Dalla mitologia all’internazionalizzazione “anni 2000”. Potremmo riassumere con una frase così l’evoluzione di Tagetik, azienda toscana che deve il suo nome a Tagete: inventore delle scienze etrusche, era un giovane saggio i cui insegnamenti costituirono il fondamento del sistema scientifico etrusco. Le approfondite nozioni di ingegneria furono raccolte nei cosiddetti “Libri Tagetici” cui si ispirarono anche i Romani.
“Abbiamo trovato nella mitologia una stretta comunanza – racconta a ZeroUno Manuel Vellutini, chief operating officer di Tagetik -. Entrambi di origini toscane, entrambi giovani, con le idee, il fervore creativo e propositivo dei giovani talenti, entrambi saggi grazie alla conoscenza, alla competenza e all’esperienza maturata nel tempo. Tagete è l’emblema della nostra azienda”.
ZeroUno: Un’azienda che però non parla etrusco ma la lingua internazionale del business…
Vellutini: Abbiamo intrapreso un percorso di internazionalizzazione nel 2006 con un obiettivo molto chiaro: preparare la nostra organizzazione a una struttura multinazionale e non limitarci ad avere delle semplici rappresentanze di vendita in altri Paesi. Il cammino è, naturalmente, ancora lungo ma oggi possiamo vantare una presenza, più o meno consolidata, in ben 15 Paesi.
ZeroUno: Come avete affrontato i primi passi di questa importante evoluzione aziendale?
Vellutini: Prima di tutto è stata definita una strategia di sviluppo identificando esigenze e obiettivi. Dopodiché ci siamo concentrati sulla struttura organizzativa: primo passo importante, infatti, è stata la condivisione in azienda di un’adeguata cultura e mentalità che ci permettesse di aprirci all’estero. Cosa non semplice che richiede, naturalmente, skill e competenze idonee (che siamo andati a cercare sul mercato). Altro tassello importantissimo è la costruzione di rapporti di collaborazione con gli analisti, di stampo internazionale, che ci permettono di conoscere e valutare più approfonditamente i mercati regionali e verticali.
In questo scenario assumono poi un ruolo determinante i business partner perché sono coloro che ci consentono di penetrare in Paesi nuovi e di farci conoscere. I partner ci aiutano a costruire le prime referenze, fondamentali per proseguire il cammino e consolidare la presenza di Tagetik.
ZeroUno: Qual è oggi il risultato di questo percorso e quali gli step successivi?
Vellutini: Oggi contiamo una presenza internazionale davvero significativa; abbiamo circa 50 clienti fuori dal territorio nazionale e possiamo dire con orgoglio di aver maturato ben 45 referenze internazionali solo in questo 2010. In Germania stiamo lavorando su un progetto molto importante, che coinvolge oltre mille utenti, con Gruppo Talanx, la terza compagnia di assicurazioni del Paese oltre che con Dr. Oetker (la holding nota per il marchio Cameo), un’azienda con 9 miliardi di euro di fatturato che ha realizzato sulla piattaforma Tagetik un progetto per la gestione del bilancio consolidato che coinvolge 400 utenti.
Nel Regno Unito abbiamo lavorato con la Oxford University Press, negli Stati Uniti con Houghton Mifflin Harcourt, il secondo editore librario del Nord America, ma anche Oclc (Online computer library center), una società cooperativa americana che offre ai membri (oltre 27mila biblioteche, archivi e musei di tutto il mondo) sistemi computerizzati di catalogazione.
Successi che nel 2009, per la prima volta, ci hanno permesso di contare più nuovi clienti all’estero rispetto ai nuovi clienti italiani.
E nel 2010 Tagetik si è imposta su nomi di prestigio come Oracle e Sap vincendo la gara indetta da Sncf (società per il trasporto ferroviario ad alta velocità europeo).
Quanto al futuro, nel medio periodo concentreremo gli sforzi verso l’industrializzazione delle attività commerciali internazionali. Nell’immediato, stiamo lavorando sulle terze parti e sul nostro modello di proposizione al mercato.
ZeroUno: Significa che rivedrete il vostro modello di go-to-market?
Vellutini: Non completamente. Manterremo un modello “misto” che ci vede agire in modo diretto in alcune delle diverse aree geografiche in cui siamo presenti, anche se il canale sta assumendo un ruolo decisamente importante (la vendita di nuove licenze, già oggi, avviene per il 60% dal canale).
Nel nostro modello prevediamo tre differenti tipologie di partner: nell’area consulenza contiamo società di grandi dimensioni con nomi quali Kpmg, Accenture, Deloitte, Ernst&Young, PricewaterhouseCoopers, anche se collaboriamo anche con realtà minori specializzate in nicchie di mercato; nell’area della rivendita abbiamo stretto partnership con realtà come Edge Consulting, Excent, Altea, Sysdata, e altri nomi importanti; infine, abbiamo partner tecnologici in senso stretto.
Primo nome di spicco tra i partner tecnologici è certamente Microsoft grazie alla quale stiamo evolvendo il Corporate Performance Management al Collaborative Performance Management, sfruttando gli strumenti di collaborazione a livello di business intelligence e decision making.
La partnership con Microsoft si sta estendo anche al mondo Erp. Con Dynamics, Microsoft rappresenta il terzo vendor al mondo di Erp, mercato che può trovare nell’integrazione con il Performance Management una buona opportunità di sviluppo.
Nel 2011 annunceremo, a livello worldwide, un vero e proprio programma di canale, al quale stiamo lavorando, per garantire formazione e supportare i partner nella proposta di un’offerta che, al di là degli aspetti tecnologici, richiede una profonda conoscenza dei processi di business all’interno dei quali si cala la tecnologia.
ZeroUno: Visti i punti di forza organizzativi e di business, quali sono, invece, i plus tecnologici della vostra offerta?
Vellutini: Credo che la forza di Tagetik sia la competenza molto specifica legata proprio ai processi di business. Partendo dai processi coinvolti nel Performance Management, abbiamo realizzato software capaci di governare tali processi portando soluzioni di business, evolvendo le soluzioni ed integrandole con altre tecnologie (come l’Erp o la Collaboration).
Tecnologicamente significa che sviluppiamo soluzioni in grado di gestire le performance aziendali collegando persone e processi in modo automatizzato e con gli strumenti più adatti, con l’obiettivo finale di rendere più economica e tempestiva la gestione dell’organizzazione (anche in termini di Compliance).