Attualità

Solidworks World: progettare, produrre e gestire nel nome della user experience

Con due mosse, in un certo senso attese, ma che improvvisamente ne ridisegnano l’offerta, Dassault Systèmes da un lato fa confluire lo storico software di progettazione e design nel grande alveo della 3DExperience e dall’altro arricchisce la stessa piattaforma con le funzioni di Erp fornite da IQMS, software house specializzata acquisita allo scopo.

Pubblicato il 20 Feb 2019

foto di gian paolo bassi

DALLAS (TX) – La storica capitale dei petrolieri americani, una manciata di grattacieli e meno di un milione e mezzo di abitanti sparsi nella pianura texana, ha ospitato la scorsa settimana Solidworks World 2019, il meeting annuale dei partner e degli utenti della soluzione di progettazione 3D che da più di vent’anni è il cavallo di battaglia dell’offerta di Dassault Systèmes. Interessanti i numeri dell’evento: circa seimila partecipanti registrati e più di 100 aziende partner, delle quali 79 presenti con propri spazi dimostrativi; più di 260 le sessioni di aggiornamento e formazione sui prodotti, che hanno portato a certificare 169 nuovi team di utenti e, per finire, uno squadrone di almeno 130 giornalisti e blogger che hanno affollato le ben ventiquattro conferenze stampa in agenda.

Bernard Charlès, CEO of Dassault Systèmes
Bernard Charlès, presidente e Ceo di Dassault Systèmes

Per estrarre un concetto che possa in qualche modo fare da comune denominatore a un insieme così diversificato e complesso di tematiche e attività non possiamo che rifarci alle parole che Bernard Charlès, presidente e Ceo di Dassault Systèmes, ha detto nel discorso di apertura: “Oggi non siamo più in un’economia basata sui prodotti, ma in un’economia basata sull’esperienza”. Dove l’esperienza non è la memoria di ciò che è stato ma l’effetto sui sensi e sulla mente di ciò che ci circonda. “Quelle che un tempo erano automobili ma che ora sono robot – esemplifica Charlès – non varranno per ciò che vi è di tecnologia ma per l’esperienza che sapranno dare alla gente”. Ma come la consumer experience di cui si parla “…nasce dalla sintesi che il cervello fa tra le percezioni razionali e quelle emotive delle cose, così questo legame va replicato nel connettere le diverse operazioni che a tali cose portano”.

Esce solidworks, entra 3DExperience.Works

Volendo scendere dal livello alto usato da Charlès e adattandone le parole al mondo Dassault Systèmes, è chiaro che il concetto di connessione interoperativa tra progetto ed esecuzione, nonché tra forma e funzione è quello stesso sul quale è nata e si è sviluppata nel tempo la piattaforma 3DExperience. E infatti il punto chiave dell’evento texano è stato l’annuncio, fatto da Gian Paolo Bassi, Ceo di Solidworks (ricordiamo che i brand del gruppo operano e sono strutturati come società indipendenti), dell’ingresso e fusione del Cad Solidworks, che Bassi ama intendere come Computer Augmented Design, nella consolidata piattaforma Dassault. L’operazione, non facile dal punto di vista tecnico stante il diverso formato dei dati Solidworks e il dovere di mantenere la compatibilità con l’installato di migliaia di clienti acquisiti, ha portato alla nascita di un nuovo portafoglio di applicazioni che poggia sulla 3DExperience con il brand 3DExperience.Works.

Gian Paolo Bassi, Ceo di Solidworks

Il cambio di nome, per cui la prossima user convention, che si terrà nel 2020 a Nashville, Tennessee, non si chiamerà più Solidworks World ma 3DExperience World, marca un indirizzamento dell’offerta verso una visione più orientata al modello Industry 4.0, che Charlès ha ribattezzato “Industry Renaissance”. In pratica, ciò significa unificare, più che integrare, tutti i processi di un’impresa manifatturiera (ma non solo, data l’attenzione al mondo della scienza e della ricerca con il software di simulazione Simulia e di modellazione geologica Geovia) in un flusso ‘seamless’ agli occhi degli utenti e gestibile all’insegna della massima semplicità delle operazioni. Questa strategia era già delineata da tempo, ma ora ha avuto una netta accelerazione con la recentissima acquisizione di IQMS, una realtà che porta nella 3DExperience il fondamentale tassello dell’Erp.

