Quel ‘Cobra’ che piace a Ibm (e anche a Sap…)

Supporto nativo di Xml, Oracle Portability, feature di compressione e altro ancora. Ibm presenta a clienti, Isv e systems integrator le virtù della più recente versione di Db2. Guardando al leader di mercato che è Oracle 

Pubblicato il 10 Nov 2009

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A pochi mesi dall’annuncio della più recente versione di Db2, la 9.7, Ibm ha cominciato la propria “campagna d’autunno” per promuovere le virtù del nuovo Dbms (nome in codice ‘Cobra’). Una tappa importante di questa campagna si è tenuta recentemente con una giornata organizzata da Ibm Italia per clienti finali e partner.
Visti i tempi, l’attenzione dei rappresentanti di Ibm non poteva che concentrarsi sui temi più o meno direttamente legati all’efficienza e ai risparmi diretti (tempi e costi in rapporto a determinate performance) e indiretti (per esempio nell’utilizzo dello storage e delle Cpu, quindi delle licenze software) che l’utilizzo di alcune feature del nuovo Db2 consente.
Il tutto nello scenario di mercato dominato dall’aspra contrapposizione con Oracle (che pochi mesi fa ha annunciato il proprio nuovo DB 11g Rel.2), che resta ad oggi il leader nel numero di installazioni di Dbms di fascia enterprise. Questa competizione però vede oggi Ibm godere del supporto di un partner di grande peso come Sap (guarda caso il principale competitor di Oracle nell’area delle Applications), che con indubbia soddisfazione (espressa nel corso della recente giornata da un manager del colosso tedesco) ha scelto proprio Db2 come piattaforma di elezione per le proprie applicazioni corporate interne, di Hr, Erp e di Bi (vedi riquadro). È evidente quanto questa scelta di Sap possa significare per tutti i suoi numerosissimi grandi clienti che hanno fin qui scelto Oracle come piattaforma database e per i futuri clienti.

Il supporto di Xml
Ma andiamo per punti, ricordando insieme a Danilo Novelli, Southwest Europe Data Management Executive, Ibm Information Management (nella foto in alto), le feature di punta che caratterizzano il nuovo Db2.
Una prima, fondamentale, è quella che riguarda il supporto nativo di Xml. Perché Xml? “Perché nel mondo sempre più piccolo e interconnesso in cui viviamo ci sono miliardi di dispositivi che si parlano l’un l’altro, molti usando proprio Xml come strumento di comunicazione – spiega Novelli. E poi, finché abbiamo decine di migliaia e anche un milione di documenti da mettere nelle tabelle del database la cosa si può gestire normalmente, ma quando i documenti da mettere nelle tabelle e da gestire diventano miliardi la situazione rischia di farsi ingovernabile. Per questi motivi Ibm ha lavorato all’implementazione nativa di Xml sul nuovo Db2, unico tra tutti i principali Dbms, accanto al classico Sql”.
Un secondo punto ricordato da Novelli riguarda le feature di compressione, che con ‘Cobra’ sono state estese alla possibilità di operare anche sugli indici del database, grazie ad algoritmi efficientissimi, liberando così nuovi spazi e portando a risparmi addizionali. Non si tratta di promesse o di feature teoriche; Novelli cita ad esempio il caso della Banca SunTrust che in ambiente di Data Warehousing ha raggiunto con il nuovo Db2 un ‘compression rate’ dell’83%. Tradotto in quattrini, questa percentuale equivale per la banca a un risparmio di 2 milioni di dollari il primo anno e di 500mila ogni anno successivo. Un altro caso citato da Novelli riguarda Coca Cola, che portando le proprie applicazioni Sap da Oracle a Db2 ha ottenuto, viene dichiarato, un 40% di guadagno medio sulla quantità di dati compressi, e un altrettanto 40% di incremento di performance delle applicazioni.

Il vantaggio della ‘Oracle compatibility’
Con il caso di Coca Cola affrontiamo un altro tema, oggi centrale tanto nella strategia di Ibm su Db2, quanto nell’attenzione di clienti e Isv. Si tratta delle funzionalità di ‘Oracle compatibility’ che consentono a Db2 di gestire Pl/Sql, la versione proprietaria Oracle del linguaggio. E’ possibile insomma prendere applicazioni che oggi girano in Pl/Sql sotto Oracle e portarle su Db2 in tempi che, secondo alcune testimonianze citate, andrebbero da 1 settimana a 1 mese in funzione naturalmente delle dimensioni della base dati.
Secondo Gartner quella della ‘Oracle portability’ sarebbe un’arma formidabile per aprire a Ibm una strada molto importante verso una ‘dual strategy’ che,

ricorda Enrico Durango, direttore Information management di Ibm (nella foto), consente ai clienti di avere un rapporto di forza migliore con i vendor, oppure, nel caso degli Isv, di aggredire un mercato che “con la disponibilità anche su Db2 di applicazioni nate su Oracle si allargherebbe a tutto il parco installato Ibm”. Senza dimenticare che “la possibilità di continuare a programmare in Pl/Sql sotto Db2 consente di salvaguardare gli investimenti effettuati sulle tecnologie Oracle senza dover sostenere costi di retraining sulla tecnologia del nuovo database Ibm.”
Grazie alle feature di ‘Pl/Sql compatibility’ Open Bravo, un Erp disponibile su Internet in versione Oracle, è stato portato al nuovo Db2 in una sola settimana, mentre prima avrebbe richiesto quasi un anno, hanno dichiarato in Ibm.

