Milano – Sono solo il 20% le informazioni attive archiviate in un’azienda, 80% quelle inattive oppure obsolete. È il dato inquietante condiviso da varie società di analisi (da Idc ad Aberdeen). Ed è da questa fotografia che
La gestione dell’archiviazione delle informazioni attive e inattive, infatti, risponde a logiche completamente diverse: nel primo caso si tratta di informazioni e dati a elevata dinamicità ai quali gli utenti accedono regolarmente; quindi è indispensabile disporre di soluzioni focalizzate sulle procedure di continuità operativa e che ottimizzino le prestazioni dei sistemi critici. Nel secondo caso, abbiamo invece una buona parte di informazioni da eliminare sulla base di precise policy e una parte, più consistente, di informazioni da archiviare anch’essa sulla base di policy, utilizzando storage di tipo diverso, il tutto con un elevato livello di automazione del processo. “La risposta di Ibm a queste differenti esigenze è la nuova strategia di archiviazione unificata Ibm Smart Archive. Smart Archive – spiega Ceresoli – si basa sullo sviluppo e la realizzazione di soluzioni di archiviazione che uniscano software, sistemi e servizi e Ibm Information Archive ne è l’esempio concreto: abbina pool di dischi per un accesso veloce alle informazioni con pool di nastri per la conservazione a basso costo, di lungo periodo, in un unico sistema di archiviazione; integra funzionalità di deduplica e compressione dei dati e si avvale delle tecnologie di gestione Ibm General Parallel File System e Tivoli Storage Manager; utilizza nuove funzionalità come Enhanced Tamper Protection per garantire elevate prestazioni, sicurezza, protezione dei dati e accessibilità in ambienti cloud computing, anche se i dati sono conservati su nastri”. Per poter garantire una gestione dell’archiviazione sulla base delle differenti esigenze, il sistema si basa su un’architettura che consente il partizionamento in tre differenti “ambienti”, in ciascuno dei quali è conservata una raccolta di archivi che può: gestire fino a un miliardo di oggetti (informazioni strutturate e non); essere personalizzata con specifici livelli di protezione e definizione di policy; essere accessibile attraverso interfacce standard di tipo Nas o Ssam.
Accanto alla nuova soluzione sono stati annunciati il potenziamento di XIV Storage System che permette oggi la replica dati asincrona ad alte prestazioni basata sulla funzionalità di copia istantanea, nativa dell’architettura XIV Storage System, e il rilascio di System Storage DS8700, il modello più avanzato della serie high end che, oltre a nuovi controller basati sulla tecnologia Ibm Power 6, comprende un nuovo schema di interconnessione tra componenti ad alta velocità e adattatori interni potenziati verso i moduli disco.
“Gli ultimi annunci ampliano l’offerta storage di Ibm che, con 2 miliardi di dollari investiti negli ultimi tre anni, si basa anche – come ha spiegato Giovanni Calvio (nella foto sotto), Storage Platform manger di Ibm Italia – su una serie di acquisizioni strategiche che sono andate a coprire i quattro ambiti fondamentali dello storage: disponibilità delle informazioni, con l’ingresso in Ibm di XIV, Novus e Softek; conservazione dei dati, con Diligent, FilesX e Princeton Softech; sicurezza delle informazioni, con Encentuate, Watchfire e Internet Security Systems; conformità delle informazioni con Consul e FileNet”.