Caso Utente

L’It di Bomi: outsourcing infrastrutturale e risposte al business

Semplificazione dei processi, riduzione dei costi ed esigenze di maggior capacità competitiva spingono l’It a ragionare sul ripensamento dei sistemi a supporto del business. Outsourcing infrastrutturale e piano di Disaster Recovery sono i primi due passi di un percorso evolutivo che oggi guarda allo sviluppo di app per il mobile e al public cloud.

Pubblicato il 25 Mag 2012

Dal 1985 Bomi Group fornisce servizi di logistica in outsourcing per prodotti medicali e biomedicali, farmaceutici, diagnostici in vitro, reagenti, ortopedici, cardiologici, per dialisi e prodotti pericolosi, ecc. con soluzioni specifiche di ‘consignment stock’, kit assembling, trasporto a temperatura ambiente e controllata. Un operatore che, data la delicatezza dei prodotti che deve trattare, investe costantemente in ricerca e sviluppo e ha nell’It una delle radici portanti dell’intera struttura aziendale.

“L’intero gruppo ha adottato un sistema informatico specializzato per semplificare flussi e processi, ridurre i costi e migliorare i livelli di produttività, efficienza e monitoraggio”, esordisce Italo Candusso (nella foto), Ict manager Italy ed Emea di Bomi. “Risultati raggiunti anche attraverso una scelta di outsourcing infrastrutturale”.

Bomi è una realtà che l’outsourcing lo conosce bene, essendo il modello di provisioning dei servizi di logistica adottato; e conosce bene anche l’importanza e l’impatto delle tecnologie.

“Nell’ottica di fornire sempre servizi a valore aggiunto, migliorare la gestione dei servizi, degli ordini e della logistica – puntualizza Candusso – supportiamo la supply chain visibility tramite la disponibilità di un portale web con servizi di track & tracing, gestione reclami e condivisione trasparente dei key performance indicators (Kpi) per verificare il raggiungimento di obiettivi e misurare l’efficacia e l’efficienza dei servizi di business erogati”.

Sul fronte delle specifiche tecnologie adottate dal Gruppo, oltre all’utilizzo ormai consolidato della radiofrequenza (RF/Rfid), l’azienda continua a perfezionare, in autonomia o in condivisione con i clienti, i sistemi per la localizzazione dei mezzi di trasporto (in particolare nell’ambito della gestione della catena del freddo, che richiede requisiti molto stringenti e puntuali), nonché soluzioni specifiche per migliorare la competitività del business, per esempio, per rispondere a forniture non pianificate o a cambiamenti della domanda.

Se poi aggiungiamo il fatto che il network internazionale di Bomi è costituito dalle sedi presenti in Italia (dove c’è l’headquarter), Portogallo, Messico, Brasile, Venezuela, Cile, Colombia e Turchia, con nuove recenti aperture in Argentina ed in altri paesi dell’America Latina… abbiamo delineato il quadro di un Gruppo costantemente alla ricerca di nuove vie per fare efficienza e proporre servizi e soluzioni competitive.

Primo step: outsourcing infrastrutturale

“Come accennato – racconta Candusso – l’esigenza di semplificazione dei processi e una maggiore produttività, soprattutto in funzione delle politiche di espansione e internazionalizzazione del business, ci ha portato a ragionare sulla fotografia complessiva dell’It per capire quali potessero essere i nodi nevralgici su cui modellare un ripensamento dei sistemi informativi”.

“La nostra scelta è stata quella di focalizzarci sugli aspetti core per garantire al business un supporto di valore concreto – spiega Candusso -. Questo ha significato concentrare il team It sulla parte di sviluppo applicativo funzionale alle line of business, liberando il dipartimento dall’incombenza di operazioni costose e di poco valore legate soprattutto alla manutenzione dei sistemi”.

Spiegando così la scelta dell’outsourcing infrastrutturale, Candusso ci tiene a ricordare come le due anime della società siano proprio outsourcing e tecnologia. Due anime di business che oggi sono allo stesso modo le due anime dell’It.

