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Sanità: aumentare i servizi digitali per il cittadino e investire in big data analytics

Big data analytics per aumentare l’efficacia delle cure permettendo di definire trattamenti specifici per il singolo paziente: è l’ambito ritenuto di maggiore impatto nei prossimi 5 anni emerso dall’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità del Politecnico di Milano che ha rilevato anche come sia necessario aumentare l’offerta di servizi digitali ai cittadini

Pubblicato il 08 Ago 2018

Concetto di sanità digitale: fotografia di uno stetoscopio accanto a un laptop

L’undicesima edizione dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità del Politecnico di Milano ha fatto, come da tradizione, il punto sullo stato dell’innovazione digitale nelle aziende sanitarie andando poi a indagare il punto di vista dei cittadini-pazienti nell’utilizzo dei servizi digitali e delle app per la salute e come, e se, è cambiata la comunicazione medico-paziente nell’era digitale.

La realizzazione dell’indagine ha coinvolto una molteplicità di attori, come si può vedere in nota.

L’innovazione digitale nelle aziende sanitarie italiane: a che punto siamo?

La figura 1 mostra come la Cartella Clinica Elettronica (CCE) si confermi l’ambito ritenuto più rilevante dalle aziende sanitarie per supportare gli obiettivi strategici delle strutture sanitarie, con il 72% delle Direzioni che lo indica come prioritario, in forte crescita rispetto a quanto rilevato lo scorso anno (59%). All’interno della CCE sono presenti in modo diffuso funzionalità come la consultazione dei referti e immagini (a supporto di oltre il 60% delle attività) e di order management (74%), mentre sono molto meno diffuse funzionalità avanzate, come la gestione del diario medico e/o infermieristico e la farmacoterapia, che restano presenti in meno della metà del campione (anche se in leggera crescita rispetto all’anno precedente). Un aumento degli investimenti (18 milioni di euro rispetto ai 12 dell’anno precedente) si registra invece per le soluzioni di Mobile Hospital (applicazioni e strumenti che supportano le attività del personale sanitario in mobilità).

Grafico: La rilevanza degli ambiti di innovazione per le direzioni strategiche
Figura 1 – La rilevanza degli ambiti di innovazione per le direzioni strategicheFonte: Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità del Politecnico di Milano

Al secondo posto tra le priorità delle aziende sanitarie si attestano i Servizi digitali al cittadino: nel 2017 sono stati investiti in quest’ambito 19 milioni di euro; il 61% degli interpellati prevede di aumentare il budget nel 2018. I servizi più diffusi sono la possibilità di scaricare i referti via Web, di confermare/ricordare, ed eventualmente disdire, appuntamenti e di prenotare le prestazioni online.

Anche quest’anno, come nell’edizione 2017, aumenta la quota di direttori sanitari che indica lo sviluppo di business intelligence e big data analytics come prioritario (45% rispetto al 36% dello scorso anno) nonostante in realtà gli investimenti abbiano avuto una lieve flessione (13 milioni contro i 15 della rilevazione precedente). Andando in profondità su questo aspetto risulta che le informazioni vengono analizzate principalmente con strumenti di descriptive analytics (71%) per descrivere la situazione attuale e passata, mentre solo nel 4% dei casi vengono utilizzati strumenti di predictive analytics per cercare di ipotizzare cosa potrebbe accadere in futuro. Per lo sviluppo di soluzioni di analytics, così come per le altre soluzioni digitali, la principale barriera all’introduzione è di tipo economico (figura 2).

Figura 2 – Le barriere all’innovazioneFonte: Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità del Politecnico di Milano

Non poteva mancare un breve aggiornamento sull’adeguamento al GDPR: l’82% delle aziende ha condotto un data audit e il 76% ha revisionato e aggiornato le proprie policy e processi; una minoranza (35%) ha valutato la necessità di apportare modifiche ai rapporti commerciali correnti (ad esempio con i fornitori di soluzioni digitali). Nella quasi totalità dei casi sono state coinvolte la Direzione ICT (94%) e la funzione legale (76%), mentre circa metà delle strutture ha ritenuto opportuno ricorrere a fornitori di soluzioni digitali o società di consulenza.

Infine l’Osservatorio ha interrogato CIO e Direzioni strategiche delle aziende ospedaliere sugli ambiti che avranno maggiore impatto nei prossimi 5 anni (figura 3).

