MONACO DI BAVIERA – “Nfon è l’unico vero cloud provider PBX o Private Branch Exchange paneuropeo che offre servizi in 15 Paesi nei quali la sua tecnologia è stata adottata da più di 30 mila imprese. In totale, sono già oltre 400 mila i seats, cioè le postazioni attivate”. Hans Szymanski, CEO e CFO della società tedesca, esordisce così alla conferenza stampa internazionale convocata nella Kesselhaus, periferia nord di Monaco.
Nfon, protagonista nel mercato della telefonia cloud
Una location azzeccata, anche dal punto di vista simbolico, giacché si tratta di un luogo dell’archeologia industriale che un tempo ospitava il manifatturiero bavarese e adesso, insieme a tanti edifici tutt’intorno, si presta a fare da contenitore al racconto contemporaneo della digital transformation, di cui Nfon è uno dei protagonisti.
E non soltanto per le nuove soluzioni che oggi presenta alla stampa e ai partner, ma anche per una visione strategica di come cambierà il mercato della telefonia nel giro dei prossimi anni nel vecchio continente e in tutto il mondo. Una visione che trae forza dai recenti risultati raggiunti, come la quotazione alla Borsa di Francoforte nel segmento Prime Standard, avvenuta nel 2018, l’acquisizione di Deutsche Telefon Standard agli inizi del 2019, l’apertura, nel medesimo anno, delle filiali italiana e francese, nonché l’aumento dei ricavi del 28% pari a 26,3 milioni di euro nel primo semestre dell’anno. Da qui le ragioni della sfida che Szymanski lancia dal palco della Kesselhaus: “Vogliamo dominare il mercato europeo della telefonia cloud offrendo libertà nelle comunicazioni aziendali”.
Perché anche le PMI italiane sono pronte al cloud PBX
Con i suoi 143 milioni di impiegati nelle PMI e i 67 milioni nelle grandi imprese, il mercato europeo, a detta del CSO di Nfon, César Flores Rodríguez, è “in rapido sviluppo, poiché manifesta una forte esigenza di soluzioni professionali di nuova generazione, specialmente nel campo della telefonia, che consentano alle persone di comunicare in maniera efficiente, produttiva e redditizia”. Secondo i suoi calcoli, le percentuali di crescita della telefonia cloud nel 2020 dovrebbero raggiungere quote che vanno dal 10% in Germania e in Italia, al 12% in Francia e Spagna, fino al 20% in Gran Bretagna e addirittura al 25% in Olanda.
Interpellato sulla situazione italiana, il CSO non vede particolari difficoltà di penetrazione derivanti né dalla piccola dimensione delle imprese, il 95% delle quali ha un numero di addetti inferiore ai 5, né dalla divaricazione tra Nord e Sud, né infine dalla posizione dominante dell’ex monopolista telefonico: “A qualunque operatore – dice Rodríguez – noi offriamo tutte le nostre soluzioni in base a segmenti differenti, che si tratti del libero professionista, del comparto dell’ospitalità o della pubblica amministrazione. Il nostro business è diverso da quello dei Telco che, invece, possono avvantaggiarsi dei nostri sistemi cloud-based in modalità white label”.
Nvoice per Microsoft Teams e Ncti Pro, i nuovi prodotti di Nfon
Ne è convinto anche Markus Krammer, Vice President Products & New Business di Nfon, a cui è affidato il compito di presentare le due nuove creazioni degli ingegneri di Nfon: Nvoice e Ncti Pro. Nvoice integra Cloudya, il prodotto di punta della casa tedesca, con Microsoft Teams. “Abbiamo esteso la flessibilità del nostro cloud PBX – spiega Krammer – con la piattaforma di collaborazione Teams. Questo perché i clienti chiedono soluzioni aziendali e funzionalità telefoniche perfettamente integrate. Siamo riusciti a fondere il meglio dei due mondi. Nvoice per Microsoft Teams, infatti, è parte del portafoglio d’offerta Nfon e risponde esattamente alle esigenze della comunicazione aziendale, unendo tutti i canali di comunicazione nella piattaforma cloud di Nfon”. Insieme a Nvoice, il cui costo per utente è pari a un euro al mese, in aggiunta alle licenze Cloudya e Office 365, i partner possono proporre soluzioni verticali premium quali Ncontactcenter, Nhospitality e Neorecording (sistema di analisi e registrazione vocale conforme alla normativa GDPR).
