It Governance: consolidare, flessibilizzare e risparmiare

Come trasformare l’It da centro di costo a elemento competitivo per il business? Attraverso il raggiungimento di obiettivi di efficienza, controllo dei costi e flessibilità dei sistemi informativi. La leva primaria sulla quale agire per garantire efficienza, flessibilità e controllo dei sistemi informativi è la governance dell’It, intesa come la gestione di sistemi, applicazioni e reti. E la virtualizzazione, da quella dei server allo storage, ai desktop, è una scelta ormai quasi obbligata che contribuisce a dare al sistema informativo quella capacità di risposta di servizi business value richiesti dagli utenti aziendali. Ne abbiamo discusso a Padova nel corso di un recente Executive Lunch organizzato da ZeroUno in collaborazione con Microsoft.

Pubblicato il 10 Mag 2010

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Governare correttamente i processi di ottimizzazione, gestione e utilizzo dell'It, nonché l'allineamento tra It e strategie di business è fondamentale per poter trarre dall'Information Technology un supporto efficace alle performance aziendali. Governo che, a seconda delle priorità e delle esigenze specifiche di ciascuna azienda, può trovare in progetti di consolidamento, ottimizzazione e virtualizzazione, per esempio, gli strumenti adeguati non solo verso il risparmio dei costi ma, soprattutto, verso una maggior flessibilità dell’It stessa e una più efficiente gestione dei sistemi e delle risorse.

“L’It Governance sta assumendo un ruolo sempre più importante all’interno delle aziende prima di tutto perché ci si è resi conto delle limitazioni legate a una gestione dell’It a silos. Inoltre, sta maturando nelle aziende la consapevolezza del fatto che tutti gli asset aziendali

fanno parte di un’infrastruttura globale sempre più complessa e interconnessa tale per cui le decisioni prese in un ambito specifico si ripercuotono poi su altre divisioni, aree o funzioni e, quindi, sul business stesso”, esordisce Marco Cattaneo, Responsabile Marketing Medie Imprese di Microsoft Italia introducendo il tema di un Executive Lunch organizzato da ZeroUno in collaborazione con Microsoft (“It Governance: consolidare, flessibilizzare e risparmiare – Tecnologie e metodi per virtualizzare e gestire con efficacia l'infrastruttura It”) tenutosi recentemente a Padova.

“Identificare dunque le aree dove poter creare maggiore e migliore efficienza all’interno dell’It e traguardare gli obiettivi strategici del business, tra i quali anche la riduzione dei costi, è elemento fondamentale dal quale partire per poi ragionare in termini di ottimizzazione (magari attraverso scelte di consolidamento e virtualizzazione) ed efficacia dei sistemi (con una gestione ottimale e meno complessa delle infrastrutture It)”, prosegue Cattaneo.

La “nuova impresa”: percorsi di integrazione business-It
La gestione dei sistemi informativi si colloca in un contesto che non è confinato all’It ma che coinvolge l’intera azienda nel suo complesso e, dunque, anche del suo essere ed operare sul mercato. “Un mercato ormai globale che vede le aziende ricercare opportunità di business su

scala mondiale – sottolinea durante la sua presentazione Stefano Uberti Foppa, direttore di ZeroUno – con le evidenti ripercussioni generate da un’economia sempre più interconnessa. Laddove dunque l’atteggiamento è la ricerca di opportunità di business a livello globale, con capacità di azione a livello locale, la flessibilizzazione estrema del business e la correlata capacità di risposta e agilità dei sistemi informativi diventano di assoluta importanza”.