Un Isv e un cliente italiani
Da ricordare infine le testimonianze di Engineering e Mediamarket. Massimo Picchi, direttore della Divisione Sanità di Engineering, ha parlato dell’esperienza della società nel porting su Db2 di un prodotto software per la Sanità sviluppato su piattaforma Oracle, anche qui in tempi rapidi e senza particolari problemi.
L’It di Mediamarket è invece partita dall’esigenza di conciliare il contenimento del budget It con la qualità del servizio e al contempo affrontare anche nuove esigenze e nuovi fabbisogni da soddisfare. La migrazione del database aziendale al nuovo Db2 di Ibm ha visto l’It concentrarsi sui temi dell’ottimizzazione e delle performance senza però dimenticare altri aspetti fondamentali per un’azienda molto impegnata sul fronte della fidelizzazione dei clienti (con un carico di gestione dei dati di 8 milioni di clienti), comunque mantenendo l’attenzione alla qualità del dato e ai fabbisogni di tipo legale (es protezione dei dati).
Daniele Grasso, responsabile sviluppo software e datawarehouse di Mediamarket, ha fornito alcuni numeri per esemplificare impatto e benefici portati dalla nuova tecnologia:
le dimensioni del Data warehouse sono scese da 2.5 a 1.4 terabyte grazie alle feature di compressione (e potrebbero scendere ulteriormente con le nuove feature di compressione degli indici presenti nella versione 9.7 di Db2);
le query critiche che richiedevano 40 minuti oggi sono scese a 12 minuti;
i tempi di esecuzione dei backup notturni sono passati da 4 a 2,5 ore;
i tempi complessivi per l’esecuzione dei batch notturni, a fronte delle dimensioni crescenti della quantità di dati trattati, sono stati ridotti del 40%. Questi miglioramenti hanno liberato spazi e risorse che, ha detto Grasso, saranno utilizzati non solo per far crescere il Data Warehouse ma anche per dislocare nuova capacità di potenza verso i sistemi periferici e per affrontare i problemi riguardanti la sicurezza del dato e la privacy.


L’It di Sap sceglie Db2

Il caso di endorsement di Db2 destinato a fare più rumore riguarda la scelta di Sap di portare, in un mese, tutte le applicazioni del proprio sistema corporate sul database di Ibm. A parlarne, nel corso di un evento organizzato da Ibm, è stato Bernard Wallner, uno dei responsabili della struttura IT di Sap Ag.
Con un po’ di malizia si potrebbe pensare che la scelta di Sap sia stata favorita dall’intenzione di fare uno sgambetto a Oracle, grande rivale nel mercato delle business application. Non è così. Stando infatti a Wallner di Sap, il colosso ha ragionato come ogni altra azienda farebbe in questo momento di mercati difficili. Ha parlato di ricerca di efficienza, di risparmi di tempi, spazi e, in ultima analisi, di quattrini per i costi delle licenze, con risultati raggiunti che avrebbero confermato la bontà della scelta di Db2. Ma la scelta di Sap non è nata solo da ragioni immediatamente economiche. Infatti tra gli obiettivi da raggiungere vi erano quelli di standardizzazione e semplificazione dell’infrastruttura. Qui, tra gli altri, Wallner ha ricordato gli esempi delle ‘chiamate Sql’ (necessarie per spingere le performance del database e largamente ridotte di numero in Db2 rispetto a Oracle) e dei numerosi automatismi che rimpiazzano gli interventi manuali.
Le feature avanzate di Db2 hanno consentito importanti benefici su cui il responsabile Sap ha fornito qualche numero significativo. Le feature di compressione degli indici del database hanno ridotto del 68% le esigenze di storage; e ancora, hanno incrementato del 40% le performance delle applicazioni in area Hr.
Grazie a una migliore rappresentazione dei dati, poi, i requirement di storage nelle applicazioni Erp si sono ridotti del 20%, mentre nel corporate Crm l’efficienza dell’I/o e delle capacità di memorizzazione del database sono state potenziate grazie alle funzionalità di compressione e a quelle autonomiche di self-tuning memory management (grazie alle proprie capacità di apprendere dall’esperienza, il sistema ottimizza progressivamente e in automatico la gestione).
A distanza di un anno, in Sap si dichiarano decisamente soddisfatti. “Le operazioni di migrazione da Oracle a Db2 si sono concluse in poco più di 4 settimane, senza particolari problemi (naturalmente anche grazie al costante supporto, immaginiamo, dei massimi esperti di Ibm – ndr), nel rispetto del budget e con risultati finali corrispondenti alle promesse fatte da Ibm” conclude Wallner.

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