Grafico: Ambiti che avranno maggiore impatto nella sanità nei prossimi 5 anni
Figura 3 – Ambiti che avranno maggiore impatto nei prossimi 5 anniFonte: Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità del Politecnico di Milano

Le due figure concordano su Big data analytics per la medicina di precisione (con una maggiore fiducia riposta in queste soluzioni da parte dei Direttori) mentre sono decisamente discordanti sull’impatto di Cognitive computing e machine learning. Ci soffermiamo sul primo ambito, facendo riferimento alla figura 4 che fotografa l’opinione di CIO e Direttori sull’orizzonte temporale di introduzione delle stesse tecnologie nelle proprie realtà. Come si vede, la previsione di introduzione per big data analytics non è immediata (solo il 17% ne prevede l’adozione entro 2 anni), per il 51% è prevista tra 2 e 5 anni: i ricercatori dell’Osservatorio evidenziano che, sebbene queste applicazioni consentirebbero di aumentare notevolmente l’efficacia delle cure permettendo di definire trattamenti e cure specifiche per il singolo paziente, gli stessi CIO e Direttori indicano questo ambito come quello più complesso da attuare in quanto occorre investire per diffondere le varie piattaforme che raccolgono i dati e integrarle poi in modo efficiente e coerente con le regole sempre più stringenti di protezione dei dati personali.

Orizzonte temporale di introduzione delle nuove tecnologie
Figura 4 – Orizzonte temporale di introduzione delle nuove tecnologieFonte: Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità del Politecnico di Milano

Servizi digitali: quale utilizzo da parte dei cittadini?

Per capire qual è l’approccio dei cittadini nei confronti dei servizi digitali, è stato intervistato un panel di 2030 cittadini, statisticamente rappresentativo della popolazione italiana, in una survey realizzata con Doxapharma. Dai risultati della survey si rileva che, nella maggior parte dei casi, i cittadini preferiscono ancora accedere ai servizi di persona (figura 5), soprattutto per quanto riguarda il consulto medico vero e proprio (86%), il pagamento (83%) e il ritiro dei referti (80%). Il telefono risulta il canale privilegiato per la prenotazione delle prestazioni (51%), mentre il canale web viene utilizzato principalmente nelle fasi di accesso alle informazioni su strutture e prestazioni sanitarie (40%) e di ritiro di documenti clinici (21%).

Grafico: I canali di accesso ai servizi sanitari preferiti dai cittadini
Figura 5 – I canali di accesso ai servizi sanitari preferiti dai cittadiniFonte: Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità del Politecnico di Milano

Interessante il dato demografico: valori sopra la media nell’utilizzo dei servizi digitali sono registrati dai cittadini di età compresa tra i 45 e i 54 anni. La mancanza di affidabilità percepita rappresenta la principale barriera, ma anche quella tecnologica è rilevante: in media, 3 italiani sui 10 che hanno fatto accesso ai servizi sanitari dichiarano di non utilizzare canali digitali perché non si sentono in grado di farlo, soprattutto nella fascia più anziana della popolazione.

Per quanto riguarda le app, quelle per accedere a servizi e informazioni non sono diffuse (l’offerta delle aziende sanitarie e delle Regioni non è ancora matura), ma vi sono alcune app di tipo “consumer” che si stanno diffondendo: quelle di tipo informativo (il 25% dei cittadini dichiara, per esempi, di utilizzare app per cercare le farmacie di turno) e quelle di “coaching” (il 19% dei cittadini utilizzano App per monitorare lo stile di vita, come alimentazione, allenamenti ecc., mentre il 12% per monitorare parametri vitali, come battiti, pressione ecc.).

