“Quando i Cio affrontano il problema della migrazione delle applicazioni in ambienti cloud si trovano davanti una sconcertante lista di “scelte” possibili o, meglio, di aspetti da prendere in considerazione quali i business requirement, la valutazione dei criteri sui quali strutturare la migrazione, l’analisi delle architetture principali e di quelle interconnesse (architetture applicative, loro connessioni, piattaforme e infrastrutture su cui si basano, ecc.)”, dice Richard Watson, research director di Gartner. “Tuttavia, non esistono “palle di vetro”: ogni progetto di migrazione richiede un’analisi multi prospettica che tenga conto non solo dell’architettura applicativa ma anche di elementi quali gli skill dello staff It e il valore degli investimenti esistenti”.
Sulla base di queste considerazioni, Gartner ha comunque individuato cinque possibili vie per approcciare la migrazione delle applicazioni nel cloud. Possiamo riassumerle come le cinque “R”:
1) Rehost su un’Infrastructure as a service (IaaS): cioè spostare il rilascio delle applicazioni in diversi ambienti hardware (passando, per esempio, da mainframe a Iaas private o pubbliche) cambiando la configurazione dell’infrastruttura applicativa.
2) Refactor per le Platform as a service (PaaS): spostare e far girare le proprie applicazioni sulle piattaforme dei cloud provider;
3) Revise per IaaS o PaaS: modificare o estendere il codice delle applicazioni per modernizzarle e fare in modo che possano essere spostate su ambienti di tipo cloud;
4) Rebuild sulle PaaS: eliminare le vecchie applicazioni e riprogettarle e svilupparle ex-novo sulle Paas;
5) Replace con il Software as a service (SaaS): sostituire le applicazioni con quelle disponibili sul mercato in modalità di servizio.
Per ciascuno di questi punti, Gartner entra nel dettaglio offrendo alcuni spunti utili e concreti.
Le slide commentate sono disponibili online. Clicca qui