Cloudya e Teams per una UCaaS sempre più cloud oriented
La connessione di Cloudya con il tool su cui Microsoft sta spingendo da almeno un anno a questa parte segue un percorso di Unified Communication and Collaboration (UCC) sempre più cloud oriented. Dopo l’annuncio del ritiro di Skype for Business dal mercato, previsto per il 31 luglio 2021, le aziende devono adeguarsi se vogliono continuare a utilizzare strumenti UCC supportati dai rispettivi vendor. Strumenti le cui versioni on premise stanno rapidamente cedendo il posto alla UCaaS (Unified Communications as a Service) per venire incontro a contesti aziendali sempre più fluidi e in mobilità.
Il workplace del futuro è il motivo per cui i classici centralini ISDN, basati sulla borchia e su un ancoraggio alla postazione fissa, stanno man mano scomparendo. Per questo Nfon ha deciso di anticipare i tempi combinando la sua piattaforma proprietaria con quella della multinazionale di Redmond, in maniera tale da convogliare la rete telefonica generale o PSTN (Public Switched Telephone Network) verso una piena digitalizzazione, ponendo Cloudya come connettore tra i sistemi tradizionali e Microsoft Teams. Una funzione resa possibile dal pulsante “anrufe” (chiamata in tedesco) che fa da punto di incrocio tra il pianeta della telefonia e quello delle chat e delle piattaforme professionali di condivisione.
La visione olistica e integrata a cui risponde Ncti Pro
Ed è nel segno dell’integrazione anche l’altro prodotto presentato a Monaco da Nfon, Ncti Pro, che completa l’offerta precedente di Ncti premium e standard puntando a un paradigma in cui convivono processi aziendali CEBP (Communication Enabled Business Processes) e funzionalità UC. Lo scopo è quello di far dialogare sistemi legacy aziendali e software di terze parti quali Saleforce, Datev, SAP, per citare i più noti, all’interno di un CTI (Computer Telephony Integration) di ultima generazione. Questo significa, per esempio, che il telefono può essere controllato via computer, come avviene per tutti i CTI, ma anche che le informazioni relative al chiamante possono essere visualizzate unitamente ai dati disponibili nelle applicazioni di produttività. “Ncti Pro – sottolinea Markus Krammer – dimostra che è sempre più indispensabile avere una visione olistica del cliente. Le applicazioni devono fornire performance significativamente migliori e diventare più sofisticate. Per queste ragioni è essenziale elevare allo stesso livello semplicità e funzionalità”. In sostanza Ncti Pro contempla funzionalità UC come video, chat e condivisione dello schermo, oltre a consentire comunicazioni mobile via app native iOS e Android in movimento o dall’ufficio.
Libertà, anche economica, nelle comunicazioni aziendali
Disponibile per adesso in Germania al costo di 4,80 euro per utente al mese, Ncti Pro entro fine anno sbarcherà in Austria, Spagna, Italia, Francia e Gran Bretagna. César Flores Rodríguez ribadisce il concetto evidenziato in apertura dei lavori dal CEO Hans Szymanski: “Ncti Pro è in grado di aumentare l’efficacia delle comunicazioni aziendali e di offrire ai suoi utenti la libertà di cui hanno bisogno” sostiene il CSO. Una libertà che si ottiene, secondo la filosofia di Nfon veicolata dai suoi C-level, per esempio adottando modelli di canone ricorrente che non vincolino in chiave lock-in i clienti a restare legati alla tecnologia e ai suoi vendor.
La scalabilità e la flessibilità di Nvoice e Ncti Pro, infatti, si riflettono nella definizione di un contratto che vuole essere trasparente e semplice, oltre che a breve termine. Per essere davvero “libere” le comunicazioni aziendali devono consentire alle imprese di poter disdire in qualsiasi momento le soluzioni UCaaS scelte, qualora in corso d’opera si dimostrassero poco rispondenti al loro fabbisogno. Cosa che con Nfon, certa che la preferenza di clienti e partner derivi dalla qualità della sua offerta, è possibile fare a cadenza mensile.