Grafico: I canali di comunicazione utilizzati dai cittadini
Figura 6 – I canali di comunicazione utilizzati dai cittadiniFonte: Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità del Politecnico di Milano

Alla luce di questi dati, Emanuele Lettieri, Responsabile scientifico dell’Osservatorio, spiega che per aumentare l’empowerment dei cittadini attraverso soluzioni digitali occorre agire almeno attraverso tre principali linee di azione: “Prima di tutto bisogna aumentare l’offerta di servizi digitali al cittadino, anche attraverso le piattaforme regionali del Fascicolo Sanitario Elettronico, rendendole il più possibile usabili e mettendo in luce l’affidabilità di tali servizi. In secondo luogo è necessario incentivare l’utilizzo di servizi digitali per i cittadini con età compresa tra i 35 e i 54 anni perché potrebbero coglierne maggiormente i benefici data sia la loro necessità di accedere ai servizi sanitari per se stessi o per altri sia la loro capacità di relazionarsi con gli strumenti digitali. Infine bisogna certificare, dopo opportuna valutazione, quelle app di ‘coaching’ che potrebbero essere utili per i pazienti cronici e renderle prescrivibili da parte dei medici, così come è stato fatto nella Provincia Autonoma di Trento per i pazienti diabetici”.

La relazione medico-paziente: come cambia, e se cambia, con il digitale?

La Ricerca del Politecnico ha infine approfondito il livello di utilizzo e di interesse dei principali canali digitali di comunicazione dal punto di vista dei pazienti e da quello dei medici. Il primo dato che emerge dalla figura 6 è che è elevata la percentuale di cittadini che non utilizza strumenti digitali (7 su 10 preferiscono parlare con il medico di persona). “È interessante notare – afferma Chiara Sgarbossa, Direttore dell’Osservatorio – che è quasi nulla la percentuale dei cittadini che pensa che i dati trasmessi possano essere intercettati e utilizzati in modo inappropriato, a testimonianza di come, nonostante i recenti fatti di cronaca, non ci sia percezione dei rischi legati alla mancata sicurezza dei dati trasmessi su piattaforme digitali”.

Per quanto riguarda l’utilizzo di questi strumenti da parte dei medici specialisti e dei medici di Medicina Generale (figura 7) l’Osservatorio segnala che tra le ragioni del mancato utilizzo emerge su tutte la creazione di possibili incomprensioni con i pazienti, come affermato da circa la metà dei medici che non utilizzano tali strumenti. Rilevante anche la percezione che l’utilizzo di questi strumenti possa aumentare il carico di lavoro del medico stesso e che possa comportare rischi legati a un mancato rispetto della normativa sulla privacy.

Grafico: I canali di comunicazione utilizzati dai medici
Figura 7 – I canali di comunicazione utilizzati dai mediciFonte: Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità del Politecnico di Milano

“L’utilizzo di strumenti digitali da parte dei medici per comunicare con i propri pazienti è un primo segnale positivo di come questi – conclude Sgarbossa – stiano sempre più acquisendo consapevolezza sull’importanza del digitale. Si parla, tuttavia, di strumenti ‘basilari’, che spesso non necessitano né di formazione ad hoc né di un cambiamento profondo a livello ‘culturale’. È importante, invece, che i medici siano sempre più attenti alla propria formazione rispetto alle ‘competenze digitali’ necessarie allo sviluppo di nuovi progetti di innovazione digitale utili a migliorare i processi e i servizi sanitari”.


Nota

La Ricerca empirica, realizzata all’inizio del 2018, ha coinvolto:

  • 56 Chief Information Officer e 116 tra Direttori Generali, Amministrativi, Sanitari e Socio-Sanitari, in rappresentanza di 149 strutture socio-sanitarie italiane, attraverso survey e interviste dirette;
  • 8 Regioni (Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Toscana, Valle d’Aosta, Vene- to, oltre alla Provincia Autonoma di Bolzano e alla Provincia Autonoma di Trento), con interviste a referenti e dirigenti delle Regioni o delle società in-house in ambito socio- sanitario;
  • il Ministero della Salute, tramite la Direzione Generale del Sistema Informativo e Stati- stico Sanitario;
  • 600 MMG, attraverso una survey condotta in collaborazione con Doxapharma e la Fe- derazione Italiana dei Medici di Medicina Generale (FIMMG);
  • 86 Medici e 43 Infermieri di Medicina Interna, attraverso una survey condotta in colla- borazione con FADOI (Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Inter- nisti) e Digital SIT;
  • 451 Medici Endocrinologi, attraverso una survey condotta in collaborazione con AME (Associazione Medici Endocrinologi);
  • 2.191 Medici di altre Specialità, attraverso una survey condotta in collaborazione con PKE;
  • 2.030 cittadini, statisticamente rappresentativi della popolazione italiana, attraverso una survey condotta in collaborazione con Doxapharma

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