Le tecnologie di infrastruttura iperconvergente stanno penetrando in maniera crescente nei data center delle imprese, e ciò avviene quanto più i principali fornitori di sistemi allargano la propria offerta, attraverso l’acquisizione di nuove startup o la commercializzazione di server con software iperconvergente (HC) in bundle.
E in questa fase, puntualizza la società di ricerche Gartner, i responsabili dei reparti I&O (infrastructure and operations) dovrebbero focalizzarsi sulle funzionalità e limitazioni di tale software, attualmente fornito da una ricca schiera di vendor di piattaforme server, che si avvalgono di collaborazioni con gli OEM. Tra l’altro, prevede Gartner, per il 2020 il 20% delle applicazioni ‘business-critical’, attualmente implementate su un’infrastruttura IT a tre livelli, migrerà verso le infrastrutture iperconvergenti.
Nel suo più recente Magic Quadrant (figura), pubblicato lo scorso febbraio, Gartner definisce prima di tutto la tecnologia HCI (hyperconverged infrastructure). Si tratta di una categoria di infrastrutture integrate con software in grado di scalare orizzontalmente, che applicano un approccio modulare alle risorse di elaborazione, storage e rete su hardware standard, sfruttando ‘building blocks’ orizzontali distribuiti, attraverso una gestione unificata. I fornitori di infrastrutture HCI costruiscono le proprie appliance utilizzando comune infrastruttura (hardware, sistema operativo, virtualizzazione) ‘off-the-shelf’, oppure collaborano con vendor di sistemi che commercializzano il loro stack software HCI sotto forma di appliance. In alternativa, i vendor HCI vendono il proprio software direttamente agli utenti finali, o attraverso rivenditori e integratori, per l’uso come parte di un’architettura di riferimento, o ancora secondo il modello di fornitura HCI ‘as-a-service’, applicabile on-premise o in un cloud pubblico.
Cosa è cambiato rispetto al MQ 2016
Negli anni precedenti, il Magic Quadrant di Gartner per i sistemi integrati aveva valutato i vendor nell’ambito di quattro classi: sistemi IIS (integrated infrastructure systems), sistemi ISS (integrated stack systems), sistemi HCIS (hyperconverged integrated systems) e architetture IRA (integrated reference architectures). Tuttavia, il Magic Quadrant di quest’anno riporta quattro importanti cambiamenti, rispetto al “Magic Quadrant for Integrated Systems” pubblicato nel 2016. In particolare, questo Magic Quadrant:
- Si focalizza esclusivamente sui vendor e le offerte nel segmento del software iperconvergente.
- Tralascia i requisiti hardware di sistema, che sono parte del modello di appliance HCIS.
- Definisce il segmento di mercato come infrastruttura iperconvergente, consentendo i modelli di fornitura ‘software-only/bring-your-own-hardware’, e ‘as-a-service’ via cloud.
- Limita la valutazione dello storage integrato e delle funzionalità di gestione dati a quelle tecnologie su cui i vendor hanno una responsabilità di sviluppo e possesso primaria.
Tali cambiamenti sono stati apportati, precisa Gartner, perché le aziende abitualmente comparano i sistemi integrati iperconvergenti (appliance) con il software di infrastruttura iperconvergente, che è supportato su un ampio insieme di hardware di riferimento certificato o hardware OEM dei sistemi dei partner. Inoltre, le aziende stanno concentrandosi in modo crescente sulle funzionalità di cloud pubblico e privato e sulle opzioni di approvvigionamento as-a-service.
Criteri di inclusione ed esclusione
Per qualificarsi per l’inclusione nel Magic Quadrant di Gartner sulle infrastrutture iperconvergenti, i vendor devono soddisfare alcuni criteri. Da un lato, i fornitori HCI devono essere conformi ai seguenti criteri funzionali:
- Fornire uno stack software che includa elaborazione, storage e, opzionalmente, networking ‘software-defined’, con servizi software integrati e gestione.
- Distribuire la soluzione come una appliance hardware, come un sistema software-only per l’uso su architetture di riferimento certificate, o per l’utilizzo as-a-service in infrastrutture on-premise o in cloud pubblici.
- Fornire una soluzione che utilizzi storage DAS (direct-attached storage) locale, invece che storage condiviso, come una SAN (storage area network) e/o un NAS (network-attached storage). I prodotti HCI devono inoltre fornire un meccanismo per unificare i dispositivi DAS in un solo logico e astratto insieme virtuale di risorse di storage.
- Sviluppare lo storage e i servizi di gestione dati integrati nell’offerta, non rivendere una soluzione ‘white-label’ prodotta da un’altra società con cui è in essere una collaborazione OEM.
