Trend Micro: “Vogliamo essere i fornitori di sicurezza del cloud”

Parla di una nuova Trend Micro il Presidente e Ceo Eva Chen, una Trend Micro 2.0 che punta i riflettori su virtualizzazione e cloud computing non solo a livello di offerta, ma anche con una organizzazione interna che vede la nascita di una nuova business unit dedicata al data center

Pubblicato il 03 Feb 2010

Londra – Ufficiosamente è nata nove mesi fa ma ufficialmente l’annuncio arriva oggi. Trend Micro ha creato una nuova divisione chiamata “Data center business unit” focalizzata sulla sicurezza in ambienti data center con particolare attenzione a progetti di virtualizzazione e a scelte di cloud computing. A presentare alla stampa il nuovo posizionamento aziendale è Eva Chen (nella foto a destra)

, presidente e Ceo della multinazionale, che ricorda “non siamo più quelli dell’antivirus”, insieme a Steve Quane (nella foto a sinistra), executive vice president e general manager enterprise and data center business unit.

“Il team della nuova divisione conta a livello mondiale 400 persone, di cui 350 sono ingeneri – esordisce Quane -. Questo perché ci siamo resi conto che nelle aziende c’è molta attesa verso il cloud computing ma gli aspetti di sicurezza sono ancora sottovalutati e questo richiede team di esperti in grado di indirizzare correttamente le scelte per una adeguata protezione dei dati in ambienti virtualizzati e in the cloud”.
Dal punto di vista tecnologico, la business unit “parla” principalmente alle grandi realtà, anche se il segmento medium si sta muovendo molto rapidamente in questi nuovi scenari. “L’offerta è data da soluzioni di Host Intrusion Prevention Systems che garantiscono l’integrazione dei firewall a livello di host associandosi quindi direttamente alla virtual machine – spiega Quane – . Integrando un firewall in ogni host virtuale, garantiamo il dato sin dall’origine attraverso modelli basati poi sulle identità e sulla crittografia. In questo modo, il firewall segue l’host che se viene trasferito per varie ragioni continua a mantenere la sua protezione”. Altro vantaggio tecnologico che Trend Micro ha enfatizzato durante l’evento londinese è il virtual patching. “La virtualizzazione e il cloud, in sostanza, non cambiano di fondo le minacce perché server e applicazioni sono gli stessi – sottolinea Quane – ma la velocità con cui il malware si propaga è superiore e quindi le patch devono essere installate in modo molto più dinamico e veloce. Trend Micro risponde con un sistema che attraverso l’analisi delle applicazioni provvede, se necessario, a scaricare e a installare (automaticamente) gli aggiornamenti”.
Da un punto di vista strategico e di posizionamento, quindi, la nuova mission di Trend Micro è proporre alle aziende un modo diverso di gestire la sicurezza nei data center, passando da un modello di “network security” ad un modello di “host security”.
Il tutto con una vision che a partire dal 2010 sarà orientata alla “Protection for the cloud”. “Il nuovo paradigma tecnologico può essere visto come un cambio epocale esattamente come lo è stato il passaggio da carta e penna alla stampa – spiega Eva Chen -. Un cambiamento di cui però molte aziende ancora temono gli effetti, soprattutto in virtù della sicurezza dei propri dati. Dove risiedono, chi li gestisce, sono al sicuro? Sono queste le domande tipiche delle aziende a fronte poi di utenti che in realtà non chiedono la sicurezza tout court quanto la possibilità di scambiarsi informazioni in modo rapido e sicuro”.
E in questo cambio epocale Trend Micro vuole esserci come abilitatore. “Trend Micro vuole diventare il fornitore di sicurezza per il cloud computing offrendo il miglior modo per agevolare la condivisione, l’accesso, l’archiviazione e il trattamento di dati e informazioni in modo sicuro. Quello che ci proponiamo di fare è abilitare l’utilizzo sicuro delle infrastrutture It”, afferma Chen, “attraverso un percorso graduale che ci siamo tracciati studiando, ormai da cinque anni, i fenomeni emergenti e sviluppando le tecnologie adeguate a questi cambiamenti”.

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