L’amministrazione di un data center non può prescindere dal monitoraggio e dalla gestione dei server, operazioni che richiedono strategia, visione unitaria e sapere cosa fare nel caso qualcosa non dovesse funzionare. Di seguito alcuni suggerimenti di base, sempre utili.
1) L’importante è documentarsi
Per gestire i server occorre prima di tutto disporre dell’appropriata documentazione. Tra le informazioni utili: il modello, il numero seriale, i dettagli delle interfacce montate, come il tipo di SCSI ecc. Se si tratta di server virtualizzati, allora serve conoscere la piattaforma, l’hypervisor utilizzato e la versione. Acquisire manualmente i dati può essere tedioso, ma è possibile ottenere automaticamente configurazioni e inventari con script ad hoc, come quelli della PowerShell di Windows Server (strumento per eseguire operazioni avanzate di configurazione su Windows). Per prevenire problemi a catena nella sostituzione dei sistemi è inoltre utile predisporre una strategia di change management: per esempio, l’uso della piattaforma per la configurazione, la distribuzione e la gestione dei sistemi Microsoft DSC (Desired State Configuration) assicura che il risultato sia quello desiderato, facendo in modo che lo stato del sistema corrisponda effettivamente a quanto definito dalla configurazione.
2) Monitorare per non sprecare risorse
Benché consolidamento e virtualizzazione abbiano ridotto i problemi di spazio nei data center, circa il 30% dei server risulta pressoché inutilizzato (stima Uptime Institute), assorbendo risorse senza alcuna utilità (trasformandosi in un cosiddetto server zombie). Per evitare questo problema servono una piattaforma DCIM (Data Center Infrastructure Management), un database per il configuration management oppure tool equivalenti sviluppati internamente. Con i tool si fa monitoraggio d’uso della CPU o dell’assorbimento, quindi si identificano le risorse sottoutilizzate e i server zombie da eliminare. Un’opzione utile è quella di assegnare a un membro dello staff IT il compito di effettuare periodicamente dei test sui livelli d’uso dei server.
3) Aggiornare o rimpiazzare?
Una parte importante della strategia di monitoraggio e gestione dei server è decidere quando aggiornare o rimpiazzare i vecchi sistemi. Di solito l’aggiornamento è meno costoso, ma occorre considerare anche altri fattori, come le prestazioni e la curva di crescita: se memoria o storage sono al limite, sarà inevitabile dover affrontare il rimpiazzo. Se il server può ospitare drive SSD (a stato solido), l’adozione può incrementare le prestazioni, salvo evidenziare colli di bottiglia in altre parti del sistema. In caso di upgrade, il tipo di server fa la differenza: i blade server comportano un forte lock-in nei riguardi del costruttore che spesso non garantisce nel lungo termine la produzione di schede compatibili; i server rack sono più semplici da aggiornare con i componenti standard dei differenti vendor nell’ambito del normale ciclo di vita aziendale, pari in media a 3-4 anni.
4) Spostare i server senza far danni
Nella vita del data center c’è un momento in cui occorre spostare dei server in qualche facility esterna. Per far questo occorre conoscerne l’assorbimento in corrente, lo spazio occupato e le esigenze di raffreddamento. Dal momento che molte facility hanno rack cablati propri, occorre poter cambiare la disposizione e creare nuove mappe fisiche degli apparati.
Occorre inoltre determinare se è possibile interrompere i servizi durante lo spostamento o, in caso negativo, supportarli con server virtualizzati.
È importante stabilire un responsabile dello spostamento, in modo da potergli comunicare tempestivamente i problemi che dovessero insorgere. Per lo spostamento fisico, è possibile servirsi di compagnie appositamente attrezzate, in ogni caso ricordandosi di tenere insieme ai server i cavi essenziali ed evitare ai server gli stress del trasporto. Raggiunta la destinazione, effettuati i collegamenti di alimentazione, switch e router è importante assicurarsi visivamente che tutto sia in ordine e nulla ostacoli l’aerazione.