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Sicurezza full time per difendere i nostri dati

Gli attacchi informatici sono frequentissimi. Ogni giorno, o meglio ogni secondo, c’è un hacker nel mondo che cerca di centrare il suo obiettivo di introdursi nei computer di altre persone e quando ci riesce i costi possono sono enormi, sia in termini di ripristino del sistema danneggiato che per le informazioni perse.

Pubblicato il 31 Ott 2017

SUpernap-

Questo fenomeno rappresenta oggi la spinta maggiore per affidare i propri dati a strutture esterne, piuttosto che tenerli in-house.

Se da un lato il tema della cosiddetta cybersecurity, ovvero la gestione degli attacchi al software, è ampiamente dibattuto, in questa circostanza vogliamo soffermarci maggiormente sulla sicurezza fisica delle macchine. Pochi ne parlano, ma spesso accadono veri e propri furti di hardware e apparecchiature attraverso l’intrusione all’interno dei data center o degli uffici. I casi sono numerosi, anche famosi, come quello di qualche anno fa avvenuto al Financial Times, nei server di Watford, nel nord di Londra, che ha impedito il normale funzionamento della redazione e la pubblicazione degli articoli per alcuni giorni.

In molti casi i furti hanno come scopo solamente l’hardware e gli apparati di reti presenti all’interno dei data center, i ladri rubano in webfarm dove sono presenti specifiche macchine di loro interesse. Altre volte invece si tratta di furti che hanno come scopo il reperimento dei dati contenuti nelle macchine e proprio in questo caso i danni non sono solamente economici ma anche rischiosi per la sicurezza aziendale o addirittura pubblica.

Abbiamo parlato di tutto questo con Luca Beltramino, Managing Director di Supernap Italia e ormai un veterano dei data center: “Gli ultimi famosi attacchi degli hacker verso obiettivi ben definiti hanno fatto incrementare la necessità di migrare i propri dati verso infrastrutture ottimizzate dal punto di vista della sicurezza e della ridondanza. Ci si è resi conto che non ha senso investire denaro per fare il refresh dei data center in casa perché non si riesce a stare al passo con le nuove tecnologie e le nuove certificazioni. Quindi l’attenzione si indirizza verso i punti dove la security è massima”.

Continua Beltramino: “In questi ultimi anni si parla sempre di cybersecurity, ma è altrettanto importante focalizzarsi sulla sicurezza fisica. L’esperienza ci insegna che ci si può dotare dei più sofisticati software, ma se si trascura la sicurezza fisica il guaio è dietro l’angolo. Le cose da fare sono numerose. Dapprima è fondamentale assicurarsi che la propria struttura abbia norme specifiche per l’accesso alle sale macchine, in secondo luogo sarebbe utile dotarsi di sistemi antintrusione anche con personale professionista e infine, nel caso di dati sensibili, criptare gli stessi sulle macchine”.

I data center quindi dovrebbero essere fisicamente costruiti per custodire con sicurezza le informazioni in essi contenuti e tenere lontano le persone non autorizzate. “Per noi di Supernap Italia la sicurezza fisica è fondamentale. Le nostre strutture sono dotate di un team di guardie armate, assunte e gestite direttamente, operative 7 giorni su 7, 24 ore su 24 ore e che si recano periodicamente a Las Vegas per fare training specifici. Per entrare nel data center servono inoltre autorizzazioni e si è sempre accompagnati negli spostamenti interni, e solo dopo aver attraversato livelli multipli di protezioni che includono sia misure strutturali come muri e porte che soluzioni tecnologiche come il biometric scanner. Il tutto sotto videosorveglianza”.

Non solo: è importante anche pensare ad altri aspetti, come sottolinea Beltramino: “le strutture che utilizzano la tecnologia Switch, come quella di Supernap Italia, sono state concepite e costruite per ospitare un data center e non riadattate da altre costruzioni, per cui hanno tutte le caratteristiche necessarie per garantire la sicurezza dei dati contenuti, anche contro fenomeni naturali. La scelta di posizionarci a Siziano, in Provincia di Pavia, non è stata fatta a caso, ma dopo attenti studi geofisici che ci hanno permesso di verificare che ci siano bassissimi rischi sismici e alluvionali. Inoltre è una no-fly zone, vista la vicinanza dell’aeroporto di Linate, fattore che vieta i sorvoli, quindi elimina il rischio di questo tipo di incidenti”.

Insomma, la sicurezza fisica è chiaramente una grande preoccupazione per gli operatori del settore, ma le possibilità per gestirla al meglio ci sono.

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