Per questo primo step Bomi ha scelto come partner Pmc International Service (Ibm Premier Business Partner), system integrator che ha con Bomi un rapporto di lunga durata e ha seguito tutte le fasi progettuali e ora gestisce i sistemi dell’azienda (che risiedono in un data center di Fastweb). “Abbiamo scelto sistemi Ibm Power7 per la garanzia di alta affidabilità – spiega Cadusso -; la continuità di servizio è uno degli aspetti fondamentali per il business della nostra azienda. Avevamo già chiara una roadmap che estendesse l’outsourcing fino al Disaster Recovery, ma dato che questa era la “fase 2” non potevamo permetterci di rischiare troppo. Miravamo ad un risparmio dei costi, soprattutto sul piano energetico, ma al tempo stesso era chiaro che un fermo aziendale causato dai sistemi It sarebbe stato decisamente più costoso dell’investimento tecnologico. Abbiamo trovato il giusto bilanciamento optando per le architetture di Ibm”.

Secondo step: Disaster Recovery

A distanza di qualche mese, il progetto di outsourcing infrastrutturale, che già garantiva sistemi ad alta affidabilità, è avanzato con un più efficace piano di Business Continuity garantito e supportato da un sistema strutturato di Disaster Recovery.

“In questa seconda fase progettuale abbiamo lavorato con Ssi – Sviluppo Sistemi Informativi proprio per la loro consolidata esperienza specifica in progetti di Business Continuity, alta disponibilità e sicurezza”, ci tiene a sottolineare Candusso. “Ssi è specializzata sulle piattaforme Ibm ed è un centro di supporto di soluzioni di high availability e disaster recovery. Era dunque una scelta naturale, dato che nel secondo sito di Disaster Recovery, sempre appoggiato sui data center Fastweb con connettività a 100 Mega, abbiamo deciso di sfruttare sempre macchine Ibm sia per la parte core legacy sia per la parte Vmware”.

I sistemi di backup poggiano su soluzioni Mimix e Double-take di Visionsolutions, garantendo Business Continuity e Disaster Recovery con un sistema di replica a caldo, online. L’accesso da remoto (anytime e anywhere) agli applicativi e servizi aziendali è garantito dalle soluzioni di Barracuda Networks tramite Appliances gateway Ssl Vpn realizzando così un servizio di private cloud. Successivamente sarà prevista anche l’adozione di servizi di backup dati in cloud (sempre di Barracuda Networks).  “Il tutto – aggiunge Candusso – con un sistema di gestione unificato che attraverso un cruscotto di monitoraggio e management ci permette di avere sotto controllo tutti i sistemi che sono in outsourcing”.

I passi futuri, verso il public cloud

“L’outsourcing infrastrutturale, esteso poi al piano strutturale di Disaster Recovery, ha consentito a Bomi di concentrare sforzi, skill e risorse economiche in progetti innovativi di valore – sottolinea Candusso -. Dal punto di vista applicativo, per esempio, abbiamo avviato un piano di modernizzazione delle soluzioni per renderle disponibili e fruibili attraverso i dispositivi mobili”.

Grazie ai team degli sviluppatori interni il dipartimento It ha realizzato nuove app sperimentando nuove modalità e piattaforme di sviluppo: “Esperienza che si è rivelata un’ottima opportunità di crescita per gli skill di sviluppo che hanno iniziato ad aprirsi a ‘nuovi mondi’ con forti stimoli di creatività e innovazione”, sottolinea soddisfatto Candusso.

E i passi futuri guardano al cloud: “Stiamo facendo delle valutazioni sulle piattaforme di Unified Communication and Collaboration e sulle nuove soluzioni di Crm evoluto – puntualizza Candusso -. E siamo molto propensi a utilizzare le soluzioni come servizi di public cloud”.

“Per la parte infrastrutturale, così come per le applicazioni legacy ma anche per gli ambienti Vmware, abbiamo preferito la formula dell’outsourcing per poter mantenere il possesso delle infrastrutture e di quelle applicazioni core che custodiscono le nostre logiche di business, demandandone la gestione e la manutenzione ma riservandoci il potere di scelta sulle personalizzazioni e le evoluzioni”, conclude Candusso. “Per altre aree, come quella dell’Ucc o del Crm vediamo nel public cloud un’ottima opportunità. Il passo successivo sarà quello di lavorare nella direzione della dematerializzazione documentale e, anche in questo caso, andremo nell’ottica dei servizi pubblici, soprattutto per quanto concerne l’archiviazione sostitutiva e, quindi, lo storage”.

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