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Chiuso Webstresser.org, il maggiore servizio per attacchi DDoS nel mondo

Il portale si basava su una rete di amministratori che si snodava in diversi continenti e che è stata smantellata dall’Operazione di polizia internazionale denominata Operation Power Off. Si calcola che negli ultimi 3 anni da questo sito siano partiti tra i 4 e i 6 milioni di attacchi Distributed Denial of Service

Pubblicato il 26 Apr 2018

webstresser ddos

Importante operazione internazionale di polizia (denominata Operation Power Off) contro il cyber crime mondiale. È di queste ore la notizia della chiusura della piattaforma Webstresser.org che a cifre bassissime (a partire da 15 euro al mese) permetteva di lanciare attacchi DDos (Distributed Denial of Service), ossia di sovraccaricare un sito Web o un servizio internet con traffico proveniente da diverse origini in modo da renderli non disponibili agli utenti.

Giovanissimi i responsabili di questo portale, ora offline, che sono stati arrestati nell’operazione guidata dalle polizie olandese e britannica con il supporto di Europol, l’Ufficio europeo di polizia e di una decina di forze dell’ordine di tutto il mondo. I primi arresti sono stati compiuti in Croazia e Serbia, ma amministratori del sito sono stati individuati anche in Canada e Regno Unito. Diverse misure sono state, inoltre, adottate nei confronti degli utenti più attivi che pare si trovino in Paesi Bassi, Italia, Spagna, Croazia, Regno Unito, Australia e Hong Kong. Si è calcolato che Webstresser.org avesse più di 136mila utenti registrati.

Definito il maggiore servizio illegale per attacchi DDoS nel mondo, webstresser.org rappresentava una minaccia soprattutto per banche e istituzioni economiche e pubbliche in tutto il mondo. Si calcola che gli attacchi alla sicurezza informatica lanciati da questo sito siano tra i 4 e i 6 milioni negli ultimi 3 anni.

Tra i commenti a questa notizia giunti in redazione quello di Emily Orton, Chief Marketing Officer di Darktrace.

“La notizia della rimozione del sito web Webstresser.org che facilitava gli attacchi cyber dovrebbe fare scattare un campanello d’allarme per tutte le organizzazioni: la criminalità informatica organizzata esiste ed è qui per restare. Si tratta ormai di un ecosistema criminale su larga scala. Da tempo non abbiamo più a che fare con singoli adolescenti che digitano dalle loro camere da letto, ma con un modello di criminalità economica molto redditizio. L’azione penale, e si spera, l’incarcerazione dei criminali che si celano dietro questo sito web, rappresentano un passo molto importante e positivo verso la dissuasione della criminalità informatica così organizzata. Con attacchi cyber facilmente ed economicamente disponibili, la barriera di ingresso per i criminali informatici si è negli anni abbassata notevolmente e nessuna organizzazione è ormai immune da attacchi. Dagli istituti religiosi e organizzazioni non-profit alle banche internazionali e operatori di infrastruttura nazionale critica, è sempre più evidente la necessità di adottare un approccio nuovo alla cyber security”.

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