Cad ed Erp: integrati per l’impresa

Fondata nel 1989 da Randy e Nancy Flamm e con sede a Paso Doble, California, IQMS è una software house che dal 1997 si è specializzata nello sviluppo di soluzioni Erp, Scm, Crm e di e-business orientate alle imprese manifatturiere di medie dimensioni con processi produttivi sia continui che discreti. I prodotti, tra di loro integrati nella suite Enterprise IQ, possono essere installati on premises in ambienti Microsoft, Linux e Unix e dal 2016 sono affiancati dalla versione WebIQ, con interfaccia utente tipo browser che ne permette l’uso come servizio cloud con accesso anche da sistemi mobili.

foto di gary nemmers
Gary Nemmers, Ceo di IQMS di Dassault Systèmes

Alla fine del 2018, con una trattativa che si è chiusa solo l’8 gennaio scorso, la società è stata acquistata da Dassault Systèmes per 425 milioni di dollari e i suoi prodotti, una volta integrati nella 3DExperience, avranno il brand DELMIA Works. La piattaforma Dassault si doterà quindi delle tipiche funzioni di Erp (contabilità, gestione ordini, programmazione acquisti, gestione magazzino…) che si sommeranno alle funzioni di Mes (controllo qualità, monitoraggio impianti, manutenzione…) già fornite da Dassault nella 3DExperience con il brand DELMIA Apriso. Ciò consentirà agli utenti di studiare, sviluppare e fabbricare prodotti armonizzandoli all’intera filiera produttiva, dal tavolo del progettista a quello dello spedizioniere. “L’integrazione delle componenti di Erp e di esecuzione del manufacturing con le componenti progettuali – ci ha detto Gary Nemmers, Ceo di IQMS, da noi intervistato – è in atto da qualche tempo, ma la differenza tra gli altri Erp, a partire da Sap, e il nostro software è che noi non siamo nati nel mondo dell’accounting ma in quello della fabbrica, e ne conosciamo ogni aspetto”. Oggi è presto per prevedere gli sviluppi della fusione. Sta il fatto che il 60% dei mille clienti IQMS usa Solidworks e più di un quarto dei 200 mila utenti Solidworks sono produttori, per cui una base di partenza c’è. Quanto a raggiungerla, conclude Nemmers: “cerchiamo partner di canale che abbiano una copertura geografica (i clienti IQMS sono quasi tutti negli Usa) e volontà e capacità di investire in formazione delle risorse umane”.

Dalla stampa 3D all’additive manufacturing

Un quadro, se non completo almeno indicativo, della convention di Dallas non può fare a meno dell’importanza assunta dall’additive manufacturing. Prima di tutto per l’accresciuta diffusione delle stampanti 3D disponibili per il software Solidworks o 3DExperience.Works, con più d’una quindicina di aziende presenti nell’area espositiva. Poi per il rapido aumento del livello di capacità e diversificazione qualitativa dei nuovi sistemi e infine per la grande attenzione che Dassault Systèmes vi dedica. Attenzione confermata dalla partnership, definita ‘strategica’, con Rize, società di Boston che ai primi del mese ha lanciato una linea di stampanti desktop dalla tecnologia innovativa, potendo impiegare in uno stesso processo teste a spray e teste ad estrusione in funzione dei diversi materiali da depositare sul pezzo.

Suchit Jain, Vp Strategy & Business Development di Dassault Systèmes

Prendendo spunto dall’annuncio e avendo avuto l’opportunità di parlare con Suchit Jain, Vp Strategy & Business Development, abbiamo chiesto come vede lo sviluppo del settore. “L’industria della stampa 3D – ci ha detto – è molto dinamica, con nuovi vendor e nuovi processi e tecnologie che compaiono sul mercato. Oggi le tendenze sono soprattutto due: da un lato si cerca di potenziare le applicazioni di prototyping grazie all’uso di materiali nuovi e alla flessibilità che deriva dal workplace unificato, che abilita il designer ad operare direttamente sulla stampante. Dall’altro si punta ad entrare nella produzione con macchine più semplici ma molto più veloci”. Jain però è scettico sulla possibilità che la manifattura additiva possa sostituire o affiancarsi alla tradizionale lavorazione per asporto. “Oltre alla velocità, che oggi appare molto lontana da ciò che occorre in un processo produttivo, c’è il problema del costo elevato dei materiali di deposito in grado di sopportare le sollecitazioni e l’usura di un pezzo di produzione”. Insomma, pare che per un po’ di tempo la stampa 3D resterà confinata ai pezzi impossibili da realizzare altrimenti.

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