CAWorld 2010: visione e prodotti per l’impresa cloud connected

La società, oggi Ca Technologies, espande il raggio d’azione dell’It management oltre i confini dell’impresa e affronta i nuovi modelli di deployment delle applicazioni e dei servizi It con una famiglia di prodotti capace di rendere il cloud computing e le sue promesse una realtà praticamente realizzabile e soprattutto efficacemente gestibile in ogni impresa

Pubblicato il 02 Lug 2010

p12-mccracken

LAS VEGAS – Come sappiamo, una peculiarità che distingue CaWorld dalle analoghe manifestazioni è che si svolge non ogni 12 ma ogni 18 mesi, alternando un evento autunnale a uno primaverile. Così, dopo CaWorld 2008 e ‘saltato’ il 2009, lo scorso maggio CaWorld 2010 ha radunato a Las Vegas qualcosa come settemila tra clienti, It manager, sviluppatori e partner a vario titolo della società, provenienti un po’ da tutto il mondo.
Un anno e mezzo è un periodo lungo nel nostro mondo e dal novembre 2008 molte cose sono cambiate. In Ca è cambiato il Ceo. John Swainson aveva detto che alla fine del 2009 si sarebbe ritirato ed è stato di parola. Da sei mesi il ruolo di Ceo e Chairman of the Board è coperto da William (Bill) McCracken, un tipo sobrio nei modi e concreto nei fatti come ci si può aspettare da chi ha passato 36 anni in Ibm. Sono cambiati anche altri top manager e in particolare Ajei Gopal, che 18 mesi fa avevamo intervistato come Executive Vp Enterprise It Management Group, è diventato Evp Products & Technology Group entrando con Nancy Cooper (Cfo) e George Fisher (Evp Global Sales & Marketing) nel ‘triumvirato’ che affianca McCracken alla guida della società. Infine è cambiato il nome: non più solo Ca ma Ca Technologies, perché, come ha detto McCracken: “ero stufo, digitando Ca su Google, di trovare i siti della California”. Al di là della battuta (peraltro l’unica che il nuovo Ceo si è concesso) il cambiamento di nome trasmette l’idea di un’offerta le cui soluzioni poggiano sulla solidità delle tecnologie sottostanti, che ne sono il valore distintivo e che sono state le vere protagoniste dell’evento.

Soluzioni per il nuovo paradigma aziendale
Ma quello che in un anno e mezzo è davvero cambiato (e sta cambiando) è il paradigma dell’It aziendale, il mondo in cui Ca Technologies si muove. “C’è ancora chi mi chiede – ha detto McCracken nel ‘keynote address’ – se il cloud computing sarà una realtà. Io dico che lo è già adesso. Virtualizzazione e cloud sono le tecnologie che ci daranno la flessibilità e la capacità di cambiamento di cui il business ha bisogno. Gestire l’It sarà allora un po’ come gestire un sistema di distribuzione: chi avrà bisogno di un servizio ci dirà dove, quando e come lo vorrà avere e noi glielo daremo esattamente come richiesto”.
Come è ovvio, tutto ciò era stato avvertito per tempo in Ca Technologies, che per fornire strumenti in grado appunto di gestire questa ‘supply chain’ dei servizi It aveva elaborato il concetto (e l’offerta) Eitm (Enterprise It management). Ma già allo scorso CaWorld, Ajei Gopal ci aveva dichiarato che l’Eitm si sarebbe esteso oltre i confini dell’impresa e degli asset interni per entrare nella ‘nube’ delle risorse It virtualizzate e distribuite che si andava delineando. Da allora le tecnologie si sono consolidate (anche tramite alcune acquisizioni, come quelle di 3Tera, Oblicore e Cassatt), si sono sviluppate le relative soluzioni e ora, al CaWorld 2010, ecco i risultati che concretizzano l’offerta di cloud computing management della società.
La novità principale è certamente CA Cloud-Connected Management Suite, una famiglia di prodotti che punta a risolvere i problemi posti dalla gestione di un ambiente orientato al cloud computing e che si articola in quattro strumenti principali. Il primo, e a nostro parere più importante e innovativo, è CA Cloud Insight, che tramite una metodologia di analisi dei livelli di servizio chiamata Smi (Service Measurement Index) permette di valutare i servizi It in base alle priorità di business. In tal modo un’azienda può decidere su basi oggettive a quali servizi dare priorità e quali risorse cloud rispondono meglio ai suoi bisogni. Lo Smi è un framework di tool che analizza diversi aspetti di un servizio (flessibilità, qualità, costo, sicurezza…) in modo da poterli bilanciare in funzione della domanda dell’utente. Sfrutta una metodologia impostata da Ca Technologies in collaborazione con la Carnegie Mellon University e tuttora in via di affinamento, un compito che sarà aiutato dallo scambio di opinioni e informazioni che ci si attende da Cloud Commons. Quest’ultima è una comunità Web (www.cloudcommons.com) che raccoglie analisti (Ema, Forrester, Gartner e Idc vi hanno già aderito), università e senior executive sia It sia di linee di business, allo scopo di esplorare opportunità e criticità del cloud per ridurne i rischi e le incertezze nei confronti delle imprese che intendono servirsene.
Secondo pilastro della suite è CA Cloud Compose, una soluzione per creare un ‘private cloud’ definendone i componenti infrastrutturali; costruendo, con strumenti grafici, i servizi da erogare tramite tale infrastruttura e gestendo sia quest’ultima sia i servizi erogati. Un catalogo, espandibile in modo teoricamente illimitato, di componenti software riutilizzabili permette di ridurre il time-to-market delle nuove applicazioni e/o servizi basati sul cloud disegnato e la gestione integrata di componenti hardware e software, con le relative funzioni di misura e monitoraggio delle operazioni, in un unico prodotto ne riduce Tco e costi operativi.
I concetti del Service Measurement Index e le informazioni reperibili nella Cloud Commons di cui si è detto a proposito di Cloud Insight, sono sfruttati dal terzo prodotto, CA Cloud Optimize, per aiutare gli utenti nell’impiego ottimale delle infrastrutture e dei servizi disponibili. Lo scopo è, ovviamente, quello di adattare capacità, prestazioni, sicurezza e altri parametri ai livelli di servizio concordati con le business unit. Infine, CA Cloud Orchestrate realizza un controllo dei workflow e un’automazione policy-based per gli interventi di modifica delle infrastrutture e dei servizi cloud che debbano essere introdotti a seguito delle indicazioni ricavate dai tre prodotti precedenti (Insight, Compose e Optimize), nonché di quant’altro dovesse essere suggerito dalla partecipazione a Cloud Commons. L’impresa utente può quindi adattare rapidamente i propri ambienti cloud-based in base ai suoi bisogni riducendo costi ed eventuali impatti negativi dell’It sul business.

