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Fatturazione elettronica, ecco il bilancio dei primi 4 mesi dall’introduzione dell’obbligo

Siav, attiva nell’offerta di soluzioni per la gestione documentale, racconta ciò che sta accadendo nelle aziende e quali sono le criticità principalmente riscontrate a oggi

Pubblicato il 14 Giu 2019

concept di fatturazione elettronica

541 milioni fatture elettroniche: sono i documenti circolati attraverso il Sistema di Interscambio da gennaio ad aprile 2019, stando ai dati forniti dall’Agenzia delle Entrate. La maggior parte delle imprese italiane infatti, da cinque mesi a questa parte, in seguito all’introduzione dell’obbligo di fatturazione elettronica emette e riceve fatture esclusivamente in formato elettronico. Secondo i dati dell’Osservatorio del Politecnico di Milano, per ottemperare alla normativa nel modo più appropriato, circa il 75% di esse si è affidata, in toto o in parte, a servizi in outsourcing offerti da imprese ICT specializzate nella gestione digitale di documenti e processi.
“Statisticamente possiamo affermare che la percentuale di fatture passive dei nostri clienti che va in errore è inferiore all’1%. È evidente che la situazione ideale sarebbe riscontrare un margine di errore pari a 0, ma il trend di fatture elettroniche in errore da gennaio è in costante riduzione: segno che stiamo lavorando nel modo corretto e che, giorno dopo giorno, stiamo circoscrivendo e risolvendo anche le criticità più isolate” ha affermato Leonardo Bernardi, general manager di Siav, fornitore di software e servizi informatici per la fatturazione elettronica, la dematerializzazione, la gestione documentale e per il miglioramento di tutti i processi digitali aziendali.
Il mercato ha comunque evidenziato numerose problematiche legate ai servizi di fatturazione elettrica e conservazione. Tra le criticità più frequentemente segnalate vi sono per esempio casi di fatture ricevute da un intermediario, ma che non appartengono a suoi clienti e che contengono un codice destinatario che non è il suo oppure fatture che, pur appartenendo ad un cliente dell’intermediario, non sono state recapitate nel cassetto fiscale del contribuente.
Numerose anche le mancate ricezioni di fatture passive (e relative notifiche) di esito da parte degli intermediari, per problemi di comunicazione con il SdI.
La gestione digitale delle fatture, attive o passive che siano, per essere massimamente efficiente, come ormai più volte ribadito, però, si dovrebbe inoltre inserire all’interno di un concetto più ampio, ossia la digitalizzazione dell’intero processo di business, dall’invio dell’ordine al fornitore all’emissione della fattura al cliente. La progressiva digitalizzazione di tutti flussi informativi aziendali, scambiati tra i diversi attori, consente infatti di rendere ancora più efficiente la gestione dei processi di tipo “procure to pay” e “order to cash”.
“Dopo aver aiutato i nostri clienti a rispondere alla normativa, abbiamo avviato progetti di digitalizzazione dei cicli di fatturazione attiva e passiva, che stando a recenti stime dell’Osservatorio per l’Innovazione Digitale del Politecnico di Milano garantiscono risparmi fino a 65 euro per fattura trattata. Anche in questo caso Siav non si limita a offrire servizi compliant alla novità legislative ma realizza soluzioni che consentano ai propri clienti di essere sempre più efficienti e competitivi” ha concluso Leonardo Bernardi.

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