Uptime Institute prevede che il mercato dei sistemi di gestione dell’infrastruttura dei datacenter passerà dagli attuali 500 milioni di dollari a un valore di 7,5 miliardi entro il 2020 (Data Center Infrastructure Management: Consolidation, But Not Yet).
Se l’alimentazione, il raffreddamento e il controllo dei costi si confermano tra le principali priorità del data center, le sempre più attuali problematiche quali il Green It, il rendimento energetico, l’indice di efficienza energetica del data center Pue (Power usage effectiveness) e il ritorno sugli investimenti stanno rendendo necessario un nuovo orientamento della gestione dell’infrastruttura fisica del data center.
“Responsabili It e dirigenti d’azienda stanno affrontando sempre più i complessi problemi che la disponibilità, il consolidamento dei server, la virtualizzazione e la gestione dell’energia comportano, attraverso la ricerca di sistemi più intelligenti di gestione dell’infrastruttura fisica”, sostiene Massimo Galbiati, senior datacenter consultant & technical director della divisione It di Schneider Electric (Apc by Schneider Electric). “Questo perché hanno ormai compreso che, attraverso una migliore pianificazione dell’infrastruttura fisica, una limitata riconfigurazione del sistema e una contenuta serie di modifiche dei processi, è possibile risparmiare centinaia di migliaia di euro in costi energetici e operativi”.
I sistemi che permettono alle aziende di ottenere questi risparmi sono costituiti dai software di gestione dell’infrastruttura fisica evoluti (alimentazione e raffreddamento) che consentono di gestire data center la cui natura “flessibile” impone l’alternarsi di continui cambi di capacità e carichi dinamici. “Le soluzioni ITB di Schneider Electric, per esempio, offrono una gestione proattiva del data center attraverso applicazioni software integrate che condividono un database centralizzato e che abilitano la progettazione, il monitoraggio in tempo reale, la gestione dell’inventario e la pianificazione tramite simulazione predittiva”, spiega Galbiati. “Nella nostra esperienza abbiamo potuto verificare che, senza necessariamente stravolgere la propria organizzazione, ma sfruttando al meglio le risorse disponibili o con investimenti mirati, è possibile risparmiare fino al 38% della spesa energetica dell’infrastruttura It”.
Ciò che ribadisce Galbiati è che un importante contributo in questa direzione viene dall’ottimizzazione della gestione complessiva dei dispositivi It unitamente agli altri sistemi che consumano molta energia in un edificio (quindi anche in un data center), quali ad esempio quelli di building management (luci, apertura automatica porte, allarmi ecc.) o di climatizzazione, ecc.
“Tra le preoccupazioni dei responsabili di data center, il monitoraggio di infrastrutture multi-vendor, con sistemi di tipo differente (It e non It) e la possibilità di accedere ai dati in tempo reale sono certamente tra le più sentite”, ribadisce il manager.
Ciò che offre la società in quest’ambito è un software di gestione chiamato StruxureWare for Data Centers; una suite che riunisce i tool software Schneider Electric Infrastructure Management e Data Center Facility Management in un’unica soluzione e offre funzionalità di raccolta dati, monitoraggio, automazione, pianificazione e implementazione per godere di una visione integrata e multiforme di tutti i sistemi mission-critical presenti nell’infrastruttura fisica del data center.
Razionalizzare l’uso dell’energia nel data center
Per raggiungere reali benefici in termini di risparmio energetico serve un sistema di gestione dell’infrastruttura fisica evoluto (alimentazione e raffreddamento) che permetta di gestire data center moderni la cui natura “flessibile” richiede il governo di continui cambi di capacità e carichi dinamici. Schneider Electric, con la sua business unit It, consiglia specifiche applicazioni software integrate. Nella foto Massimo Galbiati, senior datacenter consultant&technical director della divisione It di Schneider Electric.
Pubblicato il 11 Ott 2011
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