Da qui ai prossimi 5 anni gli ambienti multicloud costituiranno lo scenario di riferimento per l’IT e per le tecnologie di security. Questo emerge dalla ricerca The Future of Multi-cloud realizzata da F5 Networks con la collaborazione della società d’analisi Foresight Factory attingendo a una banca dati di ricerche proprietarie condotte in 25 Paesi tra i quali l’Italia, intervistando esperti di cloud e strategie aziendali.
“Le aziende devono affrontare scenari di business più complessi e non possono più fare a meno dei servizi in cloud – spiega Maurizio Desiderio, country manager di F5 Networks, nell’incontro di presentazione della ricerca –, quindi del multicloud per garantire flessibilità d’erogazione e la competitività”. Secondo le valutazioni quantitative contenute nella Ricerca, entro il 2021 il 94% dei carichi di lavoro e delle istanze d’elaborazione sarà in cloud. È inoltre significativo che già oggi l’85% delle aziende intervistate abbia dichiarato di avere in programma o in atto strategie per il multicloud. Sempre secondo la ricerca, le esperienze positive d’adozione, l’interesse per le applicazioni innovative di AI, machine learning e per l’automazione dei processi hanno fatto passare in secondo piano le preoccupazioni riguardanti i costi iniziali delle migrazioni.
Cloud e multicloud sono visti oggi come abilitatori dei servizi che le architetture tradizionali non possono offrire, accompagnamento dei cambiamenti organizzativi e metodologici noti come DevOps, NetOps e SecOps. “Le aziende hanno necessità d’interagire con più fornitori per evitare il lock-in – precisa Desiderio –, per questo hanno bisogno di infrastrutture basate sull’orchestrazione e di processi più automatizzati. La logica multicloud facilita lo spostamento dei carichi di lavoro tra on-premise e servizi dei differenti provider, consente di sfruttare utilmente le risorse del cloud pubblico”.
Disporre di servizi IT automatizzati risulta essere nell’interesse del 60% delle aziende europee intervistate da Foresight Factory e del 50% di quelle italiane. Un aspetto che accompagna gli sviluppi multicloud è la sicurezza dei dati. Se da una parte l’81% dei consumatori intervistati nella Ricerca chiede un maggiore controllo sulle informazioni personali, dall’altra si evidenzia come il multicloud possa aumentare le superfici di vulnerabilità ad attacchi e perdite di dati. Si aggiunge la previsione che la normativa UE GDPR possa essere nel lungo termine superata o emendata con nuove regole decise su scala globale. Per Paolo Arcagni, responsabile tecnico di F5 Networks per Italia e Spagna, la security, in rapporto a questi scenari, richiede un approccio differente dal passato: “La dispersione delle risorse e dei punti di accesso, l’uso di tecnologie e formati differenti pongono al centro di tutto la protezione delle applicazioni, quali gateway verso i dati – spiega il manager -. E questo è il motivo per cui F5 Networks è oggi impegnata nella protezione dell’intero stack applicativo, che poggia su networking, protocolli, DNS ma non è alieno a chi sia l’utente, dov’è e cosa usa per il proprio lavoro. Le tecnologie che abbiamo sviluppato per rendere sicuro il deploy di applicazioni negli ambiti data center sono oggi impiegabili anche sulle principali piattaforme di cloud pubblico. Servizi applicativi e sicurezza viaggiano assieme nel momento in cui si spostano i carichi di lavoro da un cloud all’altro”.