Virtualizzazione: presupposto del cloud
Naturalmente, essendo la virtualizzazione il presupposto del cloud, sono state presentate anche numerose novità in quest’area. L’annuncio più importante, a nostro parere, è quello relativo alla realizzazione, in partnership con Cisco, di un sistema di gestione per i data center virtualizzati sulla piattaforma Ucs (Unified Computing System) della casa californiana. Tramite le Api di Cisco Ucs Manager, Ca Technologies ha integrato la gestione di infrastrutture Ucs in tre suoi prodotti: Spectrum Automation Manager, tool di automazione e server provisioning policy-based; eHealth Performance Manager, strumento per la gestione delle prestazioni che controlla lo stato dei dispositivi nell’intera infrastruttura aziendale; Spectrum Infrastructure Manager, soluzione integrata per isolare disfunzioni, analizzarne l’origine e gestire la configurazione della rete. Si tratta di un passo importante nell’offerta Ca Technologies ma ancor più in quella di Cisco, che in tal modo va a coprire in buona parte l’area critica del system management, indispensabile sostegno alla strategia di migrazione verso ambienti virtualizzati e cloud nella quale è impegnata e alla quale, evidentemente, Ca Technologies crede.
Sono stati inoltre presentati tre prodotti completamente nuovi. Il primo, CA Virtual Configuration, assicura la coerenza delle operazioni in ambienti virtualizzati realizzando e mantenendo automaticamente l’inventario delle risorse fisiche e virtuali e il tracciamento delle relative interrelazioni. Permette quindi di gestire i cambiamenti di configurazione e soddisfa le esigenze di auditing e compliance normativa. CA Virtual Automation provvede invece alla gestione del ciclo di vita delle macchine virtuali e dei pool di risorse, facilitando il provisioning model-based (con supporto ai modelli Amazon Ecs e Vpc) e fornendo funzioni di ricarico costi, tracciabilità e reporting delle capacità utilizzate. CA Virtual Assurance, infine, migliora availability e performance degli ambienti virtualizzati e cloud tramite funzioni di monitoraggio, correlazione degli eventi e gestione delle disfunzioni che sfruttano un sistema di analisi delle cause model-based e di misura delle prestazioni su base sia storica sia real-time. Secondo Roger Pilc, Corporate Senior Vice President & General Manager Virtualization and Service Automation Business Unit, da noi intervistato in proposito, “gli strumenti per la gestione e la sicurezza degli ambienti virtuali potranno espandere l’uso di tali infrastrutture dallo sviluppo e test, dove sono più usati, ai sistemi di produzione, oggi virtualizzati in misura inferiore al 30%”.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati

Articolo 1 di 5