Parlare di modernizzazione applicativa significa, a livello strategico, sviluppare nuove capacità aziendali. Ma dal punto di vista pratico qual è il percorso da seguire? L’application modernization si concretizza in una serie di iniziative che consentono alle imprese di integrare rapidamente le proprie applicazioni legacy con tecnologie moderne, mantenendo le proprie capacità peculiari e fornendo al contempo maggior valore al business. Non esiste una vera e propria metodologia valida per tutti, ogni azienda deve trovare e disegnare il proprio percorso; tuttavia, esistono dei passaggi chiave che andrebbero seguiti sia che si decida di approcciare la modernizzazione applicativa in modo strategico sia che lo si faccia tatticamente.
Questi quattro passaggi possono così essere riassunti:
1) Assessment attraverso l’Application Portfolio Management (Apm): inteso come momento in cui si effettua, con opportuni tools e strumenti, la valutazione del proprio portfolio applicativo per avere una fotografia e una conoscenza delle applicazioni esistenti e di quelle mission critical o meno. Tale valutazione è la base di partenza dalla quale estrapolare poi una pianificazione evolutiva in base all’analisi del business. Questo primo passaggio, di solito, lo si attua attraverso soluzioni di Apm che consentono di ottenere informazioni dettagliate sulle applicazioni presenti in azienda e il loro funzionamento. Le soluzioni in questione offrono la copertura, i tool, i processi e le funzionalità di reporting essenziali per supportare le decisioni di business strategiche necessarie per gestire l’It e, quindi, per decidere come agire sulle applicazioni e la loro modernizzazione.
2) Application Modernisation: una volta effettuato l’assessment e valutate le possibili aree di intervento, andrebbe disegnata una roadmap che identifichi i singoli step della modernizzazione applicativa. In questo caso, il disegno di un percorso evolutivo è assolutamente personale ma possiamo tuttavia identificare alcuni passaggi chiave. Questi sono:
– Modernizzazione di applicazioni z/OS: per coloro che vogliono mantenere gli ambienti mainframe ma rendere più aperte e flessibili le applicazioni esistenti attraverso, per esempio, migliori interfacce utente, maggiore facilità di accesso ai dati o una più stretta integrazione tramite Soa)
– Application Migration: in questo caso si parla di migrazione delle applicazioni su server Linux, Unix o Windows, dove è possibile imprimere una notevole accelerazione ai tempi di consegna.
– Modernizzazione di applicazioni di sistemi aperti: per le organizzazioni che hanno creato applicazioni su Linux, Unix o Windows o che hanno effettuato la migrazione delle applicazioni a queste piattaforme e devono aggiornarle velocemente per soddisfare nuove esigenze del business. In questo caso si sfruttano ambienti avanzati e tool che consentono ai sistemi esistenti di beneficiare delle tecnologie attuali quali .NET, J2EE, Web service o Soa.
– Modernizzazione e consolidamento applicativo: facilita il consolidamento di server e sistemi mediante la migrazione delle applicazioni da piattaforme mainframe o mid-range di tipo proprietario a sistemi operativi standard.
3) Application Development: questo passaggio riguarda la fase di sviluppo delle applicazioni che, in un’ottica di modernizzazione, significa fornire agli sviluppatori tools specifici per conoscere, mantenere e modernizzare le applicazioni esistenti.
4) Application Information Management: sfruttare la conoscenza delle applicazioni e i tools di documentazione/reporting per favorire la flessibilità. Inserito in un disegno di modernizzazione delle applicazioni, l’Application Information Management è quell’insieme di strumenti che consente di eliminare i colli di bottiglia, assicurando al personale esistente la possibilità di operare efficacemente anche su più applicazioni (il tutto poi può influenzare in modo positivo la reattività dell’It in grado di fornire migliori servizi e in tempi ridotti).