I progetti di migrazione si concluderanno in tempo utile per rendere operativo il nuovo cuore dell’informatica Eni nel 2013. Pochissime le altre aziende al mondo (solo i colossi informatici mondiali, primo fra tutti Google) hanno fatto ciò che sta realizzando Eni, con un investimento ingente su un impianto di eccellenza in cui le capacità delle persone Eni potranno continuare a svilupparsi su problemi sempre più complessi: “È un programma coraggioso di profonda trasformazione che testimonia la passione di Eni per l’innovazione totale, non solo per l’innovazione che riguarda il nostro core business”, ha detto Castelli.
Paolo Scaroni, amministratore delegato del Gruppo, snocciola cifre che illustrano investimenti e record che già appartengono a questa realizzazione. Da un punto di vista operativo, vi si consolidano 35.000 processori e server sparpagliati in Italia e nel mondo. L’unico Data Center sarà grande come un ottavo del più grande “raccoglitore” di dati mondiale, Google. L’investimento? 120 milioni di euro tutti erogati entro fine 2012. Perché un unico Data Center? Il nuovo Green Data Center riduce il numero di macchine, dà maggior capacità produttiva, efficienza ed efficacia; inoltre, dato che gli attuali data center sono necessariamente tutti ridondati (per garantire la continuità operativa in caso di guasti e per picchi di attività), il consolidamento in un unico sito consente di risolvere anche questa dispersione di risorse, diminuendo ulteriormente i consumi di energia, personale, spazi.
“Solo” maggiore efficienza alla base di queste scelte? La risposta di Scaroni discende più in generale dalla “passione per l’eccellenza che nello spirito di Eni” è non solo per campi petroliferi, raffinerie, tubi di gas, ma per un Green Data Center che sia campione dei parametri fondamentali dell’industria, primo fra tutti l’energia e la minimizzazione del suo consumo. E non solo, conclude Scaroni, i Mega Data Center tendono a migrare da Italia ed Europa verso Paesi che offrono manodopera informatica meno costosa. Ma “Eni ha voluto farne uno qui” convinta anche che rappresenti un punto di eccellenza e di formazione per i giovani, nel quadro di un più ampio rapporto “ecologico” con il Paese in cui opera, per cui “quello che prende, dà di ritorno”, un principio che rientra nel paradigma della sostenibilità. Principio che si traduce nel creare un polo informatico accanto a una raffineria in cui Eni opera da tanti anni.
Collezione di record!
Il Green Data Center Eni punta alla massima efficienza con il minimo impatto ambientale.
Il sistema di raffreddamento, basato sul principio del camino, ogni ora riciclerà 8 milioni di metri cubi di aria abbattendo il bisogno di aria condizionata (condizionatori spenti per il 75% del tempo). Un livello di utilizzo energetico del 6% in meno rispetto a Google, oggi campione mondiale dell’efficienza energetica. Record italiani per massima potenza It (30 Mw) e la superficie lorda (45.000 mq). Record mondiali sono invece densità energetica media (oltre 10 kw/mq) ed efficienza energetica che “sfonda” il muro di 1,2 di Power Usage Effectiveness (Pue): l’energia elettrica totale necessaria è meno del 20% in più rispetto all’energia elettrica assorbita dai soli apparati It. Il Data Center Eni è situato nei pressi di Sannazzaro de’ Burgundi, dove, oltre alla raffineria Eni si trovano tre centrali che producono energia elettrica a gas: il trasporto dell’energia, causa prima di dispersioni, semplicemente non c’è, l’energia elettrica è prodotta dove è consumata. Anche la sicurezza detta la scelta della località: un’area di raffineria presidiata 365 giorni all’anno, 24h, è un’ottima base per un monitoraggio perimetrale unico.