Desktop Cloud: trasformare l’ambiente desktop in ambiente virtuale accessibile da qualsiasi device

La proliferazione dei desktop all’interno delle aziende ha aggiunto agli ambienti It complessità e aumento di costi operativi, come: un utilizzo ridotto di desktop costosi, consumo elevato di energia, gestione di più immagini di sistemi operativi, sicurezza, protezione da virus, gestione della conformità, supporto degli utenti finali e così via. L’ambiente desktop può trovare nella virtualizzazione alcune risposte: più sicurezza, riduzione della complessità, Tco contenuto, incremento della disponibilità e accesso ai sistemi. E la virtualizzazione apre anche le porte a nuovi modelli di delivery che trovano nel cloud computing (privato, pubblico o ibrido) le radici dell’as a service.

Pubblicato il 28 Mar 2011

artaxloghino

Sono questi i principali temi affrontati nel corso di un recente incontro

organizzato da ZeroUno (con la chairmanship del direttore, Stefano Uberti Foppa – a destra) in collaborazione con Ibm e con il contributo di Citrix, dal quale è emersa l’opportunità, già oggi raggiungibile, di una diversa gestione dei desktop virtuali, fruibili come servizio.

“Il desktop cloud è una delle aree del cloud computing che, secondo gli analisti, avrà la maggior crescita nei prossimi anni – ha spiegato Eugenio Capra

(a sinistra), Docente di Sistemi Informativi Politecnico di Milano – Le stime dicono che nel 2013 saranno oltre 50 milioni i Pc professionali migrati al cloud. Una via già tecnicamente oggi praticabile attraverso scelte diversificate che possono andare dalla virtualizzazione della macchina desktop, alla virtualizzazione del solo sistema operativo o delle applicazioni utilizzate dall’utente”.

Già oggi, infatti, le aziende possono virtualizzare le risorse di calcolo per i desktop e sfruttare un metodo logico, anziché fisico, di accesso ai dati, alla potenza di calcolo, alla capacità di storage e ad altre risorse. “Un sistema che potrebbe gradualmente sostituire il tradizionale pc in azienda con un accesso ai desktop personali da parte degli utenti da qualsiasi dispositivo e in qualsiasi luogo – sottolinea Martino Bedani, Infrastructure Architect Ibm, che durante l’evento ha mostrato in una demo come funziona tecnicamente il desktop cloud proposto da Ibm (collegandosi al data center Ibm in Germania, Bedani si è collegato al proprio desktop prima da un notebook e poi da un iPad).
Pur riconoscendo le opportunità in situazioni, per esempio, di telelavoro, acquisizioni e fusioni aziendali, apertura di nuove filiali, assunzioni di personale a tempo determinato, consulenti o personale esterno, ecc., non mancano tuttavia le criticità che vanno dalla disponibilità di banda e dai servizi di connettività, mentre sono evidenti alcuni vantaggi in termini di sicurezza dei dati e controllo degli accessi, derivati da una governance centralizzata.

“Diversamente dalla virtualizzazione dei server che coinvolge solo il reparto It – osserva Bedani (a destra) – la virtualizzazione del desktop e la sua gestione in modalità cloud ha degli impatti diretti non solo a livello infrastrutturale (data center, rete, ecc.) ma anche sui processi. Diventa quindi fondamentale la valutazione progettuale che, secondo noi, dovrebbe seguire un iter simile: assessment iniziale ben strutturato per identificare e analizzare le aree di intervento; disegno e sviluppo progettuale (predisposizione di un piano organizzativo e di una roadmap implementativa); identificazione di un progetto pilota; analisi dei risultati del progetto pilota e, solo dopo le dovute valutazioni, estensione del progetto alle altre aree identificate”.
Dello stesso parere Massimiliano Grassi (a sinistra), Marketing Manager Italia di Citrix, secondo il quale “un progetto di desktop cloud deve partire dalla comprensione degli utenti aziendali; capire cioè chi sono, quali sono le loro mansioni e le loro esigenze. Non c’è un modo univoco per fare desktop cloud; è una scelta che va calata nel contesto aziendale e non può quindi essere “confinata” all’ambito tecnologico”.

Su quest’ultimo aspetto, però, sottolineiamo, sono in atto molti cambiamenti. Ad oggi, la via più seguita è quella della virtualizzazione completa dei pc erogati poi in modalità di servizio attraverso private o public cloud. La tendenza, tuttavia, è legata al disaccoppiamento dei desktop dalle applicazioni che utilizzano gli utenti e in questa direzione il desktop cloud è una integrazione di più servizi: l’utente accede al proprio Pc virtuale attraverso login e password e a seconda del profilo utente gli vengono erogate, in modalità di servizio, le applicazioni di cui necessita (applicazioni virtualizzate che, rispetto al virtual desktop, possono anche risiedere altrove, in un’altra private o public cloud).
Sebbene scenari di questo tipo impongano di puntare i riflettori sul tema della governance, innegabili sono, comunque, i vantaggi: dalla gestione semplificata dei desktop, al provisioning più veloce, fino al controllo dei consumi energetici e ai minori costi.
“Si stimano – evidenzia Capra – risparmi di costi del 10-15% in situazioni dove c’è già un sistema di workplace management efficiente e del 40-47% in situazioni dove la gestione delle postazioni di lavoro non è ottimizzata (che rappresenta la maggioranza dei casi)”.


Il resoconto dettagliato dell'evento sarà disponibile nei prossimi giorni. Nel frattempo scarica le presentazioni tenute dai relatori della mattinata.

– "Desktop cloud: modelli, vantaggi, criticità" di Eugenio Capra, Docente di Sistemi Informativi Politecnico di Milano
– "Desktop cloud: modelli organizzativi e tecnologici" di Martino Bedani, Infrastructure Architect Ibm
– "La virtualizzazione del desktop con Citrix" di Massimiliano Grassi, Marketing Manager Italia di Citrix

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