I Cio alla sfida dell’azienda intelligente

Il quadro economico e competitivo in cui le aziende operano impone di agire secondo analisi tempestive d’informazioni sicure. Come, nella visione dei responsabili dell’It aziendale, le soluzioni di business intelligence e business analytics rispondono a tale bisogno e quali criticità vanno superate per farne un’efficace strumento di lavoro. Nella foto Marco Icardi, Country Manager Italia di Sas.

Pubblicato il 20 Ott 2010

Nel quadro degli eventi programmati all’interno del Sas Forum Italia 2010, del quale abbiamo dato resoconto sul numero di luglio/agosto, si è tenuto un ‘Cio Interest Group’, difatto una tavola rotonda il cui argomento era: “L’Azienda Intelligente: condividere le conoscenze, razionalizzare i processi, migliorare le performance”. Un tema, quindi, che si richiama a quella che oggi è la sfida della Business Intelligence/Business Analytics in generale, ossia far leva su soluzioni e tecnologie che mostrino di avere ancora larghi margini di potenzialità da sfruttare per fare delle piattaforme di Bi e delle applicazioni di analisi degli strumenti di governo e di competitività dell’impresa. Coordinata da Stefano Uberti Foppa, direttore di ZeroUno, la tavola rotonda ha raccolto opinioni ed esperienze di dodici Cio e It manager (vedi sotto), cui si sono aggiunti i rappresentanti di società partner Sas, come Emc, Hp e Kpmg, nonché, ovviamente, degli stessi ‘padroni di casa’.
Dopo il saluto di Marco Icardi, country manager di Sas Italia (che ha accolto i convenuti augurandosi che il Cio Interest Group possa diventare un periodico punto di riferimento per la società), Uberti Foppa (ZeroUno) ha presentato un breve quadro dell’evoluzione delle organizzazioni e dei modelli di business a fronte del quale si sviluppa il ruolo centrale delle informazioni nel governo, strategico e operativo, dell’impresa. Ruolo che a sua volta genera le tendenze di sviluppo del comparto Bi/Ba (con la crescita delle analytics), e che influisce sul riassetto dell’It aziendale e dei rapporti con i fornitori del settore, che devono essere capaci di affiancare l’utente con atteggiamento proatttivo.

Le diverse velocità della business intelligence
Il dibattito si è aperto quindi con un ‘giro di tavolo’ nel quale si è commentato il valore di questa analisi e il suo livello di applicabilità nelle diverse realtà aziendali. Rilevato come l’adozione e la diffusione della Bi nelle imprese avvenga a velocità molto diverse, per problemi inerenti sia i settori d’industria sia le singole realtà, le risposte evidenziano come sia chiaro, ai responsabili It, l’emergere di un bisogno informativo di qualità più elevata. Si tratta di un’esigenza generale che è accentuata, nel settore Finance, dai requisiti imposti dalla compliance normativa. Questo bisogno investe sia il top management sia quadri e dirigenti di livello intermedio, come i responsabili commerciali di area e di agenzia o i responsabili di prodotto, che risultano essere i nuovi utenti delle soluzioni di Bi e presso i quali si comincia a sentire l’esigenza di applicazioni analitiche capaci di sfruttare il grande volume di dati disponibili per dare un supporto ad azioni che fanno parte della operatività quotidiana. (interventi di: Ferrara, Giovannetti, Tancini, Torelli).
Per sostenere questa diffusione ed evoluzione degli strumenti di conoscenza e di analisi diventa necessario integrare i vari processi e sistemi che presiedono alla creazione delle informazioni. Specialmente, come in alcune organizzazioni si sta facendo, vanno integrati i sistemi che trattano dati gestionali e amministrativi con quelli che trattano comportamenti e caratteristiche delle persone cui si rivolge l’operato dell’azienda: i clienti, tipicamente, ma anche (stante la presenza nel gruppo di discussione di tre aziende del settore sanitario-ospedaliero), i pazienti di un ospedale. (interventi di: Ferrara, Hoz, Italiano, Masperi).
Aspetto fondamentale di ogni progetto di Bi-Ba, è poi la garanzia della qualità dei dati. Sincronizzare e consolidare dati risiedenti su database diversi ed elaborati da sistemi diversi in modo da dare alle applicazioni analitiche una “visione unica della realtà” è un compito ritenuto prioritario ma che presenta forti criticità per la complessità degli aspetti tecnologici inerenti la realizzazione del Data warehouse e per la delicatezza di quelli culturali, dati dalle diverse concezioni e finalità dei sistemi preesistenti. Nel caso poi, abbastanza frequente, che l’integrazione avvenga a seguito di fusioni e acquisizioni, l’It si trova a consolidare sistemi di Bi anche molto diversi tra loro e deve indurre gli utenti di tali sistemi ad usare nuovi strumenti, scelti a livello di gruppo, cambiando abitudini e modi di lavorare consolidati. (interventi di: Berrettoni, Giovannetti, Italiano, Masperi).

