Adatti per data center caratterizzati da una forte presenza di tecnologie legacy, ma che prevedono un percorso di migrazione verso infrastrutture più moderne. Oppure per ambienti già sottoposti a un processo di virtualizzazione, ma che devono compiere un passo avanti in direzione delle architetture cloud: private, hybrid o public. O ancora, per data center che devono supportare un rapido cambiamento del modello di business, da tradizionale a digitale. Sono tre situazioni per le quali Infinidat, secondo quanto ci spiega il suo sales manager per l’Italia, Donato Ceccomancini, propone le proprie soluzioni storage InfiniBox.
“Infinidat è nata nel 2011 – spiega Ceccomancini – ma si basa su un’esperienza ventennale”: Il suo fondatore, Moshe Yanai, ha lavorato a lungo in EMC, dove è stato fra gli sviluppatori degli array Symmetrix. “In questo momento – continua il sales manager – Infinidat è titolare di oltre 150 brevetti software”.
La parola software è chiave per il vendor: al primo posto della sua value proposition sta sicuramente l’offerta Software Defined Storage. “Gli altri competitor – afferma Ceccomancini – puntano soprattutto sulla tecnologia all-flash, che è pur sempre un aspetto hardware il quale, in quanto tale, può essere soggetto a obsolescenza. Noi, invece, attribuiamo più valore al software, che garantisce un investimento più duraturo nel tempo. Se alcune componenti hardware evolvono, è sufficiente sostituire quelle, senza dover ridisegnare da zero tutta l’infrastruttura storage”.
Who's Who
Donato Ceccomancini
La tecnologia software a bordo dei suoi sistemi fa sì che Infinidat si permetta di affermare che, anche senza essere all-flash, gli Infinibox siano “faster than all-flash”. Da un punto di vista hardware, le piattaforme Infinidat integrano flash memory e hard disk ad elevate prestazioni, unitamente a connettività di tipo NAS, SAN e iScsi. Fra le feature del software, segnaliamo la capacità euristica di “capire – continua Ceccomancini – quali sono i dati acceduti più o meno frequentemente e di attribuire a essi performance a livello di RAM, cache o nearline. Gli amministratori – sottolinea il manager – possono dimenticarsi di gestire il tiering. Tuttavia possono farlo attraverso la GUI (Graphical user interface) di InfiniBox, che si integra, solo per fare alcuni esempi, con quelle dei software di gestione VMware, Omnistack, Commvault e Veeam. In alcune nostre referenze, i nostri sistemi interfacciano anche venticinque ambienti di tipo diverso”. Per concludere, ricordiamo altre caratteristiche chiave attribuite ai sistemi InfiniBox: il capacity on demand, l’affidabilità a sette-nove (99,99999), la scalabilità fino a 2,5 PB effettivi (5 PB compressi) in un solo rack da 42U e oltre un milione di Iops (Input-output per second) di performance.