API al centro dello sviluppo, ma anche di tutti i processi di cloudificazione aziendale. Il modello As-a-Service a supporto di piattaforme e applicazioni, infatti, sta diventando sempre più popolare nel mondo imprenditoriale che sta procedendo alla sua transizione verso il cloud. Passare a a questo modello significa utilizzare le API per personalizzare i servizi e soddisfare le esigenze aziendali. Oggi sul mercato esistono diversi communication service provider (CSP) che offrono set di API che consentono alle organizzazioni di integrare le funzionalità di comunicazione nei loro flussi di lavoro così come nelle loro applicazioni aziendali. Nella maggior parte dei casi, integrare le API per personalizzare i servizi non è solo una soluzione rapida ma è anche più conveniente. Gli esperti, però, invitano ad alzare la soglia dell’attenzione: se è vero che il processo di implementazione può essere semplice, l’IT deve comunque prepararsi a integrare le API valutando la disponibilità della rete rispetto al traffico aggiuntivo che le API possono generare.
Integrare le API significa (anche) preparare la rete
Quando si tratta di preparare la rete per integrare le API bisogna innanzitutto preoccuparsi della larghezza di banda. In dettaglio, è molto importante capire quale sarà l’aumento del traffico che si genererà con l’aggiunta delle API, in modo da riuscire a determinare correttamente la larghezza di banda necessaria alla rete. Come sottolineano gli esperti, infatti, le API possono generare un traffico che si può tranquillamente prevedere. Tuttavia, si può generare anche del traffico associato al fornitore delle API: a seconda della funzione dell’API, infatti, il traffico proveniente dall’esterno della rete potrebbe aumentare. Ad esempio, l’utilizzo di un pulsante click-to-call potrebbe non influire in modo significativo sul traffico. Tuttavia, se arrivano più chiamate simultanee o si utilizza la funzione click-to-call per connettersi a una videoconferenza, l’ulteriore larghezza di banda necessaria a supportare il servizio produce un carico di traffico molto più consistente. Il che potrebbe comportare un sovraccarico importante a livello di networking.
Per questo è molto importante valutare bene dove venga allocato il traffico. Se questo si genera all’interno della rete, la larghezza di banda continuerà a essere la preoccupazione principale dei responsabili del networking. Se, invece, il traffico proviene anche dall’esterno, potrebbe essere necessario valutare la configurazione di un firewall per garantire che il traffico multimediale esterno entri nel modo più corretto. Se si prevede di integrare al di fuori della rete API media , gli esperti consigliano di impostare un protocollo di prioritizzazione del traffico basato su API.
In che modo le API di comunicazione influiscono sul traffico di rete?
In base alla tipologia di comunicazione, la quantità di banda può variare anche notevolmente. Prima di integrare le API sulla rete aziendale è importante avere contezza di quali tipi di comunicazioni sono supportate dalle API che si è scelto di utilizzare. È questa procedura che aiuta a determinare in modo corretto quale sarà la domanda e quindi la relativa alla larghezza di banda necessaria.
La maggior parte delle applicazioni di tipo text-based utilizza una quantità trascurabile di larghezza di banda: in questi casi è improbabile che si renda necessario apportare modifiche significative alla rete. Diverso è il caso delle comunicazioni video e voce che non solo hanno requisiti di larghezza di banda più elevati ma, spesso, sono anche caratterizzate da più sessioni simultanee che vengono eseguite sulla rete. Questo si traduce in una maggiore larghezza di banda necessaria a mantenere la velocità e l’affidabilità della rete.
Cosa può impedire all’IT di valutare correttamente le esigenze della rete?
La capacità di calcolare il traffico è fondamentale quando si prepara una rete per integrare le API. A tal fine, l’IT deve essere a conoscenza di tutte le API implementate sulla rete. I fornitori hanno reso sempre più semplice integrare le API, il che ha dato alle LOB (Line of Business) la possibilità di integrare le API senza avere le basi di una conoscenza dell’IT.
Lo Shadow IT delle API, infatti, è un tallone d’Achille per la governance.
Dal momento che è più difficile per l’IT accertare con precisione il traffico che si va a generare sulla rete API di questo tipo possono risultare problematico. L’IT deve conoscere esattamente come vengono utilizzate le API. Mentre è difficile indovinare in che modo gli utenti finali si saranno ingaggiati tramite le API, tenere informato l’IT del potenziale utilizzo contribuisce a prevenire la congestione della rete.
Se viene distribuita un’API per abilitare servizi text-based, i responsabili IT probabilmente non avranno bisogno di apportare modifiche alla rete. Ma se la stessa API viene utilizzata anche per i servizi video, la configurazione di rete dovrà essere indirizzata. E questo significa un ulteriore impegno per risolvere la gestione.