Le medie imprese italiane, esemplifica il direttore di ZeroUno, rappresentano bene questo cambiamento epocale in atto: queste, infatti, stanno rifocalizzandosi attorno a elementi che rappresentano “il nuovo valore” e che sono spesso riconducibili ad attività “intangibili” ma di grande peso quali i servizi, la vicinanza al cliente, il capitale relazionale, la capacità di ricerca e innovazione, la qualità di un management che vive una complessa transizione generazionale; tutto ciò, disegnando un nuovo business model capace di coniugare la tradizionale qualità del prodotto “made in Italy”, che le contraddistingue, con gli elementi sopra descritti. “Un business model che deve trovare nell’It la risposta più affidabile, con un Information Technology che si trasforma in Business Technology, ossia diventa parte determinante e spesso integrante del business stesso”, sottolinea Uberti Foppa.
La consapevolezza e l’adattamento ai concetti di dinamicità e cambiamento continuo (che portano alla definizione di un “portfolio” di strategie piuttosto che una singola visione e approccio), la focalizzazione verso l’esterno e una maggiore accettazione del rischio, sono i criteri su cui si va evolvendo la “nuova impresa” che trovano nell’It risposte quali: la modellazione e le simulazioni (informazioni/business intelligence/business analytics) come base per decisioni strategiche e capacità di risposta dinamica ai segnali provenienti dall’interno e dall’esterno dell’azienda; condivisione delle informazioni in modo rapido ma anche sicuro; identificazione (sia a livello organizzativo e di business sia a livello di It architecture) di cosa può essere standardizzato e cosa è elemento unico e di valore differenziale; cultura di monitoring e mitigazione dei rischi, ecc.
“La nuova It enterprise architecture, perciò, è il risultato derivato dalle strategie di business e da fattori esterni che condizionano l’azienda”, precisa Uberti Foppa. “In questa It enterprise architecture, come suggerisce Gartner, devono essere considerati almeno tre building blocks (criteri di disegno dell’architettura): 1) le viste funzionali organizzative e di processo che recepiscono nel dettaglio come funziona l’azienda sul piano del business; 2) le informazioni vitali attraverso le quali opera l’azienda, nonché le modalità con cui vengono gestite e utilizzate le informazioni e i meccanismi che consentono l’integrazione di esse nei e tra i diversi processi; 3) il livello tecnologico inteso come scelta corretta delle componenti infrastrutturali hardware e software a supporto”.
L’incrocio di questi tre componenti definisce quel disegno architetturale capace di valutare scelte tecnologiche di fondo tenendo conto dei criteri “business oriented”, raggiungendo quella dinamicità dell’It tanto “sognata” dai Cio e dai Ceo.

Governance: integrazione e vista trasversale
Le architetture It aziendali diventano via via sempre più sofisticate e per poter mantenere o migliorare la propria flessibilità (intesa come capacità di fornire i servizi It richiesti, di utilizzare solo le risorse realmente occorrenti all’erogazione di un servizio, di coordinare e gestire correttamente tali risorse a seconda delle necessità) necessitano di una governance complessiva su più livelli (a livello di infrastruttura sottostante, di applicazioni e di servizi a sostegno dei processi di business).
“Per assicurare la soddisfazione degli utenti rispetto alla qualità dei servizi It – spiega Uberti Foppa commentando una slide di Gartner sull’interrelazione tra infrastrutture, applicazioni, servizi) è necessario usare tecniche di mappatura per identificare le dipendenze tra i processi di business e i servizi It da cui essi dipendono, tra servizi e applicazioni, tra applicazione e i componenti dell’infrastruttura It. Ognuno di questi livelli deve essere gestito sia separatamente (Governance orizzontale) sia insieme agli altri (Governance trasversale/integrata) per garantire disponibilità e performance di tutti i servizi e i conseguenti processi”.
Per la Governance che possiamo definire “orizzontale” diversi sono gli strumenti di It operation management: Bsm, Business Service Management (link tra disponibilità e performance dei servizi di business in rapporto alle componenti applicative e alla struttura IT sottostante); Apm, Application Performance management (misurazione della prestazione applicativa con la necessaria vista dell’utilizzo dell’utente, tempi di risposta, diagnostica per miglioramento prestazionale); Eca, Event Correlation and Analysis (correlazione tra il verificarsi di particolari eventi e la disponibilità delle appropriate risorse It necessarie; analisi, correzioni automatiche).
“Ma ciò che sta assumendo sempre più rilevanza, proprio in virtù del percorso verso la ‘nuova impresa’ che necessita dell’It per compiere tale evoluzione – commenta Uberti Foppa – è l’aspetto dell’integrazione: ognuno di questi livelli deve essere gestito in rapporto a policy trasversali agli altri livelli. Situazioni particolari che emergono dai diversi livelli devono essere correlate in rapporto a un modello comune di servizio e insieme di regole e policy”.
Si parla dunque di Governance trasversale o integrata: ogni problema/intervento sul singolo livello deve essere conformato e coerente a un livello comune di servizio, regole e policy.

