dia l’idea di essere più che altro un fenomeno di costume, si tratta invece di una visione che nasce da considerazioni economiche e che sta sempre più concretamente interessando il modo con cui le tecnologie informatiche sono realizzate e gestite. Al di là dei problemi ecologici, che sono grandi ma non sono imputabili all’It che in piccola parte (si stima che sia responsabile solo del 2-3% delle emissioni di CO2 del pianeta), sono infatti i possibili risparmi derivanti dalla revisione di approcci progettuali e gestionali adottati in passato con scarsa o nessuna considerazione degli aspetti energetici a portare il Green It all’attenzione sia degli utenti sia dei fornitori di tecnologia.
Ad essere sotto analisi sono soprattutto i consumi dei Data center delle imprese, che per anni sono stati realizzati e gestiti senza avere un progetto organico d’infrastruttura It, ma semplicemente (complice anche la riduzione del costo iniziale dell’hardware) aggiungendo nuovi server, storage e dispositivi man mano che lo sviluppo delle applicazioni aziendali lo richiedeva. Oggi però alla semplice richiesta di potenza di calcolo si è sostituita quella di una maggiore sicurezza, nella protezione dei dati come nella continuità delle operazioni, e soprattutto di una flessibilità operativa dinamicamente attuabile a fronte delle esigenze del business capace di rendere il Data center un differenziale competitivo. Ma se flessibilità e sicurezza sono da tempo fattori chiave nelle scelte dei Cio, il peso dei consumi energetici e dell’impatto ambientale è relativamente meno sentito. E questo nonostante da un lato le istanze sociali per la salvaguardia dell’ambiente portino a normative sempre più severe e dall’altro il crescente costo dell’energia renda il problema pressante sul fronte economico.
Il Data center è la voce più rilevante del consumo energetico Ict non tanto per le potenze elaborative in gioco quanto per i consumi indotti in termini di condizionamento e gestione degli Ups. Sino al 60% dell’energia assorbita è infatti destinata al raffreddamento, mentre i sistemi di continuità, oltre ad assorbire direttamente circa il 13% dell’energia, innalzano del 10% la temperatura dell’ambiente, con ulteriori consumi per il raffreddamento. Una nuova generazione di Centri progettati e gestiti in ottica ‘green’ sarebbe quindi fonte di notevole guadagno economico per le imprese utenti.
Come si è detto, l’It è direttamente responsabile solo del 2% dei consumi di energia. Ma poiché il mondo va avanti gestito dai computer, il buon senso ci dice che è indirettamente responsabile anche di una gran fetta del restante 98% e che può quindi essere la leva su cui agire per razionalizzare i processi di produzione, consumo e riciclo dei beni e creare modelli di comportamento adatti a uno sviluppo ecosostenibile. Tanto che la Commissione Europea vede nell’It il mezzo principale per raggiungere, entro il 2020, l’obiettivo di ridurre del 20% le emissioni di CO2 e del 20% i consumi d’energia dell’Unione. Razionalizzare i consumi delle infrastrutture It è possibile già ora, ma le vere opportunità offerte da un approccio ‘green’ derivano dalla capacità di migliorare i processi. Si tratta di individuare e rimuovere, attraverso un uso intelligente dell’It e delle tecnologie di comunicazione come strumento di monitoraggio e di gestione, le infinite inefficienze e ridondanze che, dal punto di vista energetico, si trovano nei processi e nelle infrastrutture. Tramite le tecnologie di comunicazione e collaborazione si può inoltre rivedere l’organizzazione stessa del lavoro, secondo modelli che abbiano minori costi economici e ambientali. Ad esempio, evitando gli spostamenti inutili (con il lavoro da casa o a distanza), organizzando quelli inevitabili (con una gestione intelligente del traffico e dei parcheggi), smaterializzando il flusso delle informazioni (con minor spreco di carta) e così via. Le modalità sono infinite. E’ una visione che Samuel Palmisano, Ceo di Ibm, ha lucidamente esposto più di un anno fa e che il maggiore vendor It sta attuando, per quella che è la sua parte, allineandosi al modello ideale, ma non per questo meno concreto, di un ‘pianeta intelligente’ che non sia ‘Green’ soltanto nei confronti dell’energia, ma in ogni sua attività.
Risparmi e migliore capacità competitiva: la leva green
Pubblicato il 21 Ott 2009
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