Oltre ai criteri funzionali, devono essere soddisfatti anche criteri di business. Da tale punto di vista, per essere idonei all’inclusione in questo Magic Quadrant, i vendor HCI devono:
- Fornire la prova di un minimo di 50 clienti in produzione con ricavi in almeno due delle maggiori regioni geografiche (Americhe, EMEA e Asia Pacifico).
- Fornire un supporto completo di Livello 1 (call center/service desk) per facilitare con rapidità e semplicità la risoluzione di problemi. In ogni caso un supporto di livello 3 (ingegnerizzazione) può essere fornito separatamente, sulla base di collaborazioni di engineering del vendor.
- Aver ottenuto dalle soluzioni HCI 10 milioni di dollari di prenotazioni e ordini per i dodici mesi precedenti il 30 aprile 2017.
- Fornire soluzioni in almeno tre dei casi d’uso individuati nella ricerca Critical Capabilities.
I sistemi integrati che ricadono nelle categorie IIS (server, storage e hardware di rete integrati per fornire infrastruttura di elaborazione condivisa) o ISS (server, storage e hardware di rete integrati con software applicativo per fornire appliance o funzionalità ‘appliance-like’) non risultano più idonei per l’inclusione in questo Magic Quadrant.
Le aziende leader del Gartner Magic Quadrant HCI
Sono 4 le aziende inserite nel quadrante dei Leader da Gartner: Nutanix, Dell EMC, VMware e HPE.
Gartner rileva che, nonostante sia un vendor relativamente nuovo sul mercato, Nutanix è riuscito a guadagnarsi la fiducia degli utenti registrando un elevato grado di soddisfazione. Tra i punti di forza, viene segnalata la solida interfaccia di gestione self service in Prism, AHV, Calm e un servizio cloud di supporto con automazione integrata e system intelligence; infine si segnala la flessibilità nella scelta dell’hypervisor con l’adozione crescente di AHV, basato su KVM. Per quanto riguarda i punti di attenzione, l’analista rileva che l’azienda deve dimostrare una maggiore ampiezza del prodotto, in particolare nella fascia bassa, e che la sua offerta è priva del tradizionale sistema di gestione dell’infrastruttura che consente alle soluzioni concorrenti di adattarsi a contesti diversi.
Per quanto riguarda Dell EMC, la società di analisi rileva l’ampia linea di prodotti commercializzati come sistemi HCI per soddisfare le diverse esigenze dei clienti. Gartner evidenzia i punti di forza dei diversi sistemi proposti dall’azienda: sin dal suo lancio nel 2016, VxRail si è posizionato molto bene, con migliaia di nodi distribuiti per una serie diversificata di casi d’uso grazie al suo approccio di appliance chiavi in mano e al modello di supporto completamente integrato con VMware; VxRack SDDC è una soluzione best-in-class con networking fisico e virtuale integrato tramite switch Cisco e software VMware NSX, insieme a vSphere, vSAN e SDDC Manager; dall’acquisizione di EMC da parte di Dell, tutti i prodotti Dell EMC HCI sono ora disponibili su server Dell EMC PowerEdge, sistema maturo, giunto alla14a generazione, certificato da un’ampia serie di fornitori di software indipendenti (ISV). Tra i punti di attenzione, Gartner segnala che Dell EMC ha il proprio ciclo di rilascio del software per VxRail, pertanto le organizzazioni non accedono immediatamente a una nuova versione del software vSphere o vSAN, ma solo quando Dell EMC lo certifica e rilascia; la linea di prodotti ScaleIO, che costituisce la base di VxRack Flex, non integra replica, deduplicazione e compressione nativa; VxRail Manager non può essere utilizzato per gestire più cluster, ma solo per gestire il cluster su cui è distribuito.
Per quanto riguarda VMware, Gartner evidenzia che VMware vSAN, integrato nel kernel dell’hypervisor vSphere, è un prodotto SDS (Software defined storage) che funge da fondamento della strategia software hyperconverged dell’infrastruttura di VMware. VMware offre una suite di gestione completa, vCenter e un prodotto di virtualizzazione di rete, NSX, per completare il portafoglio. Tra i punti di forza, Gartner segnala che VMware offre il più ampio set di soluzioni hyperconverged per soddisfare le diverse esigenze in termini di prestazioni, scalabilità, sicurezza e TCO; l’azienda offre una serie di prodotti software ben integrati in vSphere, vSAN e vCenter, che semplificano la gestione e il supporto per gli amministratori di virtualizzazione; VMware infine ha mantenuto il prodotto competitivo attraverso un aggressivo ciclo di rilascio del software per fornire servizi avanzati. Per quanto riguarda i punti di attenzione, Gartner segnala che le funzioni di deduplicazione, compressione e codifica di cancellazione non sono disponibili come parte dell’edizione standard o della configurazione ibrida; anche se il prodotto HCI di VMware è utilizzabile da diversi cloud provider, VMware cloud su AWS è al momento l’unico completamente gestito e supportato come servizio cloud ibrido da VMware.