Flessibilità fa rima con semplificazione…
Se è vero però che in termini di gestione dell’It bisogna ragionare su concetti di integrazione e centralità, è anche vero che per ottimizzare i sistemi è necessario ragionare sui singoli elementi

dell’architettura. “Semplificare le architetture affinché la loro gestione sia ottimale, sia in termini di costi sia di efficienza ed efficacia – spiega Walter Cipolleschi, Technical Specialist di Microsoft Italia – è possibile solo concentrandosi sui singoli elementi dell’architettura stessa”.

“Flessibilità, a livello di sistemi It, deve perciò fare rima con semplificazione e ottimizzazione”, prosegue Cipolleschi portando l’attenzione su una delle possibili tecnologie in grado di traguardare questi obiettivi: la virtualizzazione.
“In scenari aziendali in cui abbiamo dipartimenti It con risorse per la maggior parte sotto utilizzate, una manualità eccessiva nella gestione dei sistemi (oltre a un costo elevato per il loro mantenimento), una richiesta di servizi da parte degli utenti aziendali non sempre soddisfatta dall’It, oltre a normative in materia di business e di sicurezza sempre più stringenti, la virtualizzazione si presta a essere la base migliore per l’ottimizzazione dei sistemi It aziendali”, dice Cipolleschi. “La virtualizzazione permette di ridurre i costi e supportare meglio il business consolidando l’infrastruttura, automatizzando le attività operative e riducendo il Tco, aderendo alle politiche di business anche nell’esercizio del data center, aumentando la flessibilità nell’attivazione dei servizi verso gli utenti”.
La diffusione dei sistemi di virtualizzazione aumenta tuttavia le esigenze di una gestione integrata, quindi ci ricolleghiamo a quanto si diceva circa la necessità di una Governance trasversale o integrata ai fini di una maggiore flessibilità.
La flessibilità si raggiunge, sostiene Cipolleschi, astraendosi dal livello fisico sia a livello server (consolidamento) sia desktop e di applicazioni (razionalizzazione e ottimizzazione delle risorse) con conseguenze positive anche in termini di business continuity. “Guardando, infatti, all’efficienza dei sistemi, la virtualizzazione diventa anche un tassello importante nelle strategie di continuità del business – sostiene ancora Cipolleschi – e di gestione delle infrastrutture”.
Grazie alla virtualizzazione, infatti, è possibile raggiungere risultati quali:
riduzione del downtime (minimizzazione del downtime, pianificato e non; ripristino più rapido di servizi interrotti; riduzione dei tempi necessari per le attività di routine grazie, per esempio, a funzionalità quali la quick/live migration);
riduzione dei costi (riduzione dei costi operativi; inferiori esigenze di hardware e configurazioni; riduzione delle risorse umane necessarie per il supporto dell’infrastruttura virtualizzata);
gestione semplificata (riduzione della complessità nella manutenzione dei sistemi fisici; backup e ripristino rapido delle macchine virtuali e dei sistemi fisici).

E semplificazione fa rima con orchestrazione ottimale delle risorse
I concetti di semplificazione e gestione ottimale sono molto sentiti dalle aziende, come dimostrano gli interventi che si sono susseguiti durante la tavola rotonda. Luca Saba,

Amministratore Delegato di L&S, ha sottolineato come sia difficile “far passare” il concetto di semplificazione come elemento strategico: “Il rischio – dice Saba – è che diventi una scusa per la riduzione dei costi o addirittura di tagli al personale”.