Ruolo e compiti dell’intelligence aziendale
Si è passati quindi a considerare ruolo e compiti dell’intelligence aziendale, osservando come un approccio proattivo degli utenti nell’uso delle analisi e dei report ai fini della gestione delle operazioni si possa avere anche tramite soluzioni di Bi-Ba molto semplici. Conviene evitare l’eccesso d’informazioni e piuttosto educare l’utente a usarle in modo efficace. Questo lavoro di formazione alla Bi deve focalizzarsi sul passaggio dall’informazione alla decisione, che salvo eccezioni appare limitato ai ruoli dirigenti. Una buona soluzione in tal senso è l’integrazione della Bi nei processi aziendali, con passi del workflow che chiedano di eseguire specifiche analisi e di agire in base ai risultati. Ciò viene già fatto in alcune realtà (interessanti gli interventi delle aziende ospedaliere sull’uso della Bi nell’allocazione delle risorse umane e tecnologiche) ma incontra degli ostacoli sia da parte del top management sia della stessa funzione It. Facendo un po’ di autocritica, i Cio riconoscono una certa difficoltà dell’It nel comprendere e condividere gli obiettivi aziendali, con un approccio più reattivo che propositivo alle richieste del business (interventi di Berrettoni, Calogero, Hoz, Masperi, Prato, Torelli).
Gli argomenti discussi hanno, naturalmente, coinvolto anche i fornitori, i cui interventi (di Lanzani, Mantovani, Pellegrino e Violi) si sono focalizzati su due aree principali. La prima riguarda la qualità dei dati, problema prioritario anche per i vendor e del quale sono state esposte le soluzioni in atto sul fronte dell’analisi di grandi volumi di dati e dell’integrazione tra dati strutturati e non strutturati. La seconda è l’attenzione all’organizzazione e ai processi operativi delle aziende utenti, nei confronti dei quali si è sottolineata la necessità, da parte del fornitore, di agire come un partner capace (anche grazie alla sua posizione d’interlocutore nei confronti sia delle business unit sia dell’It) di supportare gli utenti nell’organizzare dati, informazioni e analisi per rendere la Bi uno strumento di concreto sostegno all’impresa.


I Cio e i manager Ict partecipanti alla tavola rotonda SAS Cio Interest Group

Pietro Berrettoni (Angelini); Ernesto Bonfanti (Gruppo Fiera Milano); Massimiliano Calogero (Kpmg Advisory); Francesco Copello (Agenzia Sanitaria Regione Liguria); Pietro Ferrara (Kuwait Petroleum Italia); Gianluca Giovannetti (Amadori); Giovanni Hoz (Azienda Ospedaliera San Gerardo, al momento dell’evento); Piero Italiano (Fondiaria Sai); Walter Lanzani (Sas Italia); Marco Lusardi (Sas Italia); Michele Mantovani (Emc Information Intelligence Group); Carla Masperi (Fondazione Centro San Raffaele del Monte Tabor); Massimo Pellegrino (Hp); Gianmario Prato (Agusta Westland); Claudio Tancini (Zurich Financial Services); Paolo Torelli (Fiditalia); Christian Violi (Emc Information Intelligence Group).
Moderatore: Stefano Uberti Foppa

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