Autoironico, aperto, entusiasta senza essere eccessivo, Agostino Santoni, Amministratore Delegato di Cisco Italia, è uno dei manager di riferimento della comunità ICT italiana: dopo avere ricoperto ruoli manageriali in alcune delle aziende che hanno fatto la storia dell’information technology, come Compaq e HP, a soli 42 anni è stato nominato Amministratore Delegato di SAP prima di approdare, nel 2012, in Cisco ed essere nominato, due anni dopo, presidente di Assinform, incarico che ha ricoperto fino allo scorso anno.
Memorie di Adriano è il suo libro preferito e Non ci resta che piangere il film che continua a farlo ridere di gusto. In questo incontro della serie Vita da CEO, Santoni si racconta con estrema semplicità rendendo l’intervista un piacevole dialogo, rilassato, ma denso di messaggi significativi.
CEO: un lavoro a tempo pieno
ZeroUno: È ormai una domanda tradizionale in queste interviste: come si svolge la sua giornata tipo?
Agostino Santoni: All’età di 52 anni credo di avere ormai raggiunto un completo utilizzo delle fasce orarie disponibili. Cerco di svegliarmi molto presto, tra le 5.30 e le 6, perché mi piace fare un po’ di attività fisica; sono appassionato di nuoto e corsa e quindi cerco di fare una delle due. Poi mi piace molto utilizzare le prime ore della mattina per pianificare la giornata e per riflettere; dalle 8.30 entro in pista cercando di rispettare i tempi delle persone e di mantenere quindi gli impegni su appuntamenti fissati.
Come attività prevalente amo l’interazione con l’esterno anche perché penso che questo sia un valore che posso portare. Quindi sono bilanciato in due principali attività: da un lato gli incontri coni i clienti, i partner, i momenti istituzionali e dall’altro il dialogo con le persone interne.
Finché si arriva alla sera, dove inizia una nuova wave di impegni: attività istituzionali o con ospiti o colleghi internazionali che spesso prevedono la cena. Infine, il nuovo “prodotto” di questi ultimi anni sono i week end che ho lanciato nel periodo del mio ruolo e che ho continuato a sfruttare perché ritengo che chi ha avuto la fortuna di avere una carriera come la mia abbia anche un po’ il dovere di “restituire” ciò che ha avuto: non si tratta di attività strettamente legate a Cisco, ma dove posso trasferire un po’ delle mie competenze a tutto il mondo dell’innovazione, per esempio.
ZeroUno: Ma trova il tempo per andare in vacanza?
Agostino Santoni: Certo che sì. Mia moglie ed io amiamo molto la montagna, ma anche il mare e ci piace moltissimo viaggiare. Fondamentalmente amiamo la vita e quindi cerchiamo di sfruttare il tempo che abbiamo in tutti i modi: siamo entrambi sportivi, ci piace sciare. Viaggiare rimane sicuramente l’esperienza più interessante e ho una mia classifica personale delle città che amo: 3° New York 2° Roma, 1° Milano. Amo tantissimo l’Italia, abbiamo la fortuna di vivere in un paese straordinario: sia personalmente sia come azienda abbiamo deciso di essere molto presenti sul territorio e sto scoprendo luoghi meravigliosi, anche poco conosciuti, ma dove quando arrivi la reazione non può che essere “wow”.
#beyourself: l’importanza di essere se stessi
ZeroUno: Cisco è l’azienda della collaboration per definizione e quindi immagino lei utilizzi tutti gli strumenti che la tecnologia mette a disposizione. Ma quanto è importante la relazione diretta?
Agostino Santoni: Molto importante e lo è anche per Cisco perché è vero che, come dice, siamo l’azienda della collaboration, ma quello che facciamo non è escludere la componente personale, bensì integrarla con tutti questi strumenti. Per le mie caratteristiche personali io amo il dialogo e utilizzo molto il telefono non solo nella sua componente “smart” ma proprio per parlare con le persone. La modalità che ho scelto per interpretare il mio lavoro è proprio quello di andare verso le persone, incontrarle e penso che questo sia un fattore critico di successo perché è un modo straordinario per conoscere, per capire, per apprendere. Il mondo che stiamo vivendo richiede a chi fa il mio mestiere di essere continuamente stimolato, se poi sei bravo e sei capace di connettere tutti questi stimoli, questo può fare la differenza.
ZeroUno: Lei ha ricoperto ruoli al vertice in alcune delle principali corporation, una relazione che può essere anche molto complessa. Come ha vissuto questa relazione in quanto manager italiano?
Agostino Santoni: Nel corso della mia carriera ho avuto la fortuna di lavorare in aziende meravigliose e quando incontro giovani colleghi o studenti che mi chiedono qualche consiglio, il mio suggerimento è: cercate di comprendere la cultura dell’azienda e di verificare se c’è affinità tra la persona che sei e la cultura dell’azienda dove lavori. Non sempre è possibile, ma quanto più si riesce a seguire questo allineamento e tanto maggiori sono i risultati e la soddisfazione personale. Sono un fan dell’hashtag beyourself perché non è possibile essere una persona a casa e un’altra sul lavoro: gli altri prima o poi se ne accorgono.
Da questo punto di vista Cisco è molto motivante e per quanto riguarda il nostro paese ho trovato in quest’azienda un grande desiderio di valorizzazione; certo, sono consapevole della situazione economica e dei nostri problemi, ma c’è una grande considerazione. E poi non dimentichiamo che in Cisco c’è una forte italianità fin dalla sua fondazione, con l’ingresso di Mario Mazzola e Luca Cafiero, gli “Olivetti boys” che hanno lasciato un importante imprinting italiano nell’azienda.
La considerazione è del resto dimostrata dagli investimenti effettuati come, per esempio, Expo 2015 dove Cisco ha deciso di investire nell’evento 5 anni prima che l’allora Commissario Sala portasse in porto l’operazione: una vera e propria scommessa sul nostro paese.
E poi ci sono i 100 milioni di dollari investiti per lo sviluppo delle competenze digitali per il triennio 2016-2018 frutto dell’accordo con l’allora presidente del consiglio Matteo Renzi, investimento rinnovato dal nostro CEO Chuck Robbins durante l’incontro di qualche settimana fa con il presidente Giuseppe Conte. Quindi posso dire che come amministratore delegato sono molto soddisfatto dal supporto che ricevo dalla corporation.
ZeroUno: Questo discorso si può riallacciare alla questione etica, un tema che, fortunatamente, sta entrando sempre più nel mondo della tecnologia proprio per i rischi che, da questo punto di vista, si vanno delineando….
Agostino Santoni: È un tema molto importante e molto discusso all’interno della nostra azienda. E abbraccia tanti aspetti. Prima di tutto quello che facciamo e il modo in cui lo facciamo, le nostre piattaforme, per esempio, devono avere 4 caratteristiche comuni: devono essere semplici, aperte, programmabili e intrinsecamente sicure. E poi c’è l’aspetto del “restituire” alla società parte di quello che si è avuto, c’è una responsabilità sociale che in Cisco si concretizza con i diversi progetti di cui abbiamo parlato. E c’è uno stile di leadership che mette al centro le persone.
Trust: una parola fondamentale nella relazione con i clienti
ZeroUno: E come è cambiato il rapporto con i clienti? Quali sono gli elementi che caratterizzano oggi questa relazione?
Agostino Santoni: Un termine fondamentale che utilizzerei oggi è trust, fiducia tra le persone e fiducia tra le aziende. È un elemento sempre più importante della relazione, non solo a livello personale, ma proprio tra imprese: è come se avessimo sviluppato un nuovo modo di relazionarci tra chi vende e chi compra; un rapporto dove i clienti non scelgono semplicemente di acquistare ma scelgono una partnership nella quale pensare insieme a nuovi prodotti, nuove soluzioni. Ne è un esempio concreto l’accordo che abbiamo firmato con Snam il mese scorso grazie al quale i 32.000 chilometri di gasdotto possono diventare un formidabile veicolo di sviluppo di soluzioni IoT per le infrastrutture [l’AD di Snam Marco Alverà, il CEO di Cisco Chuck Robbins e lo stesso Santoni, alla presenza di Cosma Panzacchi, Executive Vice President Digital Transformation & Technology di Snam, hanno siglato un mese fa un Memorandum of Understanding volto a sviluppare iniziative congiunte di ricerca, sviluppo e innovazione in ambito Industrial Internet of Things e a formare le future generazioni di professionisti “digitali” ndr]
ZeroUno: E qual è il momento più bello della sua carriera?
Agostino Santoni: È una giornata molto precisa: il 4 marzo 2018. Ero a Roma con il mio CEO e insieme abbiamo incontrato il CEO della più importante azienda di telecomunicazioni in Italia; poi abbiamo incontrato il Presidente del Consiglio dove abbiamo parlato dei nostri investimenti per i ragazzi e poi abbiamo avuto un incontro con Papa Francesco per raccontargli di come vogliamo essere vicini alle persone portando l’esperienza del carcere di Bollate [all’interno del penitenziario è stato avviato, prima nella sezione maschile e poi in quella femminile, un programma di formazione della Cisco Networking Academy ndr]. Quindi ho preso l’aereo e sono arrivato a Milano giusto in tempo per ritirare il 1° premio della classifica Best Workplaces Italia 2018 per le medie imprese, stilata da Great Places to Work Institute Italia.
Una giornata bellissima.
Agostino Santoni ai giovani: essere curiosi, saper comunicare e parlare più lingue
ZeroUno: E il momento più difficile?
Agostino Santoni: Per questo non c’è un evento in particolare. Ma con l’esperienza posso dire che i momenti più difficili sono quelli in cui ci sono criticità tra le persone; magari dovute a pressioni per il raggiungimento di obiettivi o altri attriti. Però ho anche imparato che, quando riesci a superarli, e purtroppo non sempre ci si riesce, diventi più forte. Nelle mie precedenti esperienze mi sono trovato a gestire due delle più grandi integrazioni della storia dell’ICT, quella Compaq-HP prima e poi quella HP-EDS, che avevano implicazioni organizzative enormi, sicuramente sono stati momenti complessi e difficili, ma li considero anche molto preziosi per la mia formazione personale perché sicuramente mi hanno reso più forte.
ZeroUno: Infine quale consiglio si sente di dare a un giovane?
Agostino Santoni: Ci sono alcune caratteristiche importanti. Prima di tutto gli auguro di essere straordinariamente curioso. Come consiglio posso dire che intraprendere un percorso di studi scientifico-tecnologico è la scelta giusta in questo momento per trovare lavoro in Italia e poi bisogna essere straordinariamente bravi nella comunicazione e nel saper parlare più lingue, questa è sempre stata, e in parte lo è ancora, una nostra debolezza, ma è indispensabile superarla.