“Discutere oggi di governance e orchestrazione delle risorse It – interviene Uberti Foppa – significa partire da una focalizzazione sulle esigenze di utilizzo dell’utente finale”.
Un cambio di visione di questo tipo implica il fatto che il Cio non pensi più alle performance del Pc, ma all’utente che utilizza tale Pc, applicazione, servizio e a come l’infrastruttura sottostante può dunque supportare l’utente nelle sue funzioni.
“Questo significa orchestrare l’uso delle risorse in maniera allineata alle esigenze del business, ossia dare all’utente, o a categorie di utenti, gli strumenti adatti al momento più opportuno”, interviene Cipolleschi di Microsoft.
“La virtualizzazione rappresenta sicuramente un elemento importante verso la dinamicità

dell’It – interviene Alessandro Poli, Cio di Safilo. “Noi abbiamo un rapporto di 90/10 (fatto 100 il numero di macchine nel data center, 90 sono virtualizzate e 10 fisiche) e i riscontri sono stati decisamente positivi, soprattutto in ragione del contenimento dei costi. Naturalmente il percorso verso l’ottimizzazione e la semplificazione dell’It prosegue ma avendo fatto una scelta di un vendor come VMware per la virtualizzazione server, mi chiedo come possa ora pensare alla virtualizzazione desktop o delle applicazioni con un altro player It. Quali potrebbero essere le complicazioni a livello di gestione?”.

Domanda cui risponde Cipolleschi sottolineando come, nel caso specifico dell’offerta Microsoft, Hyper-V possa tranquillamente essere affiancato alle soluzioni VMware, potendo poi contare soprattutto su un sistema di gestione centralizzato e unico (Microsoft System Center) che supporta tutti i tipi di piattaforme.

Verso il vero dynamic It

Marco Polo, Responsabile dei sistemi informativi di Eurotech, dice di ritrovarsi pienamente in quella fase di ricerca di semplificazione dell’It (intesa a volte anche solo come opportunità per riuscire a “navigare” nella complessità dei sistemi odierni ma certamente driver fondamentale di un cambiamento dal quale non si può prescindere) ma punta i riflettori sul ruolo dell’It. “Affinché il processo di semplificazione dei sistemi porti i risultati attesi in termini di ottimizzazione e, soprattutto, dinamicità dell’It – dice Polo – è fondamentale che il ruolo puramente tecnico lasci il posto all’It quale elemento di conoscenza dei processi e del business, affinché possa poi dare davvero quelle risposte attese dagli utenti aziendali”.
“Semplificazione deve essere intesa anche in termini di linguaggio (non di lingua, ovviamente) – interviene Pierangelo Raffini, Relazioni&Business di Alfacod – affinché business e It capiscano l’uno le necessità dell’altro e possano quindi disegnare insieme la strada da percorrere, dato che dinamicità dell’It si traduce in flessibilità del business. Non si tratta di un problema culturale, quello lo stiamo superando; è un problema di organizzazione e di gestione del cambiamento”.

Affermazioni nelle quali si ritrova anche Roberto Lago, Diretto

re It della Provincia di Padova che enfatizza come anche nella Pubblica Amministrazione i concetti di semplificazione e governance siano più che mai attuali (nel caso specifico della Provincia di Padova, che da circa un anno ha attivato un centro di servizi pubblici, la gestione dei servizi It a sostegno del centro servizi è di importanza fondamentale, anche in virtù delle rigide leggi che regolano le attività delle amministrazioni pubbliche) dato il profondo cambiamento in atto anche nel settore pubblico.

“Cambiamenti profondi che investono un po’ tutte le imprese – conclude la tavola rotonda Cipolleschi – che seguono un cammino evolutivo, per ora, guidato soprattutto dalle opportunità (si scelgono le opportunità migliori, anche in riferimento alle scelte It, che sono diverse da impresa a impresa). Il governo dell’It diventa però ancor più importante nel momento in cui da opportunità si passerà a scelte strategiche: obiettivo dell’It, ora, è dunque raggiungere quell’agilità tale da poter sostenere il business nello “switch” di contesto (da opportunità a strategia)”.

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