Con il recente lancio anche in Europa di Surface Hub 2S, la lavagna interattiva di seconda generazione per le aziende, Microsoft conferma la sua volontà di penetrazione a 360 gradi nel mercato enterprise. Un mercato che aveva già beneficiato della prima release di questo strumento concepito per la collaborazione e il lavoro di squadra. La nuova versione aggiunge una caratteristica in più rispetto alla precedente, quella della mobilità, poiché dota Surface Hub 2S di rotelle per facilitare lo spostamento da una sala all’altra nonché di un alloggiamento per una batteria che dovrebbe garantire autonomia fino a 100 minuti. Un bel salto a confronto del suo progenitore che prevedeva esclusivamente di essere fissato alla parete. Ma, soprattutto, un’interpretazione più aderente agli attuali modern workplace che si ispirano a un uso modulare e flessibile degli spazi di lavoro. Tant’è che nello sviluppo del nuovo supporto Microsoft si è avvalsa della partnership di Steelcase, azienda statunitense specializzata nella produzione di mobili per ufficio. Segno che la società di Redmond intende essere protagonista non soltanto della rivoluzione digitale che sta investendo le imprese, ma anche dell’impatto che tale rivoluzione imprime nel ridisegnare i consueti ambienti di lavoro.
A cosa serve Surface Hub
Rientra in questa rivoluzione che potremmo definire “copernicana” il ruolo che la lavagna digitale assume come abilitatore in processi chiave quali collaboration & communication, lifelong learning, smart working. Un ruolo che gli deriva dall’utilizzo di Windows 10 come sistema operativo insieme ai software di produttività compresi nella suite Office 365, alla piattaforma Microsoft Teams e alla app Whiteboard. Se sul fronte della collaborazione Surface Hub 2S consente di condividere file e documenti anche da remoto, adoperando in contemporanea tool di comunicazione che contemplano chat e conference call, su quello dell’“apprendimento permanente” offre un aiuto fondamentale agli HR manager. Il lifelong learning, infatti, non rappresenta soltanto l’esigenza individuale del dipendente di avere competenze continuamente aggiornate, ma è un fabbisogno dell’azienda per restare sempre competitiva sul mercato. È nota la difficoltà di organizzare giornate formative rivolte a una platea di corsisti che sono dislocati in vari uffici o afferiscono a differenti Business Unit. Un ostacolo che la lavagna interattiva supera brillantemente abbattendo i limiti di spazio e distanza con sessioni di e-learning alle quali chiunque può partecipare, rimanendo nella propria abituale postazione e potendo interagire con i medesimi strumenti di produttività e collaborazione supportati dalla lavagna targata Microsoft.
Come funziona
Surface Hub 2S funziona come sistema all-in-one, reso ancora più performante sia dalla diminuzione del 40% di peso rispetto alla prima versione, sia da uno spessore ridotto del 60%. Oltre alla possibilità, già citata, di spostamento grazie alla Roam Mobile Stand realizzata da Steelcase, può anche essere appeso al muro singolarmente o in sequenza, accoppiandolo con altri, in virtù della sua struttura modulare. Inoltre, analogamente a quanto succede per gli schermi di smartphone e tablet, prevede il portrait mode, cioè la rotazione dell’immagine indifferentemente in verticale o in orizzontale. Per tale motivo Microsoft ha aggiunto quattro porte USB Type-C così da poter inserire la webcam in ciascuno dei lati. A proposito di quest’ultima, si tratta di una webcam 4k ad alta risoluzione munita di potenti magneti per essere staccata e riposizionata saldamente in ognuna delle porte. Per quanto riguarda, invece, il microfono, è realizzato con tecnologia far-field, detta anche ASR (Automatic Speech Recognition), al fine di captare i suoni e le voci anche di coloro che non sono nei pressi della lavagna. Infine, sullo schermo multitouch si può scrivere con una penna che sfrutta il protocollo N-trig come avviene in tutti i prodotti Surface. Anche su questo accessorio e sulla sua interazione con la lavagna è intervenuta una miglioria, poiché è stata dimezzata la latenza a confronto della prima generazione.
Quanto costa Surface Hub
Questo gioiello della tecnologia di casa Microsoft non è per tutte le tasche. Costa, infatti, 8.999 euro. Attenzione, però, a non farsi spaventare dalla cifra, che va calcolata inserendola in un ROI (Return On Investment) che tenga conto del rapporto tra costi e benefici sul medio-lungo periodo. Tanto più che l’azienda di Redmond assicura che la sostituzione del processore, racchiuso nel case sul retro del dispositivo, può avvenire successivamente e in modo molto semplice, senza che questo incida sull’obsolescenza dello schermo. In ogni caso, la spesa va parametrata sulla produttività aziendale. Quanto incide, cioè, Microsoft Surface Hub 2S sul risparmio di tempo dello staff? Sull’efficacia delle riunioni? Sul lavoro di squadra e il team working? Sulle attività di formazione rivolte al personale? Senza dimenticare che la formula d’uso della lavagna interattiva non è detto che debba coincidere con il suo acquisto. Si può ricorrere, per esempio, al noleggio operativo, un tipo di leasing dei beni strumentali oggi molto diffuso nella dotazione hardware delle imprese. A prescindere, comunque, dalla modalità con cui far entrare in azienda la lavagna digitale, è bene riflettere sull’ottimizzazione nei processi organizzativi associati alla sua adozione.
Modelli disponibili
La lavagna smart proposta da Microsoft possiede una risoluzione 4k in una diagonale da 50 pollici. Per quanto riguarda le specifiche tecniche, si tratta di uno schermo PixelSense, con tecnologia IPS e 3840 x 2560 pixel di risoluzione. Entro il 2020 dovrebbe uscire un’ulteriore versione da 85 pollici con caratteristiche tecniche ancora imprecisate. Quella attuale è equipaggiata con un processore Intel Core i5 quad-core abbinato a 8 GB di RAM e 128 GB di spazio di archiviazione in veste di SSD. Quella futura molto probabilmente dovrebbe mantenere il medesimo processore Intel, mentre si fanno insistenti le voci di una sostituzione nei prototipi di Surface Pro e Surface Go con Qualcomm Snapdragon. Ma poiché si tratterebbe di una soluzione per i modelli più economici della famiglia Surface, non dovrebbe riguardare Surface Hub 2S, o Surface Hub 2X, come si chiamerà probabilmente la versione da 85 pollici. Una versione sulla quale girerebbe Windows Core OS, il nuovo sistema operativo su cui da tempo sta lavorando la multinazionale. Nell’attesa, chi invece apre oggi la barra delle applicazioni di Surface Hub 2S, se ha già dimestichezza con Windows 10, si sentirà a casa. Tranne qualche lieve differenza, il funzionamento è quasi del tutto analogo a quello a cui si è abituati sul proprio desktop. E questo vale anche per le app, fatta eccezione ovviamente per Whiteboard che, così come nei trasformabili della famiglia Surface, converte lo schermo Microsoft in lavagna utilizzabile sia con il touch sia con la penna.
Conclusioni
Per comprendere perché, a proposito di Surface Hub e delle lavagne interattive collaborative di ultima generazione, possiamo parlare a pieno titolo di “rivoluzione”, è utile soffermarsi su alcune considerazioni finali. Come anticipato, il dispositivo integra in sé funzioni di collaboration ed e-learning che, altrimenti, richiederebbero tecnologie ad hoc separate. Invece, il suo essere nativamente connesso alla suite di produttività di Microsoft, nonché a un’eccellente piattaforma di comunicazione come Teams, gli conferisce un’unità che serve da leva alla semplificazione. La rivoluzione, perciò, consiste nell’avere un solo strumento multitasking attorno al quale far ruotare tutte le attività di gruppo, sia quelle di ordinaria amministrazione (riunioni interne, meeting con clienti e fornitori, conferece call con sedi decentrate ecc.) sia quelle formative a cadenza più dilazionata nel tempo. L’esito è, da una parte, una fluidificazione del workflow, con l’appiattimento degli snodi e dei punti di attrito; dall’altro, una maggiore economia sulle spese di trasferta e, in generale, su quelle legate allo spostamento fisico dei dipendenti. In definitiva, Surface Hub 2S assegna un nuovo significato al concetto stesso di mobilità aziendale, colmando distanze in una maniera virtuale che non ha nulla da invidiare ai vantaggi della prossimità tangibile, gomito a gomito. E per questo è rivoluzionaria.