“Una collaborazione che sottende non solo una strategia tecnologica, ma rappresenta anche un modello di ‘go-to-market’ per consentire alle imprese di sfruttare quanto di meglio sono oggi in grado di fornire le offerte di cloud pubblici e privati messe a disposizione dai vari player del settore”.
Così l’amministratore delegato di Retelit, Federico Protto, definisce la partnership di recente siglata con Huawei, fornitore globale di soluzioni Ict.
Considerando alcune rilevazioni dell’Osservatorio sul cloud del Politecnico di Milano, secondo cui, nel 2017, in Italia il 10% delle grandi imprese già sperimentava l’approccio multicloud, Retelit e Huawei, attraverso la loro soluzione congiunta, intendono rivolgersi al mercato potenziale rappresentato da questo poliedrico universo di cloud, nel 2019 stimato del valore di oltre 820 milioni di euro.
“Assieme a Huawei abbiamo valutato che sul mercato l’offerta cloud è molto variegata, ma che talvolta può generare confusione negli utenti; inoltre, non tutte le offerte proposte sono soddisfacenti nel medio lungo termine”. Colpa, da un lato, del rapporto di forte dipendenza che può instaurarsi con un determinato fornitore cloud (vendor lock-in) e, dall’altro, ad esempio, di modelli di consumo ‘pay-per-use’ del cloud pubblico non sempre adeguati alle necessità. Retelit, sottolinea ancora Protto, approccia il mercato multicloud, grazie agli “asset fondamentali” dell’operatore di tlc, che possiede un’infrastruttura in fibra ottica connessa a quindici data center sul territorio italiano e, dallo scorso gennaio, ha inserito nella propria offerta per le imprese anche la tecnologia SD-WAN (software defined wide area network), in grado di semplificare l’amministrazione e ottimizzazione delle reti ibride e degli ambienti multicloud. Sull’altro piatto della bilancia ci sono la tecnologia e le competenze maturate nel mondo cloud da Huawei, che dal 2008 ha un centro di ricerca in Italia, a Milano. Obiettivo della società, sottolinea Thomas Miao, Ceo di Huawei Italia, è “non essere solo un technology provider, ma anche un partner con cui creare insieme maggior valore per clienti”.
Rete e tecnologia cloud combinati in un ambiente ‘open’
Il trend che giustifica l’ingresso nel mercato di una piattaforma tecnologica congiunta come quella di Retelit e Huawei è costituito dai servizi di nuova generazione, che guidano verso la ‘cloudificazione’ della rete: questi sono, ad esempio, le interazioni mobile a banda larga tra persone (videochiamate, meeting virtuali, social networking, wearable device), ma anche quelle uomo-macchina (realtà virtuale, realtà aumentata, smart home, monitoraggio sanitario) e ‘machine-to-machine’ (video monitoring, vehicle-to-infrastructure -V2I, vehicle-to-vehicle – V2V). Tutto ciò, spiega Luca Cardone, marketing manager di Retelit, cambia i requisiti di rete, portando alla necessità di un’infrastruttura di crescente capacità ed efficienza operativa, dotata di funzionalità di sincronizzazione e virtualizzazione e, soprattutto, in grado di ridurre la latenza nelle interazioni tra tutti questi device IoT.
La strategia è quindi realizzare una rete sempre più capillare che, oltre alle interconnessioni in fibra, permetta l’interconnessione e l’interazione tra le diverse piattaforme cloud pubbliche e private, potenziando le comunicazioni in prossimità dei vari dispositivi IoT e a livello dell’infrastruttura edge. Per fare ciò, oltre ad avvalersi dell’infrastruttura e delle soluzioni di connettività di Retelit, tra cui i servizi SD-WAN, la piattaforma congiunta sfrutta l’approccio ‘open’ del sistema operativo cloud Huawei FusionSphere, con architettura basata su OpenStack, oltre ad avvalersi dei prodotti FusionServer e delle soluzioni di private cloud FusionCloud.