A poche settimane dalla chiusura dell’anno fiscale di Oracle (avvenuta il 31 maggio) incontriamo Fabio Spoletini, Country Manager di Oracle in Italia e Regional Senior Vp di Sud-Europa, Russia e Cis, il quale snocciola con evidente soddisfazione i risultati della corporation (39,5 miliardi di dollari di fatturato con un margine operativo non-Gaap del 47%, il più alto negli ultimi cinque anni): “a trainare questa crescita è stato indubbiamente il passaggio dalla vendita dell’hardware di base ai servizi cloud, in particolare l’Erp”, fa sapere Spoletini, “anche se in Italia stiamo assistendo alla seconda wave delle infrastrutture con i sistemi Exadata che hanno fatto registrare, rispetto all’anno precedente, un +28%”.
Secondo gli analisti, due sono gli indicatori di sviluppo di Oracle:
– Erp Cloud: “a livello globale c’è stata una crescita complessiva del 32% su tutte le famiglie di soluzioni (Fusion Erp, HCM e NetSuite Erp), anche quelle per le PMI”, sottolinea Spoletini;
– Autonomous DB: “oggi abbiamo installato 5mila trials su 5mila aziende (clienti che, a livello globale, stanno sperimentando il data base “arricchito” di tecnologie di intelligenza artificiale grazie alle quali si innalza il livello di automazione e si semplifica la gestione)”, fa sapere Spoletini. “Questo è uno dei pilastri portanti del nostro futuro in termini di proposition: l’obiettivo è portare i data base in Cloud ed ottimizzarli e automatizzarli sfruttando il machine learning”.
Cloud: una rotta molto chiara e ormai ben tracciata
“Nell’ambito dell’Erp Cloud gli analisti oggi ci riconoscono pionieri e player di riferimento non solo per la gamma di prodotti offerti ma anche per la visione strategica e la roadmap tecnologica che ci hanno portato ad incrementare costantemente le quote di mercato”, racconta Spoletini. “In Italia la proposta di applicazioni di business in modalità as a service sta avendo favorevole riscontro da parte delle aziende, oggi abbiamo clienti del calibro di Amplifon, Mzbg-Zanetti, CNH, Siram, Wind Tre, PostePay, Giglio Group, Mapei, A2A, Danieli… solo per citarne alcuni”.
Come già accennato, l’Italia è il paese che ha fatto registrare crescite importanti anche sul fronte delle infrastrutture hardware, che per anni hanno rappresentato il cuore pulsante dell’intera offerta Oracle: “abbiamo avuto un +28% di vendite degli Exadata, sistemi pre-ingegnerizzati che vengono utilizzato per il ‘Cloud Data Center’ in house, oggi proposti anche a medie aziende che necessitano di un percorso di ‘cloudificazione’ delle proprie tecnologie”.
“Ci si sta muovendo sempre più verso il data base as a service per facilitare l’accesso e l’utilizzo di servizi cloud. Una volta reso as a service il DB, spostarsi al cloud diventa facile”, evidenzia Spoletini.
In quest’ottica assume particolare rilievo la campagna globale denominata Soar: “si tratta di un piano strategico ed operativo molto importante – commenta Spoletini – basato su nostri servizi di consulenza e system integration il cui obiettivo è aiutare e guidare le imprese verso la trasformazione delle proprie applicazioni Oracle in modo da renderle pronte al cloud, semplificando così anche la migrazione. Questo consente anche a chi ha ancora applicazioni in hous e ‘old style’ di accedere a soluzioni che, una volta in cloud, vengono aggiornate e arricchite ogni tre mesi”.
“In questo momento dobbiamo creare referenze e storie di successo quindi l’anima consulenziale e di system integration dell’azienda ha interesse ad operare in modo diretto sulle aziende clienti e a dare soluzioni ‘chiavi in mano’ – aggiunge Spoletini -. Sono esperienze che ci stanno consentendo di mettere a punto un modello replicabile in modo scalabile ovunque”.
Sul fronte cloud Spoletini non dimentica di citare l’importante partnership con Microsoft: “se guardiamo alla parte infrastrutturale del Cloud, ad oggi solo poco più del 30% dei workload ‘gira’ in ambienti cloud e molto spesso si tratta di task non fondamentali per il business, cioè relativi a processi non core. Ad accelerare il passaggio al Cloud saranno sempre più servizi applicativi e middleware che ‘influenzeranno’ quindi anche la parte Iaas. Il motivo dell’alleanza con Microsoft si spiega innanzitutto con una forte domanda del mercato americano ma, ancor di più, con la storia industriale delle due aziende capaci di sviluppare servizi specifici per le aziende di livello enterprise”.
La regata continua con l’Autonomous DB
Quello dell’Autonomous DB di Oracle è un caso di intelligenza artificiale applicata direttamente alla tecnologia (e non ad un ambito o processo di business cui ci siamo abituati a sentire nel corso degli ultimi due anni).
“Il nostro valore è sempre stato quello di portare l’innovazione tecnologica a livello di industrializzazione affinché potesse diventare accessibile a tutte le aziende”, commenta Spoletini. “Così è stato anche per l’Autonomous DB che non solo fa percepire alle imprese le potenzialità dell’AI applicata alle tecnologie ma porta innovazione anche alle aziende che non hanno grandi competenze tecniche interne”.
Il perché della scelta e dell’investimento in R&D sull’Autonomous DB, Spoletini lo spiega così: “la maggior parte dei downtime e dei disservizi legati ai data base dipende per l’80% da errori umani. Un sistema autonomo si auto gestisce e auto aggiorna, riducendo drasticamente i rischi legati agli errori umani e mitigando anche i possibili buchi di sicurezza. Temi di importanza rilevante non più solo per i Cio ed i Ciso ma anche per Cfo e Ceo: la perdita di dati e i downtime dei servizi impattano sulla reputazione di un’azienda così come sulla sua produttività e reddittività”.
In Italia ad utilizzare oggi l’Autonomous DB di Oracle sono aziende come CNP Vita, Sisal e Coca-Cola Bottling ma sono attive anche molti POC in diverse altre realtà.
“Nel futuro c’è l’impegno e la volontà di lavorare sull’intelligenza artificiale a livello di Saas – conclude Spoletini -. L’obiettivo è unificare le varie componenti di un Erp con uno strato di intelligenza artificiale (sempre integrata nella tecnologia) che possa fare da acceleratore di nuovi processi”.
In questa visione, torna forte lo spirito che da sempre caratterizza Oracle: la pre-ingegnerizzazione dei sistemi che consente di inserire in soluzioni pre-pacchettizzate – sempre più fruibili via Cloud – anche le